
Azovstal, dai primi attacchi all'accordo per l'evacuazione finale: la cronologia
È stato raggiunto un accordo per far uscire i combattenti rimasti all'interno dello stabilimento, dopo 83 giorni. "Ci sono ancora molte persone rimaste" nell'area "e continuiamo a negoziare per farle uscire da lì", sottolinea però il vice ministro della Difesa ucraino. Ecco tutte le tappe della vicenda

Sull'acciaieria Azovstal è stato raggiunto l'accordo per l'evacuazione dei combattenti rimasti all'interno dello stabilimento, dopo 83 giorni. Ma "ci sono ancora molte persone rimaste e continuiamo a negoziare per farle uscire", dice alla Bbc il vice ministro della Difesa ucraino, affermando che l'operazione di salvataggio sarà conclusa solo quando tutti i difensori di Mariupol saranno stati evacuati nei territori sotto il controllo ucraino. Ecco cosa è successo, tappa per tappa, in quasi tre mesi. Nella foto, l'evacuazione dei militari ucraini
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24 febbraio - Le truppe russe entrano in Ucraina attraverso la Crimea e iniziano un'offensiva generale lungo l'intera linea di separazione, da Stanitsa Luhanska, vicino al confine russo, al porto di Mariupol, sul Mar d'Azov, la cui acquisizione consentirebbe di creare un corridoio terrestre verso l'annessa penisola di Crimea
Azovstal, tutto quello che sappiamo sull'evacuazione dell'acciaieria di Mariupol19 marzo - L'artiglieria russa devasta l'impianto metallurgico di Azovstal (in foto)
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21 aprile - La Russia afferma di aver preso Mariupol ma riconosce che c’è ancora una sacca di resistenza nelle acciaierie Azovstal. Non viene emesso l'ordine di attaccarle. Il giorno dopo l'Ucraina afferma che la Russia vuole controllare il Sud e l'Est non solo per stabilire un corridoio terrestre dal Donbass alla penisola di Crimea, ma anche per creare un punto di accesso alla Transnistria, regione separatista e filorussa della Moldavia. In foto, l'Azovstal dall'alto

23 aprile - La Russia riprende gli attacchi aerei contro le acciaierie Azovstala e 2 giorni dopo dichiara un nuovo cessate il fuoco per l'evacuazione dei civili che si erano rifugiati nell'acciaieria

27 aprile - L'esercito russo riprende gli attacchi aerei contro l'impianto metallurgico. Nel frattempo, l'Onu annuncia che sta preparando un'operazione insieme al Comitato Internazionale della Croce Rossa per evacuare i rifugiati civili il prima possibile

1 maggio - L'Ucraina riesce a evacuare i primi cento civili rifugiati nell'acciaieria. Il 6 maggio la Russia afferma che 50 civili sono stati evacuati dall'impianto metallurgico, tra cui 11 bambini, in un'operazione umanitaria. Il giorno dopo, il resto dei civili (donne, bambini e anziani) viene evacuato. Nelle acciaierie rimangono solo i soldati che stanno resistendo alle truppe russe. Nella foto, le operazioni del 6 maggio

9 maggio - Le truppe russe riprendono l'assalto allo stabilimento Azovstal. L’11 maggio l’esercito russo attacca ancora l'acciaieria con artiglieria pesante, carri armati e bombardamenti aerei

12 maggio - I soldati ucraini del reggimento Azov resistono agli attacchi dell'esercito russo, che ha bloccato le uscite dei sotterranei della gigantesca centrale. Il giorno dopo le truppe russe tentano senza successo di irrompere nelle acciaierie. Nella foto, l'area l'11 maggio

16 maggio - Circa 264 soldati ucraini vengono evacuati, dopo l'accordo tra Russia e Ucraina. È la fine della resistenza di Mariupol. Nella foto, forze russe nell'area il 17 maggio

Il ministero della Difesa russo ha diffuso un video che mostra la “resa” da parte dei combattenti ucraini evacuati. Nel filmato si vedono i soldati feriti portati fuori dallo stabilimento sulle barelle e, mentre ricevono le prime cure, gli altri vengono perquisiti dai militari russi. Il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, ha assicurato che le truppe ucraine saranno trattate "secondo gli standard internazionali"

18 maggio - Il ministero della Difesa russo annuncia che 959 soldati ucraini si sono arresi da lunedì. "Nelle ultime 24 ore, 694 combattenti, di cui 29 feriti, si sono arresi. Dal 16 maggio, 959 combattenti, di cui 80 feriti, si sono arresi", afferma il ministero in un comunicato