Afghanistan, talebani: "No donne al governo". Questione rifugiati, Draghi sente l'Onu

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Il portavoce dei miliziani, Zabihullah Mujahid: il nuovo esecutivo "qualunque sia la combinazione, è garantito che sia islamico". Il premier italiano a colloquio telefonico con Guterres. Negli Usa critiche a Biden dopo il discorso in cui ha definito "un successo" l'evacuazione: anche alcuni dem hanno parlato di “errore politico e dal punto di vista della sicurezza nazionale”. Il presidente: "Ora guardare al futuro". Qatar: "Aprire corridoio umanitario". Sassoli: "Deluso dalla risposta Ue sui rifugiati"

Il nuovo governo dei talebani in Afghanistan "senza alcun dubbio, sarà un governo islamico. Qualunque sia la combinazione, che sia islamico è garantito". Lo ha detto il portavoce Zabihullah Mujahid, in un'intervista alla Cgtn, canale in lingua inglese del network statale cinese Cctv. Inoltre, il vice capo dell'ufficio politico dei talebani in Qatar ha specificato alla Bbc che è improbabile ma non escluso che le donne possano entrare a fare parte nel nuovo esecutivo, quello che è certo è che non avranno "ruoli apicali, potranno continuare a lavorare" e a occupare "posti minori". Sempre la Bbc riporta che i talebani hanno esortato i combattenti nell'ultima roccaforte della resistenza, la valle del Panshir, a deporre le armi. Intanto il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha avuto oggi pomeriggio una conversazione telefonica con il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres. Sono state approfondite le prospettive dell'azione della Comunità internazionale nei diversi fori, incluso il G20, convenendo sul ruolo centrale che le Nazioni Unite possono svolgere in relazione soprattutto all'assistenza umanitaria a favore della popolazione afghana. Negli Stati Uniti, invece, non si fermano le polemiche sul ritiro dall’Afghanistan, e il presidente Joe Biden è travolto dalle critiche dopo il discorso di ieri sera in cui ha respinto le accuse, definendo l'operazione un "successo straordinario". In un lungo post su Facebook Biden insiste: "È ora di guardare al futuro". Oltre all’opposizione repubblicana, secondo il New York Times anche molti democratici sono “infuriati”, fra le altre cose per i "100, 200 americani che non sono riusciti a lasciare il Paese", come ha confermato l’inquilino della Casa Bianca (LO SPECIALE SULL'AFGHANISTAN).

Biden: "Basta col passato, è ora di guardare al futuro"

"È ora di guardare al futuro, basta con il passato": lo afferma Joe Biden in un lungo post su Facebook in cui ribadisce come fosse giunto il momento di chiudere venti anni di guerra in Afghanistan. "È ora di guardare a un futuro più sicuro e che onori quelli che hanno servito il nostro Paese", aggiunge il presidente americano.

Nyt: "Talebani verso nomina di Akhundzada a Guida suprema

I talebani si apprestano a nominare il leader religioso Haibatullah Akhundzada come suprema autorità dell'Afghanistan. Lo riporta il New York Times citando alcune fonti, secondo le quali Akhundzada avrà un titolo simile a quella dell'ayatollah Ali Khamenei, guida suprema dell'Iran. L'annuncio dovrebbe arrivare giovedì. Mullah Abdul Ghani Baradar, co-fondatore dei talebani, dovrebbe essere nominato alla guida delle operazioni giornaliere del governo. Dall'altro lato, riguardo al Panshir,  in un messaggio audio su Twitter, l'alto funzionario talebano Amir Khan Muttaqi ha detto che i colloqui sono falliti e invitato i residenti a persuadere i combattenti ad arrendersi.

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Qatar ai talebani: "Aprire corridoio umanitario"

Il Qatar ha invitato con urgenza i talebani ad aprire un corridoio umanitario, garantendo un "passaggio sicuro" a chi voglia lasciare l'Afghanistan. Il ministro degli Esteri del piccolo regno del Golfo: "Insistiamo con i talebani perché decretino la libertà di movimento e un salvacondotto per chi vuole entrare e uscire" dal Paese, ha detto in conferenza stampa Sheikh Mohammed bin Abdulrahman al-Thani, dopo un colloqui con la sua omologa olandese, Sigrid Kaag, in visita a Doha.

Gb a colloquio con i talebani per nuove evacuazioni

Intanto sono iniziati in Qatar i colloqui fra Londra e i talebani, destinati - nelle intenzioni del governo di Boris Johnson - a cercare di assicurare un corridoio di uscita dall'Afghanistan a cittadini britannici e afghani rimasti indietro dopo il ritiro militare occidentale, ma intenzionati a lasciare il Paese. "Il rappresentante speciale del primo ministro per la transizione afghana, Simon Grass, è a Doha e sta incontrando alti rappresentanti talebani per sottolineare l'importanza di un passaggio sicuro dall'Afghanistan ai cittadini britannici e a quegli afghani che hanno lavorato con noi negli ultimi 20 anni", ha dichiarato Downing Street. E Johnson, dopo le critiche per la gestione dell’evacuazione, ha promesso di dare un "caldo benvenuto" a migliaia di rifugiati afghani che sono arrivati nel Regno Unito. Il governo ha annunciato che gli afghani che hanno lavorato per il Regno Unito nel loro Paese d'origine e sono stati evacuati avranno un permesso di soggiorno a tempo indeterminato, che darà loro il diritto di lavorare ed eventualmente richiedere la cittadinanza britannica.

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Sassoli: "Deluso dalla risposta Ue su rifugiati"

Di accoglienza parla anche il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, nel discorso di apertura del Forum Strategico di Bled, in Slovenia: "Siamo rimasti molto delusi dalle conclusioni del Consiglio Affari interni di ieri. Abbiamo visto Paesi fuori dall'Unione europea farsi avanti per offrire accoglienza ai richiedenti asilo afghani, ma non abbiamo visto un solo Paese membro fare altrettanto". "Non possiamo fare finta che la questione afghana non ci riguardi, perché' abbiamo partecipato a quella missione condividendone obiettivi e le finalità", ha aggiunto.

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Gli attacchi bipartisan

Negli Usa dall’ala Dem arriva la critica del deputato Jason Crow, veterano in Afghanistan: “Non c'era bisogno di arrivare a questo punto, si sarebbe dovuto cominciare l'evacuazione mesi fa". "Avevamo bisogno di un piano - ha ammesso un altro democratico, Seth Moulton - ma sinceramente non lo abbiamo visto. Per me, questo non è stato solo un errore dal punto di vista della sicurezza nazionale, ma un errore politico". "È ciò che abbiamo ottenuto - ha commentato il repubblicano Daniel Crenshaw in un'intervista alla Fox - perché stiamo ancora dietro a vecchi slogan tipo 'riportiamo i soldati a casa' e 'basta con le guerre infinite'". Secondo il leader della minoranza repubblicana al Senato, Mitch McConnell, "sono stati compiuti numerosi passi falsi durante il percorso, ma la responsabilità del collasso monumentale a cui abbiamo assistito deve ricadere solo sul comandante in capo". 

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Le critiche della stampa

Anche i media progressisti hanno criticato l'operato di Biden. "La caotica qualità del ritiro, culminato con il sapere che 100-200 americani non sono riusciti a lasciare il Paese - scrive in un commento il New York Times - ha mostrato un'incompetenza nell'andarsene che eguaglia la nostra impotenza nel pacificare il Paese". Per la Cnn, l'"incerto modo di gestire le ultime due settimane ha indebolito l'idea che il presidente fosse un esperto di politica estera, adesso non può permettersi più altri passi falsi". Molto duro l'editoriale del Wall Street Journal, che ha accusato Biden di aver presentato una “descrizione disonesta” di quanto accaduto in Afghanistan. "La sua difesa accusatoria - si legge nel fondo - è parsa così priva di un'autoriflessione o responsabilità da non valere i sacrifici che gli americani hanno compiuto in quel conflitto". "Biden - continua il giornale finanziario - ha continuato a sostenere di essere stato messo in difficoltà dall'accordo raggiunto da Donald Trump con i talebani. Quell'accordo era sbagliato, ma il presidente avrebbe potuto cambiarlo. Il patto poggiava su una serie di condizioni che i talebani già non avevano rispettato, quando Biden è diventato presidente. Eppure Biden ha sostenuto di essere rimasto prigioniero di quell'accordo".

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