"Zelensky ha detto più volte di essere disposto a incontrare Putin. Da parte sua non abbiamo visto aperture", ha detto Yaroslav Melnyk commentando l'andamento dei negoziati di pace tra i due Paesi. Sul Pontefice: "Apprezziamo moltissimo il ruolo della Santa Sede per risolvere questa tragedia, faremo di tutto per avere il Papa, ma dobbiamo garantire prima il cessate il fuoco"
Le delegazioni di Mosca e di Kiev continuano a trattare per mettere alla fine alla guerra in Ucraina, arrivata ormai al suo ventottesimo giorno, ma "la Russia non vuole la pace". A dirlo, ai microfoni di Sky TG24, è l’ambasciatore ucraino in Italia Yaroslav Melnyk. I negoziati di pace hanno preso il via lo scorso 28 febbraio, con il primo incontro dei rappresentanti dei due Paesi a Gomel, Bielorussia. “I colloqui non si fermano: cerchiamo ogni possibilità di avvicinarci alla pace. Adesso i gruppi lavorano a distanza, ma è troppo difficile dire qualcosa. Fino a che non ci sarà la firma di un accordo non possiamo entrare nei dettagli”, commenta Melnyk. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ricorda l'ambasciatore, “ha detto più volte di essere disposto a incontrare Putin. Purtroppo da parte sua non abbiamo viste aperture”. Melnyk ha poi ringraziato “il popolo e il governo italiano” per aver accolto i “circa 70mila profughi” ucraini che hanno raggiunto l’Italia, di cui “oltre il 92%” è composto da donne e bambini: “Ringraziamo moltissimo per questo gesto di umanità” (GLI AGGIORNAMENTI IN DIRETTA – LO SPECIALE DI SKY TG24 – I VIDEO E I REPORTAGE DALL’UCRAINA).
“È credibile che la Russia usi il nucleare”
Resta sempre sullo sfondo del conflitto lo spettro del nucleare. Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, in un’intervista alla Cnn, ha detto che Mosca “userebbe armi nucleari nel contesto del conflitto ucraino solo se si trovasse ad affrontare una minaccia alla sua esistenza”. Per Melnyk l'ipotesi è credibile. “Non possiamo escludere nulla. Abbiamo già visto i russi bombardare le centrali nucleari di Chernobyl e di Zaporizhzhia. Noi non possiamo evitare la possibilità che usino il nucleare, ma voglio sottolineare che non abbiamo né attaccato né minacciato nessun Paese. Abbiamo solo difeso la nostra terra”, ha detto l’ambasciatore. Che aggiunge: “L’utilizzo del nucleare sarebbe un passo tragico non solo per l’Ucraina, ma per il mondo intero e per la Russia stessa”.
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"Faremo il possibile per portare il Papa a Kiev"
Negli ultimi giorni da più fronti si levano appelli per portare Papa Francesco in visita a Kiev. Il Pontefice ha più volte condannato il conflitto e in molti sperano che un suo intervento possa smuovere la diplomazia russa. “Apprezziamo moltissimo il ruolo della Santa Sede per risolvere questa tragedia, faremo di tutto per avere il Papa, ma dobbiamo garantire prima il cessate il fuoco per la sua sicurezza. Non tutto dipende da noi, faremo tutto il possibile come esercito e come popolo ucraino”, ha detto Melnyk.
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Il ruolo della Bielorussia
Sulla possibile entrata in campo della Bielorussia a fianco di Mosca, Melnyk ritiene che anche questa sia una possibilità che “non si può escludere”. Tuttavia, l’ambasciatore ricorda come se da un lato c’è la volontà del presidente bielorusso Lukashenko di “sostenere la guerra”, dall’altro “il popolo bielorusso è contro l’occupazione”.