
Russia, manifestanti contro la guerra usano emoji e simboli per evitare gli arresti
Per organizzare sit-in e proteste non autorizzate contro la guerra e contro il presidente Putin si utilizzano sigle in codice. Tra i cittadini russi arrestati per aver mostrato il proprio dissenso contro il conflitto c'è anche chi è stato fermato solo per aver pubblicato un tweet. Secondo OVD-Info, sono circa 14mila le persone finite in detenzione dal 24 febbraio

L’emoji di un omino che cammina, il numero 7, l’immagine del poeta russo Pushkin. Tradotto in parole, sarebbe: “Ci vediamo alle 7 a piazza Pushkin”. Una frase che in Russia è pericoloso scrivere sui social media o app di messaggistica. Perché se a quel luogo e a quell’ora corrispondono le coordinate di una manifestazione di protesta contro il presidente Vladimir Putin e la guerra in Ucraina, si rischia di finire in arresto
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Così, la popolazione russa che sceglie di violare le leggi imposte dal Cremlino e scendere in piazza per esprimere il proprio dissenso alla politica di guerra di Putin comunica attraverso codici di simboli ed emoji per organizzare le manifestazioni
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La combinazione dei tre simboli - e di altre alternative simili - ha iniziato a circolare tra gli utenti digitali di Mosca il 24 febbraio, giorno d’inizio dell’invasione russa del territorio ucraino. A riportalo è la Bbc
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Proteste, sit-in e manifestazioni “non autorizzate” in Russia sono vietate dal 2014. La violazione delle relative norme, per chi lo fa prima volta, può portare a 15 giorni di detenzione. Pene più severe per i recidivi, che rischiano fino a cinque anni di carcere
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Sono molti i cittadini russi che hanno comunque deciso di protestare per il conflitto in Ucraina, nonostante il governo di Mosca abbia deciso di inasprire le leggi proprio negli ultimi giorni, nel tentativo di mettere ulteriormente a tacere le manifestazioni in opposizione a Putin
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Lo scorso 4 marzo è stata approvata una norma con l’obiettivo di combattere quelle che Mosca ritiene essere “fake news” relative all’offensiva armata in Ucraina
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Il testo di legge approvato dalla Duma e firmato da Putin prevede pene graduali fino a 15 anni di reclusione per chi viene giudicato colpevole di aver diffuso notizie false sull’esercito russo e di screditare l’onore delle forze armate

Secondo il sito russo OVD-Info - media indipendente in difesa dei diritti umani, della stampa e del libero pensiero – dal 24 febbraio sono quasi 14mila le persone arrestate in Russia “in occasione di azioni contro la guerra”. Per ora, la maggior parte di queste sono state rilasciate entro poche ore o dopo qualche giorno

Il 6 marzo la stessa organizzazione parlava di 600 arresti di manifestanti in una sola giornata, sparsi in 21 città diverse

Il motivo per cui sono tornati a essere così utilizzati i messaggi in codice è che alcuni arresti sono stati effettuati anche senza che gli indagati siano stati presi in flagrante

È sempre la Bbc a riportare alcuni esempi, come quello di un ragazzo fermato dalla polizia di Mosca mentre si trovava nella metropolitana della città. Quel giorno non aveva partecipato ad alcuna protesta, ma poco tempo prima sui suoi profili social aveva reso pubblici dettagli di una manifestazione a cui era andato in passato

Un’altra storia raccolta dall’emittente britannica riguarda una ragazza arrestata mentre stava andando a prendere un treno, cinque giorni dopo aver ricondiviso un post su Twitter in riferimento a una protesta antiguerra

Nel frattempo la Russia ha oscurato social media indipendenti come Facebook e Twitter, oltre ad aver ristretto l’accesso a TikTok. Per questo molti utenti, fa sapere OVD-Info, hanno già abbandonato le piattaforme ancora operanti, come ad esempio Instagram