La situazione è causata dalle scarse forniture di carbone e dall'inasprimento degli standard sulle emissioni. La National Energy Administration (Nea) ha dichiarato che sono state inviate squadre di lavoro a Pechino, Tianjin, Hebei, nella Mongolia Interna orientale, in Heilongjiang e Hunan. Le aziende avvertono: "Un’ulteriore interruzione dell’energia in ottobre creerebbe effetti a catena su tutta la catena di approvvigionamento"
La Cina ha introdotto una serie di misure per far fronte all'emergenza dovuta alla carenza di energia elettrica. Sono almeno 17 le province e le regioni che hanno già annunciato tagli alla produzione di energia nel contesto di una crisi che si sta allargando sempre di più e che coinvolge un'area a cui si deve il 66% del prodotto interno lordo del Paese asiatico. Questa grave situazione è causata dalle scarse forniture di carbone e dall'inasprimento degli standard sulle emissioni.
La crisi
La situazione è così seria, che si profila il rischio di un rallentamento economico, spingendo gli analisti a tagliare le previsioni di crescita economica del Dragone per quest’anno dall′8,2% al 7,7%. Dietro la crisi che pesa sui mercati assieme ai rischi legati al possibile default del colosso immobiliare Evergrande (il secondo sviluppatore immobiliare cinese, che è alle prese con una gravissima crisi finaziaria e un fardello di 305 miliardi di dollari di debiti) ci sono i prezzi record raggiunti dal carbone. I blackout hanno colpito anche il funzionamento degli ascensori nei grattacieli più alti, dei semafori e anche dell'illuminazione stradale. Le aziende tecnologicamente più avanzate avvertono: "Un’ulteriore interruzione dell’energia in ottobre creerebbe effetti a catena su tutta la catena di approvvigionamento".
approfondimento
Crisi Evergrande, siamo davvero di fronte a una nuova Lehman Brothers?
La supervisione degli esperti
La National Energy Administration (Nea) ha dichiarato che sono state inviate squadre di lavoro a Pechino, Tianjin, Hebei, nella Mongolia Interna orientale, in Heilongjiang e Hunan. Gli esperti hanno condotto la supervisione sul posto, guidando le amministrazioni locali e le imprese nell'implementazione delle misure di approvvigionamento energetico, aiutandole ad aumentare la fornitura di energia e a compiere tutti gli sforzi necessari per garantire la distribuzione dell'elettricità durante il prossimo inverno e la primavera. Dal 23 al 25 settembre, una squadra guidata dal vicedirettore della Nea Ren Jingdong si è recata nelle regioni di Ningxia e di Shaanxi. Il team ha richiesto ai governi locali e alle imprese di sfruttare il potenziale di aumento della produzione di energia, di dare priorità alla fornitura di carbone per la generazione di elettricità e per il riscaldamento.
approfondimento
Cina, folla prende d'assalto centro commerciale per il nuovo iPhone
Le imposizioni alle industrie
La crisi energetica sta iniziando ad avere un impatto molto serio sulle attività produttive e sulle industrie cinesi, con molte province che hanno già ordinato alle fabbriche di ridurre le attività. Secondo Nikkei Asia, il governo di Pechino ha imposto a vari impianti di produzione dei fornitori di Apple e Tesla norme più rigorose sul consumo energetico, determinandone una temporanea sospensione. In alcuni casi ha tagliato la fornitura di corrente elettrica per ore, annunciando pene severe per chi non rispetta i divieti. Tra le aziende costrette a spegnere i motori c’è la Eson precision engineering, azienda che ha sede legale alle Isole Cayman e impianti sia a Taiwan che in Cina, nella città di Kunshan. Eson fa capo al gigante taiwanese Foxconn, uno dei maggiori fornitori di Apple per i suoi iPhone e iPad. Nella provincia dello Jiangsu si è fermata la catena produttiva della Unimicron technology che produce circuiti stampati essenziali per l’azienda di Cupertino. E Concraft, produttore degli altoparlanti degli iPhone, ha subito la stessa sorte.