
Afghanistan, gli interessi di Russia e Cina: geopolitica, litio e altri minerali
Mosca e Pechino hanno già aperto a una collaborazione con il governo dei talebani. Secondo gli esperti, oltre a rafforzare la loro influenza sull’Asia centro-occidentale, uno dei motivi per cui le due potenze guardano al Paese sarebbero le sue preziose risorse minerarie. Ricche di litio e “terre rare”, secondo un rapporto militare del 2010, i giacimenti varrebbero 1 trilione di dollari

La riconquista dell’Aghanistan da parte dei talebani ha messo in allerta la comunità internazionale per le conseguenze che potrebbe avere sugli equilibri geopolitici tra Stati. Da un lato le potenze occidentali, che si dicono preoccupate soprattutto per il rispetto dei diritti umani nel Paese. Dall’altro, i Paesi – su tutti, Cina e Russia- che hanno già annunciato che collaboreranno con i talebani al potere
Afghanistan, tutti gli aggiornamenti in diretta
In un’audizione straordinaria al Parlamento Europeo del 19 agosto, l’Alto Rappresentante dell’UE Josep Borrell (in foto) ha parlato apertamente della sua preoccupazione per il futuro. “Non possiamo lasciare che Cina e Russia prendano il controllo della situazione. Possiamo essere rilevanti”, ha detto, mettendo sul tavolo la necessità di creare un’alleanza con i Paesi che condividono i valori europei, in particolare Usa e Regno Unito, “per affrontare le conseguenze geopolitiche di quanto avverrà in Afghanistan”
Sharia, cos'è e cosa prevede la legge islamica
Borrell ha poi aggiunto: “La Cina ha già riconosciuto i talebani. La Russia lo farà. Non chiuderanno le loro ambasciate, al contrario, vogliono aumentare la loro presenza. E questo cambia l'equilibrio geopolitico dei poteri”. Dichiarazioni che hanno subito trovato la risposta dei diretti interessati: “Che cerchino di impedirlo”, ha detto il vice ministro agli esteri russo Alexander Grushko (in foto), stando a quanto riporta Interfax
Afghanistan, chi sono i talebani e quali sono i loro obbiettivi
Per la portavoce del ministro degli Esteri cinese Hua Chunying (in foto), il riconoscimento della legittimità dei talebani si spiega perché “sono più sobri e razionali”, rispetto a quando furono al potere in Afghanistan tra il 1996 e il 2001
Afghanistan, reportage di Sky TG24 da Jalalabad
I leader e i portavoce dei talebani "hanno pubblicamente affermato la volontà di risolvere i problemi affrontati dalla gente, soddisfare i desideri della gente, impegnandosi a costruire un inclusivo governo islamico", ha osservato Hua Chunying. Per questo “la comunità internazionale dovrebbe incoraggiare e sostenere congiuntamente l'unità e la cooperazione di tutte le parti e i gruppi etnici, e aprire un nuovo capitolo nella storia afghana”
Afghanistan, conseguenze e scenari: il parere degli esperti
Per gli esperti di geopolitica, l’apertura di Cina e Russia - che ha già ricevuto a Mosca la leadership talebana guidata dal mullah Abdul Baradar (in foto) – non è motivata solamente dal tentativo di non innescare nuove ostilità tra Stati. È un discorso economico e di influenza sull’Asia centro-occidentale

Il sottosuolo afghano è ricco di minerali non sfruttati, con giacimenti di oro, rame, uranio, pietre preziose e litio. La prima mappatura delle materie presenti nel suolo dell’Afghanistan risale agli anni della presenza dell’Unione Sovietica nel Paese (1979-1989), quando tra le file dei combattenti mujaheddin iniziavano a fare proseliti quelli che poi sarebbero diventati ufficialmente, nel 1994, i talebani

Dopo che le truppe statunitensi, appoggiate dalla NATO, si stabilirono in Afghanistan a seguito degli attacchi terroristici a New York e Washington dell’11 settembre 2001 (per i quali i talebani aiutarono Al-Qaeda), il Pentagono commissionò un nuovo rapporto sulle risorse minerarie afghane

Furono indicati oltre 1400 siti minerari potenziali, con 91 risorse estraibili. Tra queste, una delle più importanti dal punto di vista economico oggi è il litio, utilizzato per costruire batterie di smartphone e quasi tutti gli apparecchi tecnologici in commercio. La sua disponibilità in Afghanistan è così alta che il Paese è stato ribattezzato dai geologi “l’Arabia Saudita del litio”

Oltre che di litio, il sottosuolo afghano è ricco di rame, cobalto e delle cosiddette “terre rare”, un insieme di 17 elementi chimici – tra cui scandio, ittrio e i lantanoidi – utilizzati per la produzione di cellulari, batterie, televisori e nell’industria militare. Un report militare del 2010 ha stimato il valore del patrimonio minerale afghano intorno a 1 trilione di dollari: un potenziale quasi del tutto inutilizzato, tra guerre interne e controllo prima sovietico e poi militare, per un Paese conosciuto soprattutto per le esportazioni di oppio

La Cina, che negli anni ’90 ha inserito le “terre rare” tra le risorse strategiche, ha già stretto accordi con molti Paesi nel mondo per il loro sfruttamento. Anche nello stesso Afghanistan, i cinesi hanno contratti attivi per lo sviluppo di infrastrutture per l’estrazione di minerali

Per la Cina, l’Afghanistan potrebbe diventare anche parte della nuova “Via della Seta”, il controverso progetto di Pechino per costruire infrastrutture terrene e marine e così migliorare i suoi commerci con l’Europa e altri Paesi asiatici. C’è poi la tematica degli uiguri, etnia islamica stanziata nella Cina nord-occidentale, che potrebbero trovare rifugio in Afghanistan, scappando dalle persecuzioni denunciate dalla comunità internazionale ma sempre negate dalla stessa Cina