Afghanistan, talebani nel Panshir ma resistenza non cede. Lacrimogeni sulle manifestanti

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L'avanzata talebana trova ancora l'opposizione dei mujaheddin del Fronte nazionale della resistenza, guidato da Ahmad Massoud e dall'ex vicepresidente del governo spodestato, Amrullah Saleh. A Kabul continuano le proteste delle donne, ma il corteo, ha riferito Tolo News, è stato represso con la forza. Intanto, tarda ancora l'annuncio della composizione del nuovo governo talebano. Di Maio: "Il riconoscimento dell'esecutivo è molto improbabile"

Dopo giorni di combattimenti, i talebani sono entrati nella valle del Panshir, ultima sacca di resistenza in Afghanistan, dove sono arrivati a poca distanza da Bazarak, luogo in cui si trova il centro chirurgico, pediatrico e di maternità di Emergency. I distretti conquistati finora sono quattro, rivendicano i talebani. Festeggiamenti con spari in aria a Kabul: ci sarebbero 17 vittime. Ma l'avanzata trova ancora l'opposizione dei mujaheddin del Fronte nazionale della resistenza, guidato da Ahmad Massoud, figlio del leggendario 'Leone del Panshir' Ahmad Shah Massoud, e dall'ex vicepresidente del governo spodestato, Amrullah Saleh (LO SPECIALE SULL'AFGHANISTAN - LA FESTA DOPO IL RITIRO USA).

Le proteste delle donne

“La situazione è senza dubbio difficile", ha ammesso Saleh, che aveva già denunciato l'isolamento dell'area con il taglio alle reti elettriche e di comunicazione. Intanto, a Kabul si continua a lavorare al governo del nuovo Emirato islamico che però doveva essere già definito nei giorni scorsi e su cui invece continuano a registrarsi ritardi. E per le strade della capitale continuano le proteste delle donne. Poche ma determinate, attiviste e giornaliste, si sono ritrovate in piazza per il secondo giorno di fila. Ma il corteo che chiedeva di preservare i loro diritti nel nuovo Afghanistan, ha riferito Tolo News, è stato represso con la forza dai talebani, che hanno sparato lacrimogeni contro le manifestanti, impedendone la marcia verso il Palazzo presidenziale.

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Lo scenario internazionale

Non si fermano nel frattempo i contatti a livello internazionale. Mentre si accelera sulla riapertura dello scalo di Kabul, che secondo il Qatar è tornato operativo per i voli umanitari e potrebbe esserlo a giorni per quelli commerciali, nella capitale afghana è sbarcata oggi una delegazione di funzionari militari pachistani, guidata dal direttore generale dell'Isi, i servizi di intelligence di Islamabad, da sempre ritenuti sponsor dei mullah.

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Di Maio: "Afghanistan non diventi comfort zone del terrore"

Intanto il ministro degli Esteri italiano, Luigi Di Maio, ha fatto sapere: "Non possiamo permettere che l'Afghanistan sia una comfort zone per i terroristi". Il rischio di una escalation terroristica? "Le cellule terroristiche, dopo la lotta all'Isis, si sono spostate in altre aree del mondo, come il Sahel. Ma se l'Afghanistan diventa uno Stato fallito vi si addenseranno maggiormente, ad esempio, i campi di addestramento dei terroristi" e "potrebbero continuare a proliferare cellule terroristiche come l'Isis-K”, ha detto il ministro alla festa del Fatto Quotidiano, in collegamento dal Qatar, sottolineando l'obiettivo di "non permettere" che l'Afghanistan "diventi una comfort zone dei terroristi". Inoltre, per Di Maio, "il riconoscimento del governo talebano è molto improbabile. Non credo che ci sia". 

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