
Patrick Zaki è stato scarcerato: "Voglio tornare in Italia il prima possibile"
Il ricercatore egiziano dell'Università di Bologna si trovava in carcere dal 7 febbraio 2020, quando fu arrestato al suo ingresso nel Paese africano. È accusato di aver diffuso notizie false: incriminati tre articoli giornalistici, tra cui uno in cui denunciava le discriminazioni dei cristiani copti in Egitto. Appena uscito da un commisariato di Mansura ha abbracciato la madre

Patrick Zaki è stato scarcerato. Appena uscito dal commissariato di Mansura, dove era detenuto, ha abbracciato la madre. Lo studente e attivista dell'Università di Bologna era in carcere dal 7 febbraio 2020, quando fu arrestato appena arrivato in Egitto per una vacanza. "Voglio dire molte grazie agli italiani, a Bologna, all'Università, ai miei colleghi, a chiunque mi abbia sostenuto", ha detto Zaki appena arrivato a casa della sua famiglia a Mansura, precisando che - appena potrà - andrà "direttamente a Bologna. Voglio essere in Italia il prima possibile"
GUARDA IL VIDEO: Zaki, Bonino: bisogna aprire dossier EgittoLa liberazione è stata disposta durante l'udienza che si è tenuta a Mansura ieri, martedì 7 dicembre. Zaki, 30 anni, nato in Egitto, non è ancora però stato assolto dalle accuse di aver diffuso notizie false "dentro e fuori" il suo Paese d'origine. La prossima udienza si terrà il 1° febbraio 2022. In foto, Zaki con la sorella Marise appena dopo la scarcerazione
Patrick Zaki: cosa è successo nella terza udienza del processo
"Tutto bene" sono state le prime parole di Zaki appena scarcerato. Vestito di bianco - il colore simbolo degli imputati nei processi egiziani -, secondo fonti presenti sul luogo, uscito dal commissariato, Zaki avrebbe alzato la mano con l'indice e il dito medio in segno di vittoria
Patrick Zaki, tutte le tappe della storia dello studente egiziano
Parlando con i giornalisti fuori dal commissariato, Zaki ha dedicato un pensiero anche al Bologna, la sua squadra del cuore in Italia: "Viva il Bologna calcio", ha detto. "Patrick ti aspettiamo presto al Dall'Ara", ha risposto il Bologna Football club sui social (in foto, Zaki appena scarcerato in una foto tratta dal profilo Facebook della sorella)

Una delle prime cose che Patrick Zaki ha fatto non appena arrivato a casa dopo essere stato scarcerato è stato indossare una maglietta dell'Università di Bologna, che l'ateneo gli aveva fatto recapitare

Patrick Zaki ha rivelato di aver potuto leggere molto in carcere. In dichiarazioni a giornalisti nell'abitazione di famiglia a Mansura, sul delta del Nilo, lo studente egiziano dell'Università di Bologna ha precisato di amare molto, fra i non-egiziani, "Dostoevsky, Saramago e la letteratura napoletana", in particolare Elena Ferrante. Patrick ha comunque ammesso di non aver mai visitato Napoli mentre, fra le città italiane che ha avuto modo di visitare ha ricordato Milano, Venezia e Roma

Zaki è stato rinviato a giudizio alla fine della scorsa estate. La sua permanenza in carcere, da febbraio 2020, era stata rinnovata di volta in volta sulla base di ordinanze di custodia cautelare
Premio Cutuli a Patrick Zaki
Zaki era stato arrestato inizialmente con le accuse di "propaganda sovversiva" per il contenuto di alcuni post pubblicati sul suo profilo Facebook

Il rinvio a giudizio è poi stato disposto per aver diffuso informazioni che la magistratura ritiene false attraverso tre articoli giornalistici. In uno di questi denunciava la condizione dei cristiani copti in Egitto, discriminati da alcune frange musulmane e perseguitati dall'Isis

Zaki si trovava in una prigione di Mansura, dove era da poco stato trasferito dal carcere di Tora, nei pressi del Cairo

Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha commentato l'abbraccio tra lo studente e la madre, gesto che è già diventato un simbolo della sua scarcerazione: "Un abbraccio che vale più di tante parole. Bentornato Patrick!", ha scritto in un post su Facebook

Per il presidente del Parlamento europeo David Sassoli, l'abbraccio è "l'immagine di un giorno bello, di speranza"

"Accogliamo con favore la decisione del tribunale egiziano di rilasciare lo studente egiziano Patrick George Zaki", ha dichiarato in una nota Peter Stano, portavoce dell'Alto rappresentante Ue Josep Borrell, precisando che "questa decisione segna un importante passo in avanti per il suo caso". Stano ricorda che "dalla detenzione di Zaki nel febbraio 2020, l'Ue ha seguito da vicino gli sviluppi, ha osservato le udienze e ha sollevato il suo caso a livello bilaterale e in consessi multilaterali" e che "continuerà a seguire da vicino il suo caso"

"Aspettavamo di vedere quell'abbraccio da 22 mesi e quell'abbraccio arriva dall'Italia, da tutte le persone, tutti i gruppi e gli enti locali, l'università, i parlamentari che hanno fatto sì che quell'abbraccio arrivasse". Così Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia, commentando la foto dell'abbraccio

"Ora che abbiamo visto quell'abbraccio aspettiamo che questa libertà non sia provvisoria ma sia permanente. E con questo auspicio arriveremo al primo febbraio, udienza prossima", ha detto Noury

"Oggi è una giornata di festa, anche se non bisogna abbassare la guardia fino al completo proscioglimento dalle accuse", ha detto il rettore dell'Università di Bologna, Giovanni Molari. "Speriamo che Patrick possa mettersi alle spalle questi due anni dolorosi e possa tornare presto ai suoi studi qui a Bologna, nella sua università. Il suo posto è qui, nella nostra comunità, assieme ai suoi compagni e ai docenti che non vedono l'ora di riabbracciarlo", ha aggiunto