Davos, Soros: l'invasione dell'Ucraina potrebbe essere inizio della Terza guerra mondiale

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Per il finanziere e filantropo di origine ungherese "la nostra civiltà potrebbe non sopravvivere" e serve "mobilitare ogni risorsa contro Putin". E su Draghi: "Leader europeo più capace di portare avanti il progetto per un'Europa federale"

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Durante l’incontro coi giornalisti a margine del Forum economico mondiale a Davos, il filantropo campione della democrazia liberale e della 'società aperta' George Soros ha sostenuto che, con l’inizio dell’invasione russa in Ucraina, "il corso della storia è cambiato radicalmente” e che l’azione militare di Mosca “ha scosso l'Europa in profondità”. Per Soros, la cosiddetta “operazione speciale” “potrebbe aver segnato l'inizio della terza Guerra Mondiale e la nostra civiltà potrebbe non sopravvivere" (GUERRA IN UCRAINA: LO SPECIALE - GLI AGGIORNAMENTI IN DIRETTA - IL RACCONTO DEGLI INVIATI).

"Sconfiggere Putin il prima possibile"

Secondo il finanziere, "il modo migliore e unico per preservare la nostra civiltà è sconfiggere il presidente russo Vladimir Putin il prima possibile". Soros si dice però ottimista, visto che "l'Europa sembra finalmente andare nella giusta direzione", con un'integrazione più forte fra i Paesi di fronte all'aggressione russa contro l'Ucraina e ora nell'Occidente "dobbiamo mobilitare tutte le nostre risorse per porre fine alla guerra, occorre sconfiggere Putin il prima possibile".  Sul capo del Cremlino e il presidente della Cina Quanto Xi Jinping, Soros non ha risparmia strali: i "due dittatori" sono "legati in un'alleanza 'senza limiti' e governano con l'intimidazione, sono destinati a fare errori enormi" come la politica zero Covid di Pechino e l'invasione dell'Ucraina.

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La lettera spedita a Mario Draghi

Nella giornata del 24 maggio, Soros ha citato il premier italiano Mario Draghi, incoronandolo come leader europeo più capace di portare avanti il progetto per un'Europa federale. A partire dalla prova di forza sul gas, dove l'Europa, non la Russia, ha il coltello dalla parte del manico. "Gli ho scritto ieri una lettera in cui dico che l'Europa, che detiene i gasdotti, ha in realtà una posizione di forza maggiore rispetto alla Russia", ha detto il filantropo.

 

Per Soros il premier italiano è l'uomo giusto per l'Europa

Soros ha deciso di rivolgersi proprio a Draghi in quanto leader europeo "in grado di far avanzare" le posizioni europee, e che ha "l'iniziativa, l'immaginazione, l'alta reputazione" necessarie per il braccio di ferro con Mosca e per per far avanzare un progetto federalista in Europa. "Non è l'unico leader, e in questo momento i politici europei sono in una fase creativa". Quello che serve "è un passo avanti verso un'Europa parzialmente federata, sarebbe un vantaggio enorme".

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"Putin sta chiaramente ricattando l'Europa"

"Putin - si legge nella missiva di Soros a Draghi - sta chiaramente ricattando l'Europa minacciando di trattenere il gas, che ha messo a riserva piuttosto che alimentare le forniture all'Europa". I prezzi sono così saliti, facendo guadagnare la Russia, ma "la posizione negoziale di Putin non è forte come sembra e come Putin finge che sia: si stima che per luglio i depositi russi saranno al massimo, e l'Europa è il solo mercato di sbocco russo", con rischio che la Russia debba chiudere in Siberia circa 12.000 punti d'estrazione difficili da riaprire perché vetusti". 

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"Imporre pesante tassa su importazioni del gas russo"

L'Europa ha dunque una carta da giocare, secondo Soros: "è urgente che si prepari a usare il suo potere negoziale" e deve anticipare al massimo i preparativi per rendersi indipendente dalla Russia, prima della prossima stagione fredda, impedendo a Putin di chiudere i rubinetti finché tale mossa può fare ancora male. A quel punto, la strada indicata dal finanziere e filantropo di origine ungherese è "imporre una pesante tassa sulle importazioni di gas, in modo che il prezzo al consumo non scenda, ma la Ue guadagni un gettito in da usare per sostenere i poveri e investire in energia verde". In questo modo "la Russia non recupererà mai le vendite che ha perso" e l'Ue avrà dato un forte segnale di unità e assestato un colpo al "dittatore" di Mosca.

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