A due giorni dalla sua elezione, ai cardinali riuniti nell'aula nuova del Sinodo, il nuovo Pontefice ha spiegato perché ha deciso di chiamarsi Leone XIV: oggi il mondo sta attraversando cambiamenti simili a quelli della rivoluzione industriale, quando a governare la Chiesa era Papa Leone XIII. Spesso ha citato Bergoglio, di cui intende "riprendere il cammino". E conferma la "piena adesione" al Concilio Vaticano II
A guidare la Chiesa cattolica durante la rivoluzione industriale fu Papa Leone XIII, che verso la fine del diciannovesimo secolo parlò delle questioni sociali connesse ai grandi cambiamenti del mondo con l’enciclica Rerum Novarum. È anche in riferimento a quel periodo e a quel Pontefice che Robert Francis Prevost ha scelto di essere Papa Leone XIV: la Chiesa deve "rispondere a un'altra rivoluzione industriale e agli sviluppi dell'intelligenza artificiale", ha spiegato nel suo discorso di oggi, 10 maggio, ai cardinali nell’aula nuova del Sinodo, a due giorni dalla sua elezione. È infatti la Chiesa, ha sottolineato, che oggi “offre a tutti il suo patrimonio di dottrina sociale” per muoversi in mezzo alle novità industriale e tecnologiche, “che comportano nuove sfide per la difesa della dignità umana, della giustizia e del lavoro".
Papa Leone XIV: "Riprendo il cammino di Bergoglio"
Molti i punti toccati da Papa Leone XIV nel suo discorso, denso come un programma di governo. Definendosi “un umile servitore di Dio e dei fratelli”, il Pontefice ha detto di richiamarsi agli "esempi di tanti miei predecessori, da ultimo quello di Papa Francesco stesso, con il suo stile di piena dedizione nel servizio e sobria essenzialità nella vita, di abbandono in Dio nel tempo della missione e di serena fiducia nel momento del ritorno alla Casa del Padre". Adesso bisognerà raccogliere "questa preziosa eredità” e riprendere il cammino “animati dalla stessa speranza che viene dalla fede".
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La "piena adesione" al Concilio Vaticano II
Uno dei punti più simbolici dell’intervento del Papa è stato quello in cui ha chiesto ai cardinali di rinnovare “la nostra piena adesione” al cammino della Chiesa “sulla scia del Concilio Vaticano II". Anche riguardo a questo ha richiamato Bergoglio, ricordando come abbia ne abbia “attualizzato magistralmente i contenuti" nell'Esortazione apostolica Evangelii gaudium. Quindi ha citato "il ritorno al primato di Cristo nell'annuncio; la conversione missionaria di tutta la comunità cristiana; la crescita nella collegialità e nella sinodalità; l'attenzione al sensus fidei, specialmente nelle sue forme più proprie e inclusive, come la pietà popolare; la cura amorevole degli ultimi, e degli scartati; il dialogo coraggioso e fiducioso con il mondo contemporaneo nelle sue varie componenti e realtà".

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Il Papa ai cardinali: "Mi aiutate in ruolo superiore a mie forze"
Poi un passaggio dedicato agli stessi cardinali: “Siete i più stretti collaboratori del Papa, e ciò mi è di grande conforto nell'accettare un giogo chiaramente di gran lunga superiore alle mie forze, come a quelle di chiunque", dice Prevost. A confortarlo è anche il fatto "che il Signore, che mi ha affidato questa missione, non mi lascia solo nel portarne la responsabilità", perché sa "prima di tutto di poter contare sempre, sempre sul suo aiuto" e "sulla vicinanza vostra e di tanti fratelli e sorelle che in tutto il mondo credono in Dio, amano la Chiesa e sostengono con la preghiera e con le buone opere il Vicario di Cristo".
