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Nemtsova a Sky TG24: l’Europa resti in massima allerta, Italia troppo morbida con Putin

Mondo

Tiziana Prezzo

Ai microfoni di Sky TG24 parla la figlia di Boris Nemtsov, ex vicepremier russo ammazzato nel 2015 a pochi passi dal Cremlino. “Putin è un dittatore che porta guerra e crisi - spiega Zhanna, che ora vive in esilio – ricorda Ivan il Terribile”. E sul futuro non appare ottimista: non credo a una rivolta degli oligarchi e non vedo un leader carismatico in grado di contrastare il Presidente

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“Il 15 marzo 2014 mio padre organizzò la più grande manifestazione in Russia per la pace. Vi parteciparono 50mila persone. Un numero enorme se si considera che manifestare in Russia può costare la libertà. Nel 2015 ne stava organizzando un’altra, sempre contro l’annessione della Crimea e la guerra in Donbass. Ma è stato ammazzato prima che si svolgesse”. (LO SPECIALE SULLA GUERRA IN UCRAINA - I VIDEO E REPORTAGE DI SKY TG24)

 

A parlare è Zhanna Nemtsova, 37 anni, figlia di Boris Nemtsov: l’ex vicepremier russo, grande oppositore del presidente Vladimir Putin, ammazzato per strada, a pochi passi dal Cremlino, il 27 febbraio 2015. Nonostante l’omicidio sia stato compiuto non distante dal posto più protetto dell’intera Russia, nessuna telecamera della zona ha registrato l’accaduto. Zhanna da allora vive in esilio, ha creato la Boris Nemtsov Foundation e cerca ancora giustizia e verità per la morte del padre. Il suo parlare di Putin, della situazione in cui versa il suo Paese e del futuro, è un misto di rabbia, sdegno e amarezza. Zhanna Nemtsova non fa sconti a nessuno, neanche all’Occidente: agli Stati Uniti, all’Europa e al nostro Paese. “Dove eravate quando mio padre, a gran voce, vi stava mettendo in guardia? Quando diceva che Putin significava guerra e crisi economica? E ora le abbiamo entrambe”. Zhanna richiama alla memoria il viaggio di Nemtsov in Italia nel 2008. “Mio padre – ricorda – aveva passato molto tempo in Ucraina. Aveva capito prima di molti altri quanto pericoloso potesse essere Putin: una minaccia  per i paesi vicini. Compresi quelli europei. E ve lo disse anche in quella occasione”.

 

“Putin? Un criminale di guerra, ricorda Ivan il Terribile”

“Crede che sia un criminale di guerra?”, le chiediamo. “Certo che lo è! - risponde alzando il tono della voce – Questa guerra non ha alcun senso.  La Russia è il più grande Paese al mondo per estensione, non abbiamo di certo bisogno di allargarci ancora per difenderci. Putin è una persona con problemi mentali, disconnesso dalla realtà, in preda alla paranoia. E la sua paranoia sta ammazzando civili in Ucraina e sta distruggendo anche il suo stesso Paese, in profonda crisi economica, con la propria gente in perenne stato di paura, senza prospettive.  Pensava che la Russia potesse rimanere un Paese autosufficiente a dispetto della guerra, ha creduto che l’Ucraina non avrebbe posto resistenza, che i soldati russi sarebbero stati ben accolti. Aveva ritenuto Volodymyr Zelensky un cordardo. Non ha capito e non capisce nulla dell’Ucraina, del mondo, e del suo stesso Paese! Ora la Russia è totalmente isolata. Putin ha una visione del molto obsoleta, che una mente moderna non può capire. Ricorda Ivan il Terribile, solo che calato negli anni Duemila”.

 

“Ma pensa sia stato sempre così o è peggiorato nel tempo?”, domandiamo.  “E’ sempre stato pieno di rabbia. Ma sono anche convinta che il nostro sistema politico cambi le persone in peggio e Putin non è diverso. Nel mio Paese non c’è nessun sistema di pesi e contrappesi. Se uno ha nelle mani un potere assoluto non cambierà di certo in meglio. Può cambiare solo in peggio”.

 

“Impossibile una rivolta di palazzo”

In una recente intervista a Sky tg24, la vedova Litvinenko (moglie dell’ex agente segreto russo avvelenato nel Regno Unito col polonio, ndr) ha però descritto Putin come una sorta di volto pubblico del clan di oligarchi che rappresenta, dove gli oligarchi non sono semplicemente i miliardari russi che gestiscono pezzi dello Stato, ma una cerchia più ristretta, fatta di persone che col presidente condividono un passato nei servizi segreti e fanno ancora parte degli apparati di sicurezza della Russia.  “Putin è il classico dittatore e il suo cerchio magico dipende da lui – è la categorica risposta -. Certo, c’è sicuramente una interdipendenza, ma è lui il capo, è lui che prende le decisioni più importanti”. Anche l’ipotesi di un colpo di mano da parte del palazzo viene stoppata. “E’ un sistema molto chiuso – spiega Nemtsova – e solo poche persone ne hanno accesso. Non vedo possibile una ribellione interna. E poi va detta un’altra cosa: non è detto che si cambierebbe in meglio! Noi abbiamo bisogno di un leader democratico, con dei principi democratici e non vedo un profilo di questo genere nell’entourage del Presidente.

 

“L’Europa deve rimanere in massima allerta, Italia troppo morbida”

Ma le prospettive future appaiono fosche non solo per la Russia, alla figlia di Boris Nemtsov. “Penso che tutte le nazioni europee dovrebbero essere in massima allerta – avverte-. Putin non è un interlocutore affidabile. Non mostra alcun segno di rispetto. Zero. Dovete pensare alla vostra sicurezza. Non potete permettervi di stare tranquilli. L’Italia ha sempre avuto un approccio morbido con la Russia. Ha avuto politici come Berlusconi e Salvini che sono stati amici di Putin.  Non so ora, probabilmente hanno cambiato idea. Ma dovete stare in massima allerta perché il problema non è “solo” la guerra tra Ucraina e Russia, in sé, ma una nuova guerra in Europa, che comporta rischi per l’architettura difensiva dell’Europa. Non so se Putin mira ad altro dopo l’Ucraina, ma so che agisce in modo irrazionale e vuole destabilizzare molti altri Paesi”.

 

“Sbagliato fare affari con Putin. Ci vorrebbe un nuovo Churchill”

“L’errore più grande che gli Stati Uniti e l’Europa hanno fatto è cercare di stare in pace, di fare affari con Putin – prosegue -. Non hanno ascoltato mio padre, altri esperti, hanno pensato fossero solo teorie. Hanno pensato di poter costruire ponti con Putin. Ma non lo hanno capito per nulla. E non capisco perché: è un dittatore che guida il Paese più vasto al mondo e che possiede armi nucleari. I politici occidentali non hanno cercato una politica di deterrenza, ma hanno invece cercato la pace. E questa è la loro responsabilità. Non possono dire ora: non sapevamo! Avremmo bisogno di un altro Churchill. Purtroppo non lo vedo.

 

La propaganda e i rischi del manifestare

Le chiediamo quanto i russi, all’interno della Russia, siano consapevoli di chi sia il Presidente. “La Russia è uno stato totalitario. La gente si informa con la Tv, che è controllata dallo Stato e non fa quindi informazione ma propaganda. La maggior parte delle persone non sanno che persona sia veramente quella che li governa. Solo chi si informa su internet può cercare di avere un’idea differente e questo comporta un grande gap generazionale: sono i giovani quelli che hanno più facilmente accesso a un’informazione alternativa e per questo motivo sono ben informati. Tendono ad essere contro la guerra, perché capiscono cosa sta accadendo. Ma a parte questo, le persone che sono scese in piazza a protestare contro la guerra in Ucraina sono estremamente coraggiose. Tenga presente che la Russia non è più un Paese autocratico. E' una vera e propria dittatura. E le persone rischiano la loro libertà.

Quando le chiediamo se vede nell’azione di queste giovani generazioni la possibilità di un cambiamento, quasi si arrabbia. “Non si comprende cosa sia la dittatura. Lei lo capisce? Sa cos'è la dittatura? – chiede alzando la voce - Si ricorda la Bielorussia? Un milione di persone scesero in piazza a protestare. Un milione in tutto il Paese. E non sono stati in grado di cacciare Lukashenko. Anche grazie all'aiuto di Putin, devo dire, che ha fornito ogni forma di assistenza....

 

Nessun erede dopo Nemtsov e Navalny

Poche speranze, Zhanna Nemtsova, sembra averle anche su chi, all’interno della Russia potrebbe raccogliere l’eredità di suo padre e ripartire da lì. “Sfortunatamente – commenta amara - ho imparato sulla mia pelle che ci sono pochissime persone carismatiche, con potere, che sanno essere anche politici convincenti. E' un talento. Mi vengono in mente solo due nomi: quello di mio padre e Alexei Navalny. Sono loro i due leader politici che hanno avuto più potere in Russia, che sono stati in grado di convincere, di mobilitare l'opinione pubblica. Mio padre è morto. Navalny è in prigione. Non vedo un'alternativa in questo momento. Anche perché è difficile diventare un politico con le condizioni che si hanno attualmente in Russia”.

“Abbiamo bisogno di un leader democratico. Un semplice cambiamento non per forza sarebbe in meglio”

 

“Anche se Putin improvvisamente appartenesse al passato, non significherebbe che le cose necessariamente migliorerebbero in Russia – prosegue, e conclude: “Abbiamo bisogno di una leadership totalmente diversa,  di un leader democratico, di una persona con dei principi che possa guidare il Paese, che abbia tutti i requisiti e che creda fermamente nella democrazia. Abbiamo bisogno di una persona di questo genere e non la vedo nella cerchia di Putin. E' difficile trovare un leader al momento, ma ciò che mi sembra ovvio è che essere un leader politico forte e saggio è in sé un talento molto raro. Mio padre fu il solo a predire questa situazione. Allora sembrò un radicale. La gente rimaneva stupita, scioccata dalle sue esternazioni. Ma aveva assolutamente ragione. E ora non ho dubbi che fu ammazzato anche per la sua posizione sulla guerra in Ucraina. Perché era stato estremamente critico rispetto alla condotta di Vladimir Putin”.

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