Nel reportage di Francesca Mannocchi le testimonianze dei parenti della 26enne uccisa lo scorso dicembre. I talebani negli ultimi mesi, durante la loro riconquista del Paese, hanno colpito spesso le donne e i media
Malala Maiwand, giornalista 26enne, è stata uccisa lo scorso dicembre a Jalalabad, in Afghanistan (GLI AGGIORNAMENTI SULL'AFGHANISTAN LIVE - LO SPECIALE - TUTTI I VIDEO). Lavorava per Enikass, una grande emittente radiotelevisiva locale. “Hanno ucciso lei e il suo autista a sangue freddo, davanti a tutti. Stava andando a lavorare”, racconta il padre nel reportage di Sky TG24 realizzato da Francesca Mannocchi. Tra le testimonianze anche quella di Fatima, sorella di Malala, che come lei si è battuta contro il ritorno dei talebani (CHI SONO I TALEBANI). Entrambe hanno seguito le orme della madre, attivista uccisa cinque anni fa sempre dai talebani. Donne e media sono tra gli obiettivi più colpiti dai miliziani. Dopo l’omicidio di Malala, altre tre giornaliste sono state uccise. Le emittenti di Jalalabad hanno deciso di non assumere più donne per tutelare la loro incolumità. Dall’inizio dell’offensiva a maggio, i talebani hanno chiuso 6 televisioni e 44 radio. A Kandahar hanno occupato una radio ribattezzandola Radio Sharia (IL REPORTAGE DI FRANCESCA MANNOCCHI SU CHI È RIMASTO A JALALABAD).