Guerra in Ucraina, nelle prigioni dove i russi tenevano i civili. Il reportage di Sky TG24

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Jacopo Arbarello

In un villaggio vicino a Kiev abbiamo incontrato un uomo che è stato rapito dai russi ed è stato tenuto imprigionato, insieme ad altri compaesani, per quasi un mese, in condizioni estreme. Ci ha portato a vedere quali erano le prigioni dove li tenevano

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Qui dentro vivevano in 18. Prigionieri dei russi. Tutti uomini. Vladislav e i suoi compagni hanno passato 24 giorni sotto sequestro, cambiando tre volte prigione. Siamo nel villaggio di Nova Basan, meno di 90 chilometri da Kiev. Qui i russi sono rimasti fino a fine marzo. Vladislav ci mostra che ha segnato le giornate di prigionia sulle pareti, come facevano i carcerati di una volta. Poi spiega come facevano a dormire: "Due dormivano sul tavolo, un altro di fianco, due sotto. E tutti gli altri per terra". Anche l'acqua era razionata. Da 2 a 5 litri al giorno per tutti, una sola uscita per andare al bagno. E questa è stata la cella più comoda che hanno avuto: "Ne avevamo pochissima, la versavamo in un bicchierino e ne toccava uno a testa". (GUERRA IN UCRAINA. LO SPECIALE - GLI AGGIORNAMENTI IN DIRETTA - IL RACCONTO DEGLI INVIATI)

Le prigioni dove i russi tenevano i civili a Nova Basan
Le prigioni dove i russi tenevano i civili a Nova Basan

Un trattamento disumano

Nei primi quattro giorni erano rinchiusi in questo capanno di legno che cercano di aprire con la forza. Qui l'aria era irrespirabile. E quando c'erano i bombardamenti bisognava entrare in questa specie di tombino per topi tutto buio. I russi che li controllavano cambiavano sempre, ma erano tantissimi, ovunque, dice Vladislav che ci fa vedere come li spiavano dalla finestra. Il trattamento è stato disumano: "Rompevano a terra le lattine di grasso di maiale o di sottaceti, ce le buttavano addosso e ci dicevano: mangiate come i cani". Ci fa anche vedere la foto di quello che sostiene essere il comandante dei soldati russi, l'uomo che lo ha fatto prigioniero. Per I suoi sequestratori ha un messaggio, quasi pacifico, se si pensa quello che hanno fatto: "Vorrei che passassero quello che abbiamo vissuto noi". 

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Le condizioni in cui vivevano i prigionieri ucraini a Nova Basan
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La finta esecuzione

Periodicamente i prigionieri venivano spostati di nascondiglio, bendati e legati come in questo video girato dalla moglie al momento della liberazione di altri ostaggi del villaggio. Il motivo di questi sequestri è semplice: I russi erano terrorizzati che gli ucraini fossero in contatto con l'esercito e dessero indicazioni precise su dove bombardare i nemici. Dalla terza cella, invece, i prigionieri sono fuggiti appena in tempo, quando già era in corso la battaglia per la liberazione e cadevano le bombe. Un'ora dopo la loro fuga dalla prigione un bombardamento ha colpito la baracca dove erano incarcerati. Se fossero rimasti sarebbero tutti morti. Infine Vladislav ci fa il racconto più raggelante. Quando ha pensato che per lui era finita. La finta esecuzione: "Mi hanno bendato e fatto inginocchiare, poi hanno sparato vicino alla testa e in mezzo alle gambe. A tutti gli ostaggi è successa la stessa cosa". Ad altri purtroppo non è andata così bene: "Una volta liberato ho trovato 3 civili uccisi per la strada. Li ho coperti con un telo".

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