Guerra in Ucraina, un milione di bambini fuggiti dal Paese. VIDEO

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Il reportage dell'inviato di Sky TG24 Monica Napoli dalla città polacca di Medyka

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“Sono qui ad aiutare perché so cosa significa, sono ucraino, sono qui con mia madre". Andreo ha 12 anni, è arrivato da Kiev con la madre. Il padre e i nonni sono rimasti in Ucraina e, in attesa di andare in Germania, ha deciso di indossare la pettorina e aiutare, alla frontiera di Medyka, come volontario. Nella sua mente ci sono ancora le immagini della guerra, negli occhi la speranza di rivedere un giorno la sua famiglia unita. Fa parte di quel milione di bambini che ha già lasciato il Paese stima l’Unicef, oltre 100.000 gli orfani, bambini soli perché i genitori sono morti o rimasti in patria (GUERRA IN UCRAINA, LO SPECIALE - I REPORTAGE DEI PRIMI 10 GIORNI DI GUERRA - IL VIDEOBLOG).

 

Già 400 bambini portati in Polonia

Nei primi giorni di conflitto per portare in salvo i bambini dagli orfanotrofi è stato messo a punto un piano di evacuazione immediato. Circa 400 i bambini portati finora in Polonia dagli orfanotrofi ucraini, portati dalla Caritas lontano dalla frontiera e dall’esodo. “I volontari hanno rischiato la vita per far evacuare i bambini orfani, ma dovevamo farlo”, spiega Dominika Chylewska della Caritas polacca. Un peluche, un cioccolatino, un gesto appena varcato il confine aiuta i più piccoli e non solo in un momento drammatico delle loro vite. Costretti a lasciare le proprie case, Alle spalle restano gli affetti e una vita interrotta. Una valigia o una borsa, i loro unici averi. Donne, ragazzi, bambini, anziani che da questa parte del confine trovano aiuto e sostegno per continuare il viaggio.

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La stazione di Przemyśl presa d'assalto

I numeri sono molto alti, quasi due milioni di persone hanno lasciato già l’Ucraina. La maggior parte è arrivata in Polonia varcando i valichi lungo il lungo confine con l’Ucraina, in particolare Medyka e Przemyśl, le più vicine a Leopoli. “Sono numeri decuplicati rispetto alla crisi umanitaria del 2015 nei Balcani”, racconta Rafal Kostrzynski dell’UNhcr Poland che assiste le persone alla frontiera di Medyka dove arrivano migliaia di profughi al giorno. Come alla stazione di Przemyśl presa d’assalto. E mentre si lavora nei centri commerciali convertiti a centri di accoglienza, ai valichi di frontiera lungo tutto il confine migliaia di persone continuano ad arrivare dopo giorni trascorsi in viaggio, viaggi sempre più complicati e pericolosi.

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