La ragazza rappresentò il suo Paese nel primo concorso di bellezza Miss Grand International in Thailandia nel 2013. Ora dice: "Bisogna combattere"
Htar Htet Htet, 32 anni, ex miss che rappresentò il Myanmar nel primo concorso di bellezza Miss Grand International nel 2013, si è unita ai ribelli che si oppongono al golpe della giunta militare in Birmania. “Perché – dice lei - è giunto il momento di reagire”. E si dice pronta anche a pagare con la vita.
Dalla gara di bellezza alle armi
Ha imparato a usare le armi e da 42 giorni, vive nella giungla. All'inizio di marzo, Htar Htet Htet aveva espresso il timore di essere arrestata. E proprio un mese fa, il Knu (il gruppo Karen National Union) aveva invaso l’ennesima base militare con tanto di risposta armata: aerei notturni. Lo stesso è accaduto due settimane fa. Il gruppo ha più volte condannato il colpo di stato che il 1° febbraio, cento giorni fa, ha destituito Aung San Suu Kyi dichiarando di dare rifugio a oltre duemila dissidenti anti-golpisti.
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Il post golpe
Il post golpe si fa sempre più sanguinario nel Paese. Secondo i dati (resi pubblici da una Ong locale e riportate da AFP), più di 780 civili, tra cui donne e bambini, sono stati uccisi dalle forze di sicurezza. Tutto questo, però, non ferma la protesta civile e migliaia di oppositori della giunta continuano a unirsi ai ribelli nelle regioni di confine settentrionali e orientali del Paese. Circa un terzo del territorio della Birmania è controllato da diversi gruppi ribelli. Una protesta che coinvolge anche i giornalisti. Min Nyo, giornalista di “Voce democratica della Birmania”, è stato arrestato il 3 marzo scorso e condannato a tre anni di carcere. Ai sensi dell’articolo 505 del codice penale, chi “pubblica o diffonde dichiarazioni, dicerie o rapporti con l’intento di spingere, o che potrebbe spingere ad ammutinarsi o a venir meno al loro dovere appartenenti alle forze armate, all’aeronautica o alla marina” viene punito.
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In Birmania l'economia è al collasso
Tra violenze e soprusi, non bisogna dimenticare la situazione economica del paese. Molte banche e uffici non funzionano, i commerci sono chiusi, i trasporti vanno a singhiozzo. Secondo il Programma di sviluppo dell’Onu (Undp), entro il 2022 almeno 25 milioni di persone in Myanmar cadranno nell’abisso della povertà. Come sempre in questi casi, donne e bambini sono le prime vittime.