La donna conferma che i bombardamenti russi sulla fabbrica Azovstal di Mariupol vanno avanti senza interruzione, che i civili intrappolati sono ancor almeno 100 e che le condizioni dell'ospedale da campo sono invivibili
Le acciaierie Azovstal sono l'inferno in terra. Ce lo ha confermato da Leopoli Lisa, la moglie di un soldato del battaglione Azov che si trova dal 15 aprile all'interno del complesso industriale di Mariupol assediato dalle truppe russe da settimane. All'interno del complesso, nonostante quello che dicono le autorità, ci dice Lisa, ci sono almeno ancora 100 civili. Non solo. Il marito nonostante sia stato ferito, cerca di non restare nell'ospedale da campo interno alle acciaierie perché rimanerci è un vero e proprio incubo, morti ogni ora, le urla dei feriti, e l'odore dei cadaveri che non se ne va. La moglie, che ha con sé un figlio di 2 anni, spera ancora che i feriti possano essere salvati, e per questo viene a parlare con noi. Per non far calare il silenzio su quel che accade ancora a Mariupol. (LO SPECIALE GUERRA DI SKY TG24 - TUTTI GLI AGGIORNAMENTI IN TEMPO REALE).
Non sente la voce del marito da più di un mese, la connessione non è abbastanza forte per riuscire a telefonarsi. Da inizio aprile si scambiano solo messaggi via Telegram. Riesce a non commuoversi quasi fino alla fine dell'intervista, ma quando racconta le ultime telefonate con il marito, con i bombardamenti in sottofondo, e le sue continue richieste di ricevere le foto del bambino, di sapere come sta, non riesce a trattenersi e scoppia in lacrime. Nega risolutamente le accuse di nazismo e di crimini di guerra che da più parti sono state mosse al battaglione Azov. Dice che il marito nel 2014 si è semplicemente arruolato nell'esercito, solo dopo è stato assegnato al battaglione Azov. E soprattutto spera in un miracolo, che prescinda dalla politica e consideri il fatto che nei sotterranei dell'Azovstal ci sono degli uomini feriti. Non vuole rassegnarsi a diventare vedova così giovane.