Usa, condannato per omicidio ex agente che provocò morte di Floyd. Gioia in diverse città

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La giuria, dopo dieci ore di camera di consiglio, ha ritenuto l'ex poliziotto colpevole per tutti e tre i capi di accusa, compreso quello più grave di omicidio colposo preterintenzionale. Urla di gioia davanti al tribunale ma non solo: da Minneapolis a Times Square, da Washington a Los Angeles e Chicago. Biden: “Oggi abbiamo compiuto un passo avanti contro il razzismo sistemico”

Urla di gioia davanti al tribunale e in diverse città americane. È così che molti cittadini statunitensi hanno accolto il verdetto del processo contro Derek Chauvin, l'ex agente di polizia che il 25 maggio del 2020 ha provocato la morte di George Floyd, il 46enne afroamericano diventato icona del movimento Black Lives Matter (CHI ERA). La giuria, dopo dieci ore di camera di consiglio, ha condannato l'ex poliziotto per omicidio, ritenendolo colpevole per tutti e tre i capi di accusa, compreso quello più grave di omicidio colposo preterintenzionale. "Oggi abbiamo compiuto un passo avanti contro il razzismo sistemico, che è una macchia per l'anima del nostro Paese", ha commentato il presidente Usa Joe Biden parlando alla nazione in tv dopo la sentenza. Il presidente ha poi lanciato un appello all'unità e a evitare la violenza. Intanto, riporta Associated Press, il Dipartimento di Giustizia americano si appresta ad annunciare un'indagine sulle pratiche usate dalla polizia di Minneapolis.

Scene di esultanza in diverse città Usa

La lettura del verdetto da parte del giudice è stata accolta da un'ovazione e dalle scene di esultanza da parte delle centinaia e centinaia di persone che si erano radunate davanti alla sede del tribunale di Minneapolis in attesa della decisione. La tensione si è subito sciolta in un grande applauso e in urla di gioia. Da Minneapolis a Times Square, da Washington a Los Angeles e Chicago: in diverse città migliaia di persone sono scese in strada per esultare. Esulta anche il mondo dello sport Usa, che aveva appoggiato il movimento Black Lives Matter. "Giustizia è fatta", dice Adam Silver, patron Nba. “È l'ora della responsabilità", twitta LeBron James. "Il lavoro è appena iniziato", il commento della Us Soccer, la federazione del calcio negli Usa.

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È intervenuto anche il presidente Usa Joe Biden. "Oggi abbiamo compiuto un passo avanti contro il razzismo sistemico che è una macchia per l'anima del nostro Paese", ha detto parlando alla nazione in diretta tv. “Oggi è stato compiuto un passo da giganti nella marcia verso la giustizia in America", ha aggiunto. E ha definito la morte di George Floyd come "un omicidio alla luce del giorno". Il presidente americano ha sottolineato che però bisogna fare molto di più, anche se la decisione odierna può rappresentare "un cambiamento significativo". "Questo deve essere un momento di vero cambiamento. George Floyd ha implorato 'Non posso respirare, non posso respirare'. Non possiamo lasciare che queste parole muoiano con lui", ha detto. E ancora: "Ai figli di George dobbiamo dire: 'Papà ha cambiato il mondo'". Poi ha lanciato agli americani un appello all'unità e a evitare la violenza. Prima del discorso in tv, il leader della Casa Bianca ha telefonato alla famiglia Floyd e si è detto rincuorato dal verdetto. Verdetto che è stato commentato anche da Barack e Michelle Obama: "La giuria ha fatto la cosa giusta. Ma per avere una vera giustizia non basta un singolo verdetto, non ci possiamo fermare ora", ha detto l'ex coppia presidenziale.

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L’ex agente rischia fino a 40 anni di carcere

In Aula, al momento della sentenza, c’era l’ex agente Derek Chauvin: ha ascoltato il verdetto accanto al suo avvocato ed è rimasto impietrito. Rischia fino a 40 anni di carcere. Anche se, con le attenuanti e per l'assenza di precedenti, la pena potrebbe essere più leggera. Per conoscere la sua entità bisognerà probabilmente attendere diverse settimane, forse otto. Intanto l'ex agente va in cella, dopo essere rimasto finora a piede libero su pagamenti di cauzione. Così Chauvin ha lasciato l'aula del tribunale in manette. Il verdetto rappresenta una pietra miliare nella lunga storia di battaglie contro la violenza della polizia americana, soprattutto nei confronti delle comunità afroamericana e ispanica, ed è destinato a creare un precedente storico anche in vista di tanti altri processi. Senza contare che questa decisione potrebbe accelerare una riforma della polizia, a livello federale e a livello locale, attesa da troppo tempo negli Stati Uniti.

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