Guerra in Ucraina, Yulia Tymoshenko: "Medvedev schiavo di Putin"

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L’ex premier ucraina intervistata dal Corriere della Sera ha parlato dell’attacco della Russia analizzando il conflitto che sta devastando il suo Paese. Putin è “l’unico che conta a Mosca”, “un dittatore assoluto. A lui, non interessa sapere come la pensi chi lo circonda”

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L’ex premier ucraina ha raccontato al Corriere della Sera come ha vissuto l’attacco della Russia all’Ucraina all’alba del 24 febbraio scorso. “Dormivo nel mio letto, i tre nipotini in un’altra stanza. Sento un’esplosione. Mi dico: ecco la guerra – ha ricordato Yulia Tymoshenko -. Sono spaventata. Non m’aspettavo che Putin avrebbe lanciato un attacco di quel tipo, su larga scala. È stato il momento esatto in cui è crollata la speranza degli ucraini. La mattina, riunisco il mio team e decidiamo tutti di rimanere e di recuperare le armi. Vado da Zelensky. Ragioniamo su quel che possono e non possono fare i russi. Anche lui decide di restare. Sono fiera di questa scelta che abbiamo fatto tutti quanti, in ore così difficili”. Quella mattina di 105 giorni fa per Tymoshenko rappresenta “l’anno zero”. “Non c’era più la normale vita politica a cui eravamo abituati – ha detto -. Non era più il solito trantran, niente business as usual. C’erano il fronte sotto casa, la difesa territoriale, le barricate, preparare il cibo, prendere contatto coi medici, pensare alle donne e ai bambini” (GUERRA IN UCRAINA. LO SPECIALE - GLI AGGIORNAMENTI IN DIRETTA - IL RACCONTO DEGLI INVIATI).

 “Medvedev è uno schiavo del regime"

La politica e imprenditrice ucraina ha descritto anche il rapporto di sudditanza che lega i più stretti collaboratori del governo russo a Putin, “l’unico che conta a Mosca”, “un dittatore assoluto. A lui, non interessa sapere come la pensi chi lo circonda”. “Medvedev è uno schiavo del regime. Non è uno che può parlare liberamente – ha aggiunto, commentando la dichiarazione d'odio nei confronti dell'Occidente rilasciata dell'ex presidente russo -. E questi che stanno intorno a Putin non capiscono che si stanno suicidando”. E su Lavrov: “Come tutti, ha solo due scelte: obbedire o sparire. Penso siano fantasie, quelle di chi spera nel golpe di qualche collaboratore. Putin non consentirà mai a nessuno di fermare il suo sogno di far rinascere l’impero”.

Secondo Tymoshenko la Turchia potrebbe svolgere un ruolo importante nella mediazione con la Russia. “I turchi ci sostengono. E con la loro mediazione han dimostrato al mondo che Putin non è interessato a un vero dialogo. Ci stanno provando anche col grano, ci sono 22 milioni di tonnellate di cereali ucraini boccati dalle navi russe: se Erdogan riuscisse a farceli esportare, sarebbe un grande contributo alla nostra vittoria”. 

Deputy chairman of the Russian Security Council Dmitry Medvedev speaks during a meeting with members of the Security Council in Moscow on February 21, 2022. - Russian President Vladimir Putin said on February 21, 2022, he would make a decision "today" on recognising the independence of east Ukraine's rebel republics, after Russia's top officials made impassioned speeches in favour of the move. (Photo by Alexey NIKOLSKY / Sputnik / AFP) (Photo by ALEXEY NIKOLSKY/Sputnik/AFP via Getty Images)

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"Una sola opzione, vincere" 

Secondo molti analisti la situazione è una fase di stallo. Anche per l’ex premier non ci sono le condizioni per un cessate il fuoco. “Com’è possibile parlare d’un cessate il fuoco, quando i russi controllano il 20 per cento del nostro territorio? In Occidente dicono che ci sono due opzioni, per far finire questa guerra. Una, è la sconfitta dei russi. L’altra, è un accordo di pace che salvi la faccia a Putin e lo ricacci indietro. Ma io conosco bene la situazione, so che cosa c’è sul tavolo del negoziato, e voglio essere chiara: non ci sono due opzioni. Ce n’è una sola, vincere. Guardi che cosa chiedono i russi. Una smilitarizzazione. E poi garanzie sulla sicurezza: il che significa niente Nato e disarmo unilaterale delle nostre forze. E che cos’avremmo in cambio? Gli ucraini, le garanzie di sicurezza, le dovrebbero ricevere dal Paese aggressore!”

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