A Live In Bari è intervenuto in collegamento Vitali Klitschko, primo cittadino della capitale. "Bucha è solo un esempio: anche a Borodyanka, Gostomel e Irpin c'è una distruzione totale. Nei prossimi due giorni avremo numeri più certi sulle vittime", ha affermato. Guarda l'intervista completa
Nel corso di Live In Bari, l'evento targato Sky TG24 (DIRETTA - OSPITI E PROGRAMMA), è intervenuto in collegamento Vitali Klitschko, sindaco di Kiev. L'ex pugile, ora tra i principali protagonisti della resistenza all'invasione russa, ha parlato della situazione nella capitale ucraina e della possibile visita di Papa Francesco. Ha lanciato poi un appello ai Paesi occidentali a "cessare qualsiasi rapporto con la Russia" perché "ogni euro e ogni centesimo che le viene inviato è investito nell'esercito". Sotto, i video e il testo dell'intervista.
Papa Francesco ha detto che l'opzione di venire a Kiev è sul tavolo. Che messaggio manda al Santo Padre?
Ho già invitato il Papa, gli ho inviato una lettera formale. Sarebbe un segnale molto potente averlo qui. Si tratterebbe di una visita simbolica molto importante che porterebbe pace nel nostro Paese, perché la figura del Papa è una figura internazionale. Se il Papa viene da noi, nella nostra città, sarebbe un viaggio simbolico che porterebbe pace in Ucraina perché tutto il mondo guarda al Papa, tutto il mondo ascolta le sue parole. Sarebbe davvero meraviglioso. Abbiamo ricevuto alcune informazioni sul fatto che stanno cercando di trovare una data. Se per caso verrà presa una decisione, sarebbe veramente meraviglioso dare il benvenuto al Santo Padre qui per portare pace in Europa. Non dimentichiamoci, per favore, che questa guerra è la più grande in Europa dopo la Seconda guerra mondiale.
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L'esercito ucraino sta riprendendo le zone a nord di Kiev, occupate dai russi. Arrivano immagini di centinaia di vittime civili da Bucha. Dobbiamo aspettarci altri massacri?
Bucha è semplicemente un esempio, non sappiamo quante persone siano state uccise. Tantissime persone mancano all'appello, tantissime persone sono scomparse. Stiamo anche cercando di raccogliere il numero di civili vittime di questa situazione. Credo che parliamo di migliaia di persone. Adesso abbiamo trovato 300 civili morti a Bucha, ma per esempio a Borodyanka - che è vicino a Bucha e Kiev, nella regione di Kiev - anche lì c'è una distruzione totale. Parlo di Borodyanka, di Gostomel, di Irpin, e penso che nei prossimi due giorni avremo delle cifre più precise sulle persone assassinate. Adesso stiamo cercando, appunto, di raccogliere tutte le informazioni, di pianificare come trovare le persone, come andare a ricostruire le infrastrutture. In alcune città non potremo ricostruire le infrastrutture perché sono completamente distrutte. Sto parlando di Borodyanka, Bucha, Gostomel. Sono devastate in maniera immane.
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Qual è la situazione a Kiev? Dove sono i nemici russi?
Adesso la situazione è piuttosto stabile. Nelle ultime due settimane non abbiamo sentito così tanto le sirene o gli allarmi che ci portavano a rifugiarci nei bunker. Le persone si sentono un po' più al sicuro e una gran parte della popolazione è tornata anche a Kiev. Perché Kiev e la regione di Kiev ora sono libere dall'esercito russo. Alcune infrastrutture funzionano, ad esempio abbiamo l'elettricità, il riscaldamento e l'acqua. E adesso stiamo cercando di stabilizzare la situazione per riaprire gli asili e le scuole. Penso che il prossimo passo sarà cercare di farlo nelle prossime due settimane. La nostra infrastruttura è comunque molto devastata, è stata distrutta dai russi. Diciamo che i grandi stoccaggi di cibo sono stati distrutti, molti ponti sono stati distrutti nella regione di Kiev, quindi nell'immediato dobbiamo ricostruire tutto per recuperare la vita normale dei cittadini.
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Accusate i russi di genocidio e crimini contro l'umanità. Pensate in ogni caso che sia possibile negoziare con loro un accordo di pace?
Stiamo ascoltando la parte russa che dice "Cerchiamo un compromesso, cerchiamo un negoziato". Mi dispiace, che compromesso? Dovremmo dare una parte del nostro territorio ai russi? Questo è un compromesso? No, non lo è. Alzare le mani, accordarci e accettare l'aggressione russa è un compromesso o forse una soluzione? Non lo è. Il nostro desiderio è che tutti i soldati russi se ne vadano dall'Ucraina. Noi siamo l'Ucraina e siamo sempre stati un popolo pacifico, una nazione pacifica. Il motivo per cui è iniziata questa guerra è perché noi vogliamo essere parte della famiglia europea democratica. La Russia, e Putin, vogliono invece ricostruire l'impero russo. Noi non vogliamo ritornare all'Unione Sovietica. Noi vediamo molto chiaramente il nostro futuro, il futuro dei nostri figli come parte della famiglia delle nazioni democratiche dove i diritti umani sono la priorità, dove c'è la libertà di stampa e dove i principi fondamentali sono rispettati. Questo è il nostro obiettivo e il motivo per cui la Russia ci sta facendo la guerra.
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Zelensky ha criticato l'Europa per le sanzioni insufficienti. Vi sentite abbandonati da Bruxelles?
A volte ci sentiamo delusi e arrabbiati perché ci sono dei politici che stanno un po' da tutte le parti. Bisogna prendere una posizione contro la guerra. Alcuni hanno ancora dei rapporti commerciali con la Russia. Il mio messaggio a tutti i politici adesso è che o si è bianchi o si è neri. Se volete sostenere la pace, se siete contro la guerra, allora dovete cessare qualsiasi rapporto con la Federazione russa perché ogni euro e ogni centesimo che le viene inviato non è investito nell'economia o nella popolazione, ma è investito nell'esercito e quindi vedete poi cosa succede, tutte le immagini orribili che arrivano dall'Ucraina. Ogni centesimo che mandate in Russia è denaro sporco di sangue. Anche il denaro che ricevete dalla Russia è sporco del sangue ucraino.
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Ha un appello da lanciare alla comunità internazionale?
Un ultimo messaggio: per favore rimanete con l'Ucraina, l'unità è la chiave per la libertà e per la pace in Ucraina. Restate in Ucraina e sostenete l'Ucraina perché noi stiamo combattendo e difendendo non solo il nostro Paese, non soltanto le nostre città. Stiamo combattendo e difendendo i principi del mondo democratico. Quindi grazie ancora per tutti voi che state con noi. L'unità è la chiave per la libertà e per la pace in Europa. Grazie per il vostro sostegno.