Ucraina, viaggio nel quartiere più distrutto di Kharkiv. Il reportage di Sky TG24

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Jacopo Arbarello

Viaggio a Saltivka, dove fino a pochi giorni fa i pochissimi abitanti rimasti dovevano nascondersi sottoterra. Nessun palazzo si è salvato dai bombardamenti

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A Saltivka le ferite della battaglia sono ovunque. Voragini, lampioni abbattuti, auto in fiamme, artiglieria incastrata nell’asfalto e detriti per terra. Siamo alla periferia nord di Kharkiv e questa è la strada attraverso la quale i russi volevano entrare in città. Come ovunque in questa guerra, hanno provato ad aprirsi la strada con le bombe. Qui si è combattuto duramente. Fino a pochi giorni fa tutti i pochissimi abitanti rimasti dovevano nascondersi sottoterra. Nulla è stato risparmiato dalla distruzione in questo popoloso quartiere dormitorio alle porte della città. Non c’è neanche un palazzo che non porti i segni dei bombardamenti. (GUERRA IN UCRAINA. LO SPECIALE - GLI AGGIORNAMENTI IN DIRETTA - IL RACCONTO DEGLI INVIATI)

I resti dei bombardamenti a Saltivka, Kharkiv
I resti dei bombardamenti a Saltivka, Kharkiv

Palazzi sventrati, anziani rimasti senza casa

Iryna e Misha ci vedono e ci fermano per raccontarci quello che hanno vissuto. Perché loro non se ne sono mai voluti andare e ci guidano in un tour per il quartiere. Palazzi sventrati, anneriti, danneggiati forse in maniera definitiva. Nel quartiere manca ancora la luce, il gas e l’acqua e le cucine sono ancora collettive, a legna, davanti alle entrate dei palazzi. Come a Mariupol, come in Donbass, come a Bucha e Irpin quando c’erano i russi. Tutte le città sotto assedio mostrano le stesse ferite, gli stessi drammi. A non essere fuggiti, come vediamo, sono soprattutto gli anziani, perché non ce la facevano, e gente come Iryna e Misha che sono tra quelli rimasti per aiutarli. Iryna ce lo dice esplicitamente: “Come potevamo andarcene lasciando qui tutte queste persone senza aiuto? Chiunque arrivi, noi resteremo qui, fino a che tutti gli abitanti non saranno in salvo”.  

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"Vogliamo la pace, non perdiamo l'ottimismo"

Adesso l’eco dei combattimenti si ode solo in lontananza, e bisogna subito ricominciare a vivere. In questo quartiere non sarà facile. Manca tutto. Vediamo operai al lavoro su enormi tubature del gas danneggiate dai missili.  Ma anche il mercato, il supermercato e i negozi sono andati completamente distrutti, e la maggior parte dei palazzi non sembra riparabile, andrà probabilmente abbattuta e ricostruita. Ciò nonostante, dalla cucina collettiva davanti al palazzo dove si ritrovano gli anziani del quartiere ci arriva un messaggio di speranza. Una bella signora seduta su una panchina usa parole al miele: “Vogliamo solo la pace. E siamo contenti di ogni giorno di sole. Non perdiamo il nostro ottimismo perché è il modo più facile di sopravvivere”.

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