Kurshinova, il tweet del deputato per ricordare la giornalista uccisa

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Sviatoslav Yurash ha perso la reporter uccisa al fronte dal fuoco russo insieme al cameraman 55enne Pierre Zakrzewski a 22 km da Kiev e ha voluto ricordarla con una lettera postata sui social

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Una lettera struggente. Pubblicata su tutti i social network per far capire al mondo il dolore e l’amore che provava. E’ la lettera scritta dal più giovane deputato, 26enne, del Parlamento ucraino per ricordare Alexandra “Sacha” Kuvshinova la giornalista uccisa dai russi.  (TUTTI GLI AGGIORNAMENTI LIVE - LO SPECIALE)

La lettera di Sviatoslav Yurash

“Io ti ho amato profondamente, voce vera. Come non amerò mai nessuno. Di quel tipo di amore che può nascere solo nelle gioie e nel dolore, nelle spine e nelle rose, nella coscienza e nella perdita. Per tutto il nostro decennio insieme. La Russia ti ha ucciso. Ma non noi, e tutto quello che hai fatto nascere in me e mi hai insegnato. Ora, sto imparando ad odiare". Questo il messaggio indirizzato alla “sua” Alexandra scritto martedì. Lei, 24 anni, è la giornalista ucraina ammazzata sotto il fuoco dell’artiglieria russa durante un raid nel Nord di Kiev lunedì scorso. Lavorava come producer per il team di Fox News. È rimasta vittima dell’agguato insieme al cameraman 55enne Pierre Zakrzewski perchè la loro macchina è stata crivellata di colpi mentre era in movimento nel villaggio di Horenka, a 22 chilometri dalla capitale.

  

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Sviatoslav Yurash

Sviatoslav non era fidanzato di Alexandra, ma lei era la sua anima gemella. La persona, dice, che lo conosce meglio di tutti, che conosce ogni suo segreto, paura, sogno”. I due si erano conosciuti a 15 anni durante un campo estivo di inglese e si erano innamorati. Una relazione molto profonda, pur essendo due ragazzini. Sviatoslav è nato a Leopoli nel 1996 da uno storico delle religioni e da una produttrice cinematografica. Per il movimento di Liberazione, otto anni fa, aveva fondato un quotidiano d’informazione (ora Euromaidan Press) in sette lingue su varie piattaforme. Poi, l’impegno per la Fox e la politica. Finora non aveva mai imbracciato un kalashnikov come quello che gli hanno dato allo scoppio della guerra.

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"Voglio giustizia per Alexandra”

“Mi sta insegnando a odiare come non ho mai fatto – spiega -  Da quando mi rendo conto di quello che stanno compiendo alla bellezza di Kiev, e ad Ale, che stava solo svolgendo il suo lavoro. Viveva come una ventenne, scriveva poesie, frequentava i festival musicali, credeva nella verità. Farò di tutto perchè la nostra nazione vinca. I russi devono andarsene dal mio Paese. Sviatoslav vuole giurarlo su Alexandra e suo figlio che ha appena due anni e mezzo: “Non odio tutti i russi, solo quel criminale e chi ordina di sparare alla mia gente. Ma non ci sconfiggerà mai, stiamo già vincendo”.

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