
Guerra Ucraina, Putin continua a perdere pezzi tra suoi fedelissimi: le ultime dimissioni
Il conflitto con Kiev sta creando malumori anche nel cerchio magico del presidente russo. L’ultimo a fare un passo indietro è stato Valentin Yumashev, genero di Boris Eltsin e ormai ex consigliere del Cremlino. Prima di lui, aveva fatto scalpore anche l’addio di Boris Bondarev, consigliere della missione russa alle Nazioni Unite a Ginevra. "Non mi sono mai vergognato così tanto del mio Paese", aveva detto. Tra i primi a lasciare, a marzo, Anatoly Chubais

Continua a perdere pezzi il cerchio magico di Vladimir Putin. L’ultimo dei suoi fedelissimi a dimettersi è stato Valentin Yumashev, ma la lista - da quando il presidente russo ha lanciato l’offensiva contro l’Ucraina - comincia a essere lunga. Ecco qualche nome
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Valentin Yumashev, ormai ex consigliere del presidente russo al Cremlino, è il genero di Boris Eltsin. A dare la notizia dell’addio è stata la Reuters. Anche se negli ultimi tempi non era così influente, con lui se ne va uno degli ultimi legami tra l’amministrazione di Putin e il governo di Eltsin. Secondo le fonti, avrebbe lasciato l’incarico “di sua iniziativa” ad aprile
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Sempre secondo le fonti, le dimissioni di Yumashev avrebbero sorpreso lo staff di Putin. Il fatto che il Cremlino non abbia commentato la notizia e non siano state diffuse delle motivazioni per il passo indietro, spinge gli esperti a pensare che alla base ci sia stato il disaccordo riguardo alla situazione in Ucraina
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Nei giorni scorsi hanno fatto scalpore anche le dimissioni di Boris Bondarev, consigliere della missione russa alle Nazioni Unite a Ginevra. Ha lavorato per la diplomazia russa per vent’anni e ricopriva questo incarico dal 2019. "Non mi sono mai vergognato così tanto del mio Paese", ha detto. E ha aggiunto: “La guerra aggressiva scatenata da Putin contro l'Ucraina, e di fatto contro l'intero mondo occidentale, non è solo un crimine contro il popolo ucraino, ma anche il crimine forse più grave contro il popolo russo”
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E Bondarev non è stato il primo diplomatico a essersi dimesso dall'inizio della guerra in Ucraina: a marzo aveva lasciato (il suo incarico e il Paese) anche Anatoly Chubais, dal 2020 inviato speciale di Mosca per il clima. È conosciuto come l'architetto delle privatizzazioni in Russia degli anni Novanta ed è stato anche vicepremier. Forbes l’ha definito “il più alto funzionario russo a essersi dimesso in seguito all’invasione dell’Ucraina”
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Chubais, prima della guerra, era considerato uno degli uomini più vicini a Putin. Secondo la Associated Press, è tra i principali personaggi russi che hanno espresso dissenso verso la guerra in Ucraina. Dopo le dimissioni ha fatto perdere le sue tracce, secondo alcune fonti si trova in Turchia
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Putin starebbe rischiando di perdere anche un altro pezzo importante tra i suoi fedelissimi. Elvira Nabiullina, numero uno della Banca centrale della Federazione russa, secondo alcune fonti avrebbe provato più volte nelle scorse settimane a presentare le sue dimissioni, ma il presidente russo le avrebbe respinte, imponendole di restare per far fronte alla situazione economica del Paese alle prese con le sanzioni

Nei giorni scorsi hanno fatto scalpore anche i passi indietro di 5 governatori russi: hanno annunciato che si dimetteranno o che non correranno per un nuovo mandato. I primi sono stati Sergei Shyachkin e Igor Vasilyey, a capo delle oblast’ di Tomsk (in Siberia) e di Kirov (a est di Mosca); poi Valery Radayev, della provincia di Saratov (al confine con il Kazakistan) e Alexander Yevstifeyev, capo della Repubblica autonoma di Mari El (lungo il corso del Volga); infine Nikolai Lyubimov, governatore di Ryazan (a sud-est di Mosca), ha detto di non volersi ricandidare

Tra i fedelissimi di Putin, ci sono anche alcune figure che sono state sospese perché al presidente non piace come sta andando la guerra. È il caso di Valery Gerasimov (foto), capo di Stato maggiore delle forze armate. Tra i “silurati” ci sarebbero anche Alexander Bortnikov, alleato di lunga data e capo del servizio di sicurezza; Igor Kostyukov, vice capo di stato maggiore delle forze armate; il generale Sergei Kisel, comandante di reparti corazzati accusato di non aver conquistato Kharkiv; il viceammiraglio Igor Osipov, per l’affondamento dell’incrociatore Moskva

Per settimane, sembrava che in questo elenco di “silurati” fosse finito anche il ministro della Difesa Sergei Shoigu. Era scomparso, infatti, dai telegiornali, dai social e dagli appuntamenti in pubblico. Indiscrezioni mormoravano che fosse finito nel mirino del Cremlino per aver fornito una valutazione sbagliata di quella che doveva essere una campagna lampo in Ucraina. Poi, però, è ricomparso e ha ricominciato a minacciare l’Occidente