Usa, commissione 6 gennaio su assalto al Campidoglio: "Trump al centro di tentato golpe"
MondoNella prima udienza pubblica sui fatti del 2021, il presidente della commissione ha sostenuto che l'attacco è arrivato da "nemici interni" su incoraggiamento dell'allora capo della Casa Bianca. Il tycoon: "Il nostro Paese è nei guai". Biden: è stato "uno dei capitoli più bui della nostra storia. È importante che gli americani capiscono cosa è accaduto e che le stesse forze sono ancora in campo”
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Il 6 gennaio 2021 il Campidoglio è stato assalito da "nemici interni" su incoraggiamento di Donald Trump, allora presidente degli Stati Uniti. Ad affermarlo è Bennie Thompson, presidente della commissione di inchiesta sull'assalto, che ha descritto i fatti di quel giorno come "tentato golpe". Nella sua prima udienza pubblica, la commissione sul 6 gennaio ha mostrato nuove immagini inedite raccolte in un filmato di oltre 10 minuti. "Questa non è un'udienza legislativa, è una produzione (televisiva, ndr)", ha attaccato il portavoce di Trump, Taylor Budowich. "Questo circo non catturerà l'attenzione del pubblico", ha aggiunto. Lo stesso tycoon ha poi fatto sapere: la commissione non ha mostrato "le testimonianze positive, ha rifiutato di parlare di frode elettorale e di irregolarità e ha deciso di usare un produttore di documentari del network di Abc per mostrare solo immagini negative. Il nostro Paese è veramente nei guai". "L'insurrezione del 6 gennaio ha rappresentato uno dei capitoli più bui della storia del nostro Paese. È stato un brutale attacco alla nostra democrazia e alle forze dell'ordine. È importante che gli americani capiscono cosa è accaduto e che le stesse forze sono ancora in campo", ha commentato invece l’attuale presidente Usa Joe Biden.
L'udienza e le testimonianze
La due ore in diretta tv dell’udienza si è aperta con il presidente Thompson che ha detto: "Il 6 gennaio e le bugie che hanno portato all'insurrezione hanno messo due secoli e mezzo di democrazia a rischio. La nostra democrazia resta in pericolo. Il complotto" all'origine dell'assalto del 6 gennaio "non è finto”. Poi è stata la volta di Liz Cheney, la nemica giurata dell'ex presidente. La deputata repubblicana, come ricorda anche il New York Times, ha spiegato che Trump aveva un "sofisticato piano in sette punti" per capovolgere il voto e restare al potere. "Vedrete le prove su ogni punto del piano", ha sottolineato, ricordando la pressione esercitata dall'ex presidente su Mike Pence affinché rifiutasse il conteggio dei voti elettorali. Cheney ha presentato agli americani spezzoni delle testimonianze dell'ex ministro della Giustizia di Trump, William Barr, e della figlia Ivanka. "Ho avuto tre discussioni con il presidente Trump e gli ho detto chiaramente che non credevo che le elezioni fossero state rubate", ha detto Barr alla commissione precisando di "aver detto ripetutamente" al tycoon che non vedeva prove di frode. "Rispetto Barr e ho accettato" quanto ha detto sulle elezioni, ovvero che non c'erano prove di Frode e che Trump aveva perso, ha messo in evidenza Ivanka.
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Agente ferita ricorda: "Scene di guerra"
A descrive l’accaduto è stata anche Caroline Edwards, una delle agenti ferite durante l'attacco. Ha raccontato "scene di guerra", i "volti di quegli americani come lei" che l'hanno insultata. La sua testimonianza ha chiuso questa prima udienza pubblica durata quasi due ore.