Le testimonianze, nel racconto di Francesca Mannocchi, di chi in questi anni ha collaborato con le truppe statunitensi e con quelle della Nato. E ora vive nel terrore di essere ucciso dai talebani. Da alcuni mesi sono decine gli omicidi mirati di giornalisti, traduttori, attivisti, interpreti. Gli Stati Uniti hanno promesso asilo ai collaboratori ma l’iter è lungo
Nel nuovo Afghanistan riconquistato dai talebani la paura è per chi resta (GLI AGGIORNAMENTI IN DIRETTA - LO SPECIALE - TUTTI I VIDEO). Giornalisti, traduttori, attivisti, interpreti, che in questi anni hanno collaborato con le truppe statunitensi e con quelle della Nato. Dall’inizio dell’offensiva talebana, in primavera, sono decine i collaboratori uccisi. Omicidi mirati in tutte le principali città afghane. A Jalalabad, fino a pochi giorni fa, le milizie locali hanno provato a contrastare l’avanzata dei talebani. Gli Stati Uniti hanno promesso asilo a traduttori e interpreti ma l’iter è lungo e finora sono stati rilasciati 2.500 visti, mentre sono 18mila gli afghani in attesa di una risposta. Ecco il racconto e le testimonianze, nel reportage di Sky TG24, realizzato da Francesca Mannocchi a Jalalabad.