Energia, Ue: 300 miliardi per sganciarsi da Mosca

Economia

Simone Spina

Bruxelles vuole l'indipendenza da gas, petrolio e carbone russo. E per questo presenta un pacchetto da quasi trecento miliardi di euro fondato su tre pilastri: fornitori alternativi, più risparmi nei consumi e maggior ricorso a fonti rinnovabili. In questo senso, la proposta di pannelli solari su gran parte dei tetti del Continente. Il piano RePowerEu finanziato in gran parte coi denari del Recovery Fund

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Quasi trecento miliardi di euro d’investimenti entro il 2030. E’ questo il prezzo dell’indipendenza energetica dalla Russia, che la presidente della Commissione Europa Ursula Von der Leyen vuole raggiungere il prima possibile. La guerra in Ucraina ha cambiato la bussola comunitaria: ecco perché col programma RePowerEu si annunciano massicci finanziamenti con l’obiettivo non solo di cercare fornitori alternativi a Putin (che continua a vendere all’Europa grandi quantità di gas e petrolio) ma anche di accelerare su rinnovabili e risparmio dei consumi. (GUERRA IN UCRAINA, LO SPECIALE DI SKY TG24 – I REPORTAGE E LE DIRETTE DALL’UCRAINA).

225 miliardi di prestiti e 72 di sovvenzioni

I soldi, in gran parte prestiti (225 miliardi), saranno disponibili grazie al Recovery Fund, il pacchetto contro la crisi del Covid. Molti Paesi non hanno chiesto questa fetta della torta perché non lo ritenevano economicamente conveniente e quindi potranno essere usati per l’energia. Una circostanza che potrebbe mettere in difficoltà l’Italia, che invece ha domandato tutti i denari a disposizione. Il resto del pacchetto, 72 miliardi, sono invece sovvenzioni provenienti da altri fondi comunitari. Gli Stati, quindi, potranno spenderli per trovare alternative a Mosca, ampliando – per esempio - i metanodotti esistenti e costruendo nuovi rigassificatori.

Più rinnovabili, meno consumi

 

Per bilanciare questo maggior ricorso temporaneo ai combustibili fossili, l’Europa accelera sulle fonti meno inquinanti, che dovranno coprire il 45% della produzione entro otto anni. E, poi, più idrogeno verde (quello non prodotto col gas), biometano e risparmio energetico (l’obiettivo sale al 13%). In questo senso, limiti a condizionatori e termosifoni ma anche pannelli solari sui tetti dei palazzi pubblici (entro il 2025) e su tutte le case nuove dal 2029. Un progetto ambizioso, come molti altri contenuti nel RePowerEu. Dal taglio alle autorizzazioni per nuovi impianti fotovoltaici ed eolici (ora ci vogliono anni) alla piattaforma comune per gli acquisti delle materie prime per l’energia. Gli Stati, infine, potranno continuare ad abbassare le tasse su luce e gas per alleggerire le bollette, mentre l’idea di un tetto unico al prezzo del metano importato ci sarà solo se la Russia chiuderà del tutto i rubinetti.

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