Crisi Russia-Ucraina, la disinformazione come arma di guerra

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Jacopo Arbarello

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Mentre si susseguono gli scontri nell'est del Paese, con continue violazioni del cessate fuoco, sul campo appare sempre più chiaro come sia in atto anche una guerra dell'informazione e della propaganda

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L'arma più forte di questi ultimi giorni è la disinformazione. Tutto è propaganda e contro propaganda. Tra Ucraina e Russia la tensione è ormai salita così tanto che le notizie, vere o false, sono diventate parte integrante della strategia di guerra.
Gli americani dicono che i russi hanno un elenco di persone da uccidere e imprigionare in caso di invasione. Mosca smentisce (CRISI IN UCRAINA - Il liveblog)

 

Accuse e smentite

I russi accusano l'Ucraina di aver bombardato il proprio territorio, vicino al confine di Rostov e di aver compito incursioni con mezzi militari, che sarebbero state respinte. Il governo di Kiev si affretta a smentire risolutamente e a ricordare come il proprio esercito rispetti rigorosamente gli accordi di Minsk, che i ribelli filorussi avrebbero invece violato a ripetizione negli ultimi giorni. Solo nelle passate 24 ore gli attacchi con artiglieria pesante e colpi di mortaio, armi vietate dagli accordi, sarebbero stati più di 80. Il giorno prima addirittura 136, con 2 morti tra i soldati ucraini. Se a questi si aggiunge che, sempre per gli ucraini, i satelliti avrebbero visto un incremento di attività delle truppe russe al confine nord est, che l'esercito russo in Crimea sarebbe a 2 km dal confine in assetto di attacco e che Mosca ha deciso di lasciare 30 mila soldati in Bielorussia nonostante la fine delle esercitazioni militari, il quadro dal punto di vista ucraino è completo.

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A rischio bus e treni

La Russia, secondo Kiev, è solo alla ricerca di un pretesto per attaccare e, anzi, ne starebbe creando di falsi. Come le ripetute presunte esplosioni a Donestk e appunto le accuse di attacchi ucraini su territorio russo. L'esercito ucraino si aspetta attacchi terroristici da parte dei militari russi in Donbass per poter così avere la scusa di introdurre i propri soldati in funzione di peacekeeeper. A rischio, in particolare, potrebbero essere i bus e i treni che trasportano gli orfani e gli anziani verso la Russia dopo l'ordine di evacuazione dato dai capi delle repubbliche di Donestk e Luhansk. Bus e treni che viaggiano secondo itinerari prestabiliti. Un attacco ignobile verso un convoglio di indifesi, con Kiev indicata come colpevole, sarebbe di certo una scintilla perfetta per scatenare una reazione militare. Ecco dunque solo alcune delle preoccupazioni ucraine delle ultime ore. Ma anche a queste occorre fare attenzione. Restiamo infatti nel dominio, fumoso e difficile da districare, della propaganda e della contro propaganda.

A Ukrainian serviceman looks at activists digging trenches on the coast of the Sea of Azov near the Ukrainian city of Mariupol on November 26, 2018. - Ukraine's military was on high alert and parliament was to vote Monday on a request from President Petro Poroshenko to impose martial law for 60 days. (Photo by Sega VOLSKII / AFP)        (Photo credit should read SEGA VOLSKII/AFP via Getty Images)

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