I miliziani lavorano per formare l’esecutivo: oltre all’autorità politica di Abdul Ghani Baradar, secondo il New York Times, dovrebbe esserci anche il successore designato a suo tempo da Akhtar Mohammad. Nel primo Emirato gestiva il sistema giudiziario ed era un sostenitore della lapidazione per le adultere e il taglio della mano per i ladri. Uno dei suoi figli si fece esplodere a 23 anni in una missione suicida
Dopo il ritiro definitivo degli americani dall’Afghanistan, i talebani si preparano a formare il nuovo esecutivo che dovrà guidare un Paese schiacciato dalla povertà e a rischio isolamento. Un governo che "senza alcun dubbio sarà islamico, qualunque sia la combinazione", ha sottolineato in un'intervista alla tv cinese il portavoce Zabihullah Mujahid. La formula teocratica del nuovo Emirato islamico, secondo la ricostruzione del New York Times, non dovrebbe riservare sorprese al vertice: oltre alla guida politica, il mullah Abdul Ghani Baradar, dovrebbe esserci un'autorità religiosa, il mullah Hibatullah Akhundzada (LO SPECIALE SULL'AFGHANISTAN).
Chi è Hibatullah Akhundzada
A capo del movimento fondamentalista dal 2016, pur non comparendo in pubblico da anni, il mullah Hibatullah Akhundzada è stato il successore di Akhtar Mohammad, a sua volta nominato erede dal mullah Omar. Nel corso del primo Emirato, dal 1996 al 2001, Akhundzada gestiva il sistema giudiziario ed era un sostenitore della lapidazione per le adultere e il taglio della mano per i ladri. Dopo il 2011, il mullah ha rinunciato alla politica e ha iniziato a reclutare volontari per azioni suicide in diverse scuole coraniche pachistane. Anche uno dei suoi figli si fece esplodere: aveva 23 anni. All’interno del dibattito fra le diverse shure degli studenti coranici, che litigavano per decidere se trattare oppure continuare la Guerra Santa senza negoziati, Hibatullah Akhundzada si è schierato a favore del patto di Doha del 2020 con Washington.