
Il presidente ucraino Zelensky continua ad invocarla ma l'Occidente resta fermo nella sua convizione che questa misura porterebbe a un'escalation del conflitto e punta su altre possibili soluzioni, dai negoziati alle sanzioni contro Mosca

Intervenendo in videocollegamento alla manifestazione di Eurocities a Firenze, organizzata sabato 12 marzo, il presidente ucraino Volodomyr Zelensky è tornato a chiedere la no fly zone per il suo Paese. "Dite ai vostri politici di chiudere i cieli dell'Ucraina dai razzi, dagli aerei russi e dai missili che hanno ucciso 79 bambini e migliaia di adulti in 17 giorni. Questo difenderà noi come voi", ha detto ribadendo che questa non è solo una guerra contro il suo popolo ma "contro i valori che ci uniscono, contro il nostro modo di vivere [in Occidente]"
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La no fly zone è una misura che impedisce il sorvolo degli aerei in una determinata area e viene di solito dichiarata in contesti militari. La possono imporre organizzazioni internazionali, come la Nato, ma anche singoli governi, ed è efficace solo se chi la applica si assicura poi che venga rispettata
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Zelensky invoca da giorni la no fly zone non è l'unico. Ai microfoni di Sky lo hanno fatto anche la viceministra degli Esteri Emine Dzhaparova, il sindaco di Kiev Vitali Klitscho e l'ex premier Yulia Tymoshenko. Tutti sostengono che sia l'unico modo per fermare gli attacchi russi e l'uccisione dei civili: secondo l'Onu, dall'inizio del conflitto ne sono morti 550, inclusi 42 bambini
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Nonostante i ripetuti appelli e il proseguimento degli attacchi da parte di Mosca, l'Occidente continua ad escludere una no fly zone in Ucraina. "Ho incontrato Stoltenberg e ne abbiamo ribadito l'impossibilità, come non c'è modo di dare caccia e Mig", ha detto il ministro degli Esteri Luigi Di Maio riferendosi al segretario generale della Nato. "La contraerea è sul territorio russo, bielorusso e in Crimea: allestendo una no fly zone dovremmo colpire quei bersagli. Farebbe scoppiare la guerra mondiale"
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I timori legati all'imposizione di una no fly zone sono proprio il motivo per cui non è stata ancora imposta. Il presidente russo Vladimir Putin ha fatto capire più volte che una simile mossa verrebbe considerata come un coinvolgimento nel conflitto e l'Occidente vuole evitare uno scontro diretto con Mosca. Questo perché, come ha spiegato nei giorni scorsi il capo di Stato maggiore degli Stati Uniti, il generale Mark Milley, "se viene imposta una no fly zone qualcuno dovrà farla rispettare: vorrebbe dire combattere le forze aeree russe”
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I rischi legati all'implementazione di questa misura non scompaiono se viene limitata ad alcune parti come potrebbero essere le aree limitrofe alle centrali nucleari o quelle dei corridoi umanitari. Come spiega Vox, molti sono convinti che in questo caso, il pericolo di uno scontro diminuirebbe perché riguarderebbe, per l'appunto, solo alcune zone
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In realtà, spiega il sito, questo non è vero per tre ragioni. La prima è che la no fly zone ha un potere deterrente, ma non così ampio da far pensare che la Russia non potrebbe violarla. Quando la no fly zone venne applicata in Bosnia, per esempio, la Serbia lo fece e gli americani furono costretti a reagire. Il secondo motivo è che la Nato dovrebbe comunque andare all'attacco

Il terzo e ultimo motivo, spiega Vox, riguarda la possibile inefficacia stessa di questa misura. "Una delle caratteristiche più evidenti di questo conflitto è stato l'uso sorprendentemente limitato della forza aerea russa", si legge. "La Russia ha bombardato aree popolate da civili ma lo ha fatto soprattutto usando l'artiglieria anziché gli attacchi aerei"

Esclusa l'ipotesi di una no fly zone, l'Occidente continua a insistere su altre possibili soluzioni per fermare la guerra: l'imposizione di sanzioni contro Mosca, l'invio di armi e mezzi militari a Kiev e il proseguimento della via diplomatica. Anche nella giornata di ieri, sabato 12 marzo, il presidente francese Emmanuel Macron e il cancelliere tedesco Olaf Scholz hanno sentito Putin. Il presidente russo, però, è determinato a raggiungere i suoi obiettivi e non sembra disposto a fermarsi
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Nelle ultime ore, almeno 9 persone sarebbero rimaste uccise nell'attacco avvenuto al centro militare internazionale per il mantenimento della pace a sud-ovest di Leopoli mentre i feriti sono 57. Lo riferisce il governatore della regione, citato dai media internazionali