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Usa, Corte Suprema su aborto: “Bozza non definitiva”. Biden: “Minati diritti fondamentali”

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©Getty

Il sito Politico ha ottenuto in esclusiva una bozza sul parere della maggioranza dei saggi, dalla quale emerge la volontà di abolire la sentenza Roe vs Wade del 1973. "È tempo di restituire la questione dell'aborto ai rappresentanti eletti del popolo", si legge nel testo. Il presidente Usa: "Spetterà ai nostri dirigenti proteggere il diritto della donna a scegliere e spetterà agli elettori eleggere dirigenti pro scelta in novembre" alle elezioni di Midterm. Aperta un'indagine sulla fuga di notizie

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È polemica negli Stati Uniti dopo che Politico ha rivelato che la Corte Suprema sarebbe intenzionata votare per annullare la legge del 1973 che garantisce il diritto all'aborto. Il sito ha ottenuto in esclusiva una bozza, scritta dal giudice Samuel Alito, delle motivazioni con cui cinque dei nove giudici si appresterebbero a cancellare la storica sentenza Roe v. Wade, un documento che si presenta come un ripudio "totale e fermo". Tuttavia la Corte Suprema ha fatto sapere che la bozza, pur essendo autentica, non rappresenta la posizione finale e definitiva dei giudici. Dura la reazione del presidente Joe Biden: "Credo che il diritto della donna a scegliere sia fondamentale, la Roe è stata una legge del Paese per quasi 50 anni, la correttezza di base e la stabilità della nostra legge richiedono che non sia ribaltata. Se la Corte suprema ribalterà la sentenza Roe v. Wade, spetterà ai nostri dirigenti eletti a tutti i livelli di governo proteggere il diritto della donna a scegliere e spetterà agli elettori eleggere dirigenti pro scelta in novembre" alle elezioni di Midterm. Secondo la Cnn, il presidente della Corte Suprema John Roberts ha avviato indagini sulla fuga di notizie. Centinaia di persone si sono ritrovate davanti alla Corte Suprema nella notte per protestare: "Questa opinione della Corte Suprema è orribile e senza precedenti e conferma le nostre peggiori paure. Continueremo a combattere per proteggere il diritto ad accedere ad un aborto sicuro e legale", ha dichiarato la presidente di Planned Parenthood, Alexis McGill.

Cosa dice la bozza

"Riteniamo che le sentenze Roe e Casey debbano essere annullatate", si legge nella bozza intitolata “Parere della Corte”. "È tempo di dare ascolto alla Costituzione e restituire la questione dell'aborto ai rappresentanti eletti del popolo", si legge ancora nel documento. La bozza è stata redatta a febbraio, riferiscono fonti informate a Politico. I quattro giudici nominati dai repubblicani - Clarence Thomas, Neil Gorsuch, Brett Kavanaugh e Amy Coney Barrett - hanno votato con Alito, anche lui nominato da un presidente del Grand Old Party, George W. Bush, nel 2005, per abolire il diritto all'aborto. I tre giudici democratici Stephen Breyer, Sonia Sotomayor e Elena Kagan stanno lavorando a una contro-bozza, riferiscono le fonti. Non è chiaro come si schiererà il presidente della Corte suprema John Roberts, nominato sempre da Bush nel 2006 e che è considerato un moderato. 

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La replica della Corte Suprema

"Anche se autentico, il documento riportato non rappresenta una decisione della Corte o la sua posizione finale e quella definitiva dei suoi membri sul caso", si legge in una nota dei giudici americani. In seguito alla pubblicazione della bozza, si sono moltiplicate le richieste alla Corte Suprema per una decisione sulla Roe v. Wade, a giorni invece che alla fine di giugno come finora atteso. Non è però chiaro se i saggi cederanno alle pressioni. I democratici intanto in Congresso si preparano alla battaglia con il leader dei liberal in Senato, Chuck Schumer, che si impegna a convocare un voto sull'aborto.

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Biden: “Bozza Corte suprema su aborto mina diritti fondamentali”

La bozza delle motivazioni con cui la Corte suprema si appresta a cancellare la storica sentenza 'Roe v. Wade' sull'aborto "mette in discussione ogni decisione nella nostra vita privata" e "tutta una serie di diritti fondamentali", ha detto Joe Biden ai cronisti in Alabama, parlando di un testo "radicale". Il presidente ha ricordato in una nota della Casa Bianca che la sua amministrazione "ha argomentato fortemente davanti alla Corte Suprema in difesa della Roe v. Wade", basata su "una lunga linea di precedenti che riconoscono il concetto del 14/mo emendamento della libertà personale, contro l'interferenza del governo con decisioni intensamente personali". Biden ha citato in particolare le impugnazioni delle leggi del Texas e di altri Stati (a maggioranza repubblicana) che limitano i diritti delle donne in tal senso. E ha ricordato di aver ordinato al consiglio sulla politica di genere e all'ufficio legale della Casa Bianca "di preparare opzioni per una risposta dell'amministrazione ai continui attacchi ai diritti riproduttivi e d'aborto, sotto una varietà di possibili esiti dei casi pendenti di fronte alla Corte Suprema". "Saremo pronti quando sarà emessa qualsiasi sentenza", ha promesso.

Pelosi: "I giudici hanno mentito al Senato sull'aborto"

"Molti di questi giudici conservatori, che non devono rendere conto al popolo americano, hanno mentito al Senato degli Stati Uniti e stracciato la costituzione", ha commentato la speaker della Camera, Nancy Pelosi. "Se le notizie sono corrette, la Corte suprema è pronta a infliggere la più grande restrizione dei diritti degli ultimi 50 anni, non solo alle donne ma a tutti gli americani", ha attaccato.

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La sentenza Roe v. Wade

Il 22 gennaio del 1973 la Corte Suprema americana stabilì che una donna aveva il diritto di abortire "senza limiti eccessivi da parte del governo". Una sentenza epocale la Roe v. Wade che ha cambiato il corso della storia dei diritti civili negli Stati Uniti. L'apripista fu la 22enne Norma McCorvey che, con lo pseudonimo di Jane Roe, nel 1970 disperata per una terza gravidanza non voluta, vittima di povertà e droghe, fece causa al procuratore del Texas, dove l'aborto era illegale, Henry Wade. Dopo una battaglia di tre anni guidata dalle sue avvocatesse, Sarah Weddington e Linda Coffee, Norma ottenne il diritto all'interruzione di gravidanza con 7 voti a favore contro due, diventando un simbolo per tutte le donne. La Corte Suprema non legalizzò l'aborto di per sé, bensì decise che il diritto all'interruzione di gravidanza rientrava in quei diritti alla privacy garantiti dal 14esimo emendamento, puntualizzando che non è un "assoluto" ma deve essere bilanciato dai governi con regole che "tutelino la salute delle donne e del feto". Da allora negli Usa sono stati effettuati oltre 50 milioni di aborti ma negli ultimi anni, con un picco durante la presidenza di Donald Trump, sono aumentati gli Stati che hanno aggirato la sentenza imponendo durissime restrizioni sull'interruzione di gravidanza. Sono 26 in totale, con Texas, Oklahoma e Mississippi che hanno deciso le regole più restrittive. Nove hanno dei limiti sull'aborto che precedono la sentenza Roe v. Wade, e che non sono ancora stati applicati ma che potrebbero diventare effettivi nel caso la Corte Suprema dovesse ribaltarla e 13 hanno dei cosiddetti "divieti dormienti" che entrerebbero immediatamente in vigore dopo un eventuale decisione dei saggi.

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