Ucraina, Kiev rivuole i soldati Azov, negoziatore Mosca smentisce scambi prigionieri

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Leonid Slutsky ha negato di aver aperto alla possibilità di uno scambio di prigionieri tra i combattenti del battaglione Azov e l'oligarca filorusso Medvedchuk. “Mie dichiarazioni non riportate correttamente”. Zelensky lega però la sorte dei militari agli stessi negoziati di pace. Ma la Russia vuole processare i prigionieri

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Il negoziatore russo e capo della commissione per gli affari internazionali della Duma, Leonid Slutsky, ha smentito di aver aperto alla possibilità di uno scambio di prigionieri tra i combattenti del Battaglione Azov e l'oligarca filorusso Medvedchuk. "La mia opinione non è cambiata: non ci dovrebbe essere uno scambio con i combattenti dell'Azov, che sono banditi nella Federazione russa, ed il loro destino dovrebbe essere deciso dal tribunale", ha scritto in un post su Telegram, ripreso dall'agenzia Tass (GUERRA IN UCRAINA: LO SPECIALE - TUTTI GLI AGGIORNAMENTI). Slutsky in questa occasione ha i criticato i media "a cui piace prendere delle citazioni fuori contesto" e li ha invitati a non fare "sensazionalismo dal nulla". In precedenza Interfax aveva reso noto, citando Slutsky, che la Russia stava valutando la possibilità di uno scambio di prigionieri con l'Ucraina tra combattenti del reggimento Azov e Medvedchuk. Slutsky in questa precisazione su Telegram ha spiegato che "tutte le questioni relative al politico ucraino Viktor Medvedchuk dovrebbero essere discusse da "coloro che hanno la competenza appropriata". 

Filorussi: 2.439 ucraini di Azovstal detenuti, 78 donne 

Poco meno di 2.500 soldati ucraini si sono arresi ad Azovstal, ha detto ieri il leader separatista filorusso Denis Pushilin. "2.439 persone sono state detenute e sono in custodia, di cui 78 sono donne", ha detto Pushilin. Senza escludere che qualcuno continui ancora a nascondersi nell'acciaieria di Mariupol. "Avevano cibo e acqua a sufficienza, avevano anche armi a sufficienza. Il problema era la mancanza di medicinali. Non escludiamo che qualcuno sia rimasto. Verrà effettuato un controllo approfondito", ha spiegato, aggiungendo che c'erano anche "tre nostri prigionieri di guerra della Dpr", l'autoproclamata repubblica di Donetsk, ed "ora sono liberi". Ci sono anche stranieri tra i combattenti che si sono arresi ad Azovstal, a Mariupol, ha detto Denis Pushilin. "Secondo le informazioni preliminari, sì, c'erano e sì, ci sono. Ma non voglio fare affermazioni infondate, poiché le informazioni saranno, ovviamente, rese pubbliche dopo il lavoro degli specialisti”.

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Kiev rivuole gli Azov

Ieri Zelensky era tornato ad aprire al negoziato con Mosca, spiegando che il conflitto si può anche vincere sul campo, ma "si concluderà definitivamente con la diplomazia”. Molto dipenderà dal futuro dei prigionieri di Azovstal, ha spiegato il presidente ucraino, chiarendo che la ripresa dei colloqui è legata all'impegno del nemico a garantire "la vita dei difensori di Mariupol". Del resto, già da tempo la sorte del battaglione Azov e delle altre truppe rimaste asserragliate per quasi tre mesi nella fonderia era stato indicato da Kiev come una linea rossa dei negoziati. "Li porteremo a casa. Questo è quello che dobbiamo fare con i nostri partner che si sono presi la responsabilità", ha promesso Zelensky. Ieri era emersa l’ipotesi di uno scambio tra le truppe di Azov e l'oligarca filorusso Viktor Medvedchuk, catturato il mese scorso in un blitz degli 007 ed esposto come il simbolo dei traditori in Ucraina. Lo stesso politico, indicato come "uomo di Vladimir Putin" a Kiev, aveva fatto appello al presidente russo a liberarlo attraverso uno scambio con i difensori di Azovstal, prima della sua caduta. 

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