Bruxelles, al via i lavori del Consiglio europeo: i temi sul tavolo

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Tanti gli argomenti al centro del vertice, l’ultimo di Angela Merkel come cancelliera della Germania. In agenda il tema Covid, con un maggior coordinamento europeo, ma anche la ricerca di una risposta comune, anche volontaria, alla crisi dei prezzi energetici e il dossier migranti. Si parlerà anche di commercio e transizione digitale, ma anche dello stato di diritto dopo il caso Polonia (però senza conclusioni formali)

Sono iniziati i lavori della riunione del Consiglio europeo, che dura fino a domani a Bruxelles. Il vertice, a cui partecipa anche il premier italiano Mario Draghi, è l’ultimo di Angela Merkel come cancelliera della Germania: il 107esimo della sua carriera. L’Unione europea è arrivata all’appuntamento spaccata sul caso Polonia: l'Europarlamento è pronto a fare causa alla Commissione europea per la mancata azione nei confronti di Varsavia sul rispetto dello stato di diritto. Nella prima sessione di lavoro i 27 si occupano" della questione energetica. Il vertice si è aperto con le parole del presidente del Pe, David Sassoli, ai leader Ue: "L'esperienza della democrazia implica la pratica continua del dialogo. Sono convinto che abbiamo le capacità e le risorse per uscire da questa crisi, per ritrovare la strada dell'unità. Ma sebbene la nostra unità sia giustamente rafforzata dalla nostra diversità, vi è una parte non negoziabile del nostro contratto europeo: i nostri valori di democrazia, libertà, Stato di diritto. Questi valori fanno parte del progetto europeo, tutti noi abbiamo scelto di onorarli aderendo all'Ue".

Il caso Polonia agita il vertice

Il premier polacco, Mateusz Morawiecki, arrivando al vertice dei leader Ue, ha subito alzato i toni dicendo che "il governo polacco non" si piegherà "alla pressione del ricatto. La sentenza della Consulta non mette in discussione i Trattati Ue”. Il premier ungherese Viktor Orban arrivando allo Justus Lipsius per il Consiglio Ue, ha offerto il suo appoggio: la Polonia è "il miglior Paese" d'Europa. Eventuali sanzioni? “Ridicole”, ha detto. "Il primato dello stato di diritto non è nei trattati, è molto chiaro. Ciò che sta avvenendo è che le istituzioni Ue stanno aggirando i Trattati. I polacchi hanno ragione. La vera linea divisiva è tra buon senso e non sense”. Parole a cui hanno replicato altri leader. La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha detto che la questione "dell'indipendenza dei giudici" in Polonia "non è un tema nuovo, ma con la sentenza della Consulta ha assunto una nuova dimensione. Sono impaziente di discuterne con i leader. Ci dobbiamo prendere tutti la responsabilità quando si tratta di proteggere i nostri diritti fondamentali”. Il premier spagnolo Pedro Sanchez ha aggiunto che "la Polonia è un Paese importante dell'Ue ma deve capire che la commissione è la guardiana dei Trattati. Cerchiamo un dialogo costruttivo”. Più duro il premier olandese, Mark Rutte, secondo cui "l'indipendenza della magistratura polacca deve essere ripristinata. Su questo non si può negoziare". Ed occorre essere "duri", ha affermato, spiegando che i soldi del Recovery non potranno andare a Varsavia, fino a quando non avrà adottato le misure necessarie. Anche il premier belga, Alexander De Croo, ha affermato che la “Polonia ha oltrepassato la linea rossa, inaccettabile. Se si vuole far parte di un club, occorre rispettare le stesse regole".

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I temi del Consiglio europeo: Covid

Tra gli argomenti sul tavolo del Consiglio c’è sicuramente il tema Covid (GLI AGGIORNAMENTI LIVE - LO SPECIALE), con un maggior coordinamento europeo, ma anche la ricerca di una risposta comune, anche volontaria, alla crisi dei prezzi energetici e il dossier migranti. In agenda anche commercio e transizione digitale, ma anche lo stato di diritto, però senza conclusioni formali. Un altro argomento saranno i preparativi per importanti vertici imminenti come la Cop26 e la Cop15 sulla biodiversità. Il dossier Covid è tra gli argomenti che i leader Ue sono chiamati ad affrontare nel pomeriggio di giovedì. Tra le cancellerie, spiega una fonte europea, non c'è preoccupazione ma attenzione rispetto alla risalita dei casi che si registra - oltre che in Gran Bretagna - in Paesi membri come Lettonia o Romania. E al di là del caso Polonia, destinato a essere centrale nel summit di Bruxelles, saranno i dossier energetici e quello sulle migrazioni i terreni potenzialmente minati per i leader Ue.

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I dossier energetici

"Durante la nostra prima sessione di lavoro, affronteremo l'attuale aumento dei prezzi dell'energia che sta sfidando la ripresa post-pandemia e sta colpendo gravemente i nostri cittadini e le nostre imprese", ha spiegato il presidente del Consiglio europeo Charles Michel, nella sua lettera d'invito ai leader dei Ventisette. Sul fronte energia, però, i Paesi si siederanno al tavolo partendo, come spiega una fonte qualificata bruxellese, da "sensibilità diverse". Francia e Spagna spingono per il cosiddetto “decoupling”, il disaccoppiamento dei prezzi dell'elettricità da quelli del gas. La Spagna - e non solo - considera che sul boom dei prezzi abbiano influito movimenti speculatori nel mercato degli Ets, legato alle emissioni di Co2. L'unico obiettivo alla portata sembra quello di arrivare a forme volontarie di stoccaggio comune, sulla base dell'orientamento della commissione. Ma anche su questo fronte c'è la variabile Varsavia, pronta a presentare un non paper in cui si mette nel mirino il pacchetto climatico Fit for 55. Trovare una quadra, insomma, è difficile.

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I migranti

E lo è anche sui migranti, sebbene il nodo dei ricollocamenti non sia neppure all'ordine del giorno. Alla riunione ci si concentrerà ancora sulla dimensione esterna, unico terreno dove è possibile trovare una qualche convergenza. I Paesi Med sono pronti a rilanciare sul parco di risorse che Bruxelles dovrà destinare, nell'ambito dei piani di azioni elaborati in estate, a tematiche come gli accordi di riammissione con i Paesi di origine, i controlli o piani di sviluppo ad hoc negli Stati africani. Ma il tema resta divisivo. Olanda, Francia e Belgio potrebbero mettere sul tavolo le loro preoccupazioni sui movimenti secondari, cosa che porterebbe l'Italia a rilanciare il grande nodo del bilanciamento tra responsabilità e solidarietà sui movimenti primari. Il rischio è che si torni alla solita impasse. Ma all'orizzonte si profila una proposta ad hoc della Francia per la revisione del Patto di Migrazione e Asilo: da mettere in campo con il semestre di presidenza, poco prima delle presidenziali di primavera.

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