Inizia oggi il processo sull'omicidio dell’afroamericano ucciso durante un fermo di polizia il 25 maggio 2020, a Minneapolis. Sul banco degli imputati c’è il poliziotto che, premendo con un ginocchio sul collo del 46enne, ne ha provocato il soffocamento. La famiglia della vittima, intanto, ha invocato giustizia, dicendo di aver "bisogno di una condanna”. Minneapolis è blindata per il timore di nuove proteste
Inizia oggi il processo per la morte di George Floyd, l’afroamericano ucciso durante un fermo di polizia il 25 maggio 2020, a Minneapolis. Sul banco degli imputati c’è Derek Chauvin, il poliziotto che premendo con un ginocchio sul collo del 46enne ne ha provocato il soffocamento. Le immagini di quel momento avevano fatto il giro del mondo e infiammato il movimento Black Lives Matter, che dopo il caso Floyd aveva manifestato per settimane in tutti gli Stati Uniti. La famiglia della vittima, intanto, ha invocato giustizia, dicendo di aver "bisogno di una condanna”. Minneapolis è blindata per il timore di nuove proteste. Davanti al tribunale, i membri della famiglia della vittima, insieme ai legali e alle decine di persone presenti, si sono inginocchiati per 8 minuti e 46 secondi, il lasso di tempo in cui l'ex agente di polizia Derek Chauvin ha tenuto il suo ginocchio premuto sul collo di Floyd uccidendolo.
Avvocato famiglia Floyd: "L'America chiede giustizia"
"L'America chiede giustizia, il mondo intero ci sta guardando", ha detto Benjamin Crump, uno degli avvocati che rappresentano la famiglia di George Floyd. "Questo assassinio non è un caso difficile da giudicare", ha affermato il legale parlando prima dell'avvio del processo, riferendosi alle immagini in cui Chauvin soffoca Floyd col ginocchio. Il procuratore che rappresenta l'accusa, in apertura del processo, ha detto che Chauvin "ha tradito il suo distintivo, il suo giuramento di proteggere i cittadini e di usare compassione nell'esercizio delle sue funzioni. Ha fatto ricorso a un uso eccessivo e irragionevole della forza contro un uomo che non costituiva alcuna minaccia. Per questo non può essere considerato innocente". L'avvocato difensore di Chauvin invece ha chiesto: "Mettiamo la politica da parte in questo processo". Chauvin è seduto in aula accanto al suo legale e indossa la mascherina. L'avvocato ha sottolineato come Floyd fosse sotto l'influenza di stupefacenti e si rifiutò due volte di ridare indietro le sigarette che aveva tentato di acquistare con una banconota falsa da 20 dollari.
Il processo
Il processo si tiene in un'aula di un tribunale della contea di Hennepin, in Minnesota. Si tratta di uno dei casi di più alto profilo contro la polizia violenta dal 1991, ovvero da quando l'afroamericano Rodney King fu brutalmente picchiato da quattro agenti a Los Angeles. Da allora sono stati diversi i casi di afroamericani morti nelle mani della polizia, da Eric Garner, a Breonna Taylor e Daniel Prude.
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Cosa rischia l'agente di polizia
L'agente di polizia deve rispondere di omicidio preterintenzionale di secondo grado, omicidio colposo e omicidio di terzo grado, imputazione che comporta la necessità di dimostrare indifferenza per la vita umana e che potrebbe facilitare la condanna. Chauvin, che si dichiara non colpevole, rischia fino a 40 anni di carcere se dovesse essere giudicato colpevole per l'accusa più grave, quella di omicidio di secondo grado.
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L'attesa a George Floyd Square
Mentre il processo prende il via, a George Floyd Square - così come è stato chiamato l'incrocio dove è morto Floyd - continua il pellegrinaggio iniziato dieci mesi fa, proprio in quel 25 maggio del 2020 in cui l'afroamericano è stato ucciso. Sulle barricate che circondano l'area si legge "state entrando nello stato libero di George Floyd": ci sono fiori, murales, graffiti 'I can't breathe' - non riesco a respirare, la frase pronunciata più volte da Floyd prima di morire - e candele. Non c'è la polizia: la sicurezza è gestita localmente.
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