Impeachment, il Senato assolve Donald Trump dall'accusa di aver incitato all'insurrezione

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Valentina Clemente

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Le attese sono state rispettate: Donald Trump è stato assolto dall'accusa di aver "incitato all'insurrezione", con esplicito riferimento ai fatti del 6 gennaio, quando alcuni sostenitori dell'ex presidente assaltarono Capitol Hill. A favore della condanna 57 voti, di cui sette repubblicani. I no sono stati 43. Immediata la reazione del Tycoon: la caccia alle streghe è finita

Donald Trump è stato assolto: per la seconda volta nella sua storia personale, il Tycoon ha vinto il processo in cui questa volta era accusato di aver "incitato all'insurrezione" i suoi sostenitori lo scorso 6 gennaio. 

Sono stati 57 i senatori che hanno votato a favore della colpevolezza di Trump - al di sotto della soglia dei due terzi necessaria per una condanna - mentre 43 hanno votato per dichiararlo "not guilty". Sette repubblicani si sono uniti ai 50 membri del caucus democratico nel votare per la condanna: Richard Burr, Bill Cassidy, Susan Collins, Lisa Murkowski, Mitt Romney, Ben Sasse e Pat Toomey. 

 

Nel momento del voto tutti i senatori, per sottolineare la solennità del gesto, si sono seduti esattamente nello stesso posto dove si trovavano il giorno dell'insurrezione, mentre si stava certificando la vittoria di Joe Biden.

Pelosi: impeachment fallito a causa di un gruppo di repubblicani codardi

Un processo-lampo, conclusosi in appena cinque giorni, nonostante la minaccia della difesa di portare 300 testimoni, tanto da far desistere l'accusa dal procedere all'ascolto delle testimonianze.

Immediata la reazione della Speaker Nancy Pelosi, prima sostenitrice dell'impeachment di Donald Trump, fallito a causa "di un gruppo di repubblicani codardi".

Altrettanto accorate, però, anche le parole di Mitch McConnell, leader di minoranza e repubblicano: dopo aver votato a sostegno dell'assoluzione di Trump, l'ha poi accusato di essere "moralmente" responsabile dell'insurrezione a Capitol Hill a gennaio.

Trump: è finita la caccia alle streghe 

"La caccia alle streghe è finita" sono state le prime, immediate parole di Donald Trump dopo la sua assoluzione. Reazione che, però, non è arrivata via Twitter, visto che il social ha bloccato a vita l'ex presidente, ma attraverso un comunicato stampa pubblicato dall'Ufficio dell'ex presidente, istituzione creata ad hoc dal Tycoon per permettergli di mantenere le relazioni istituzionali.

Trump, in questo statement, non ha perso l'occasione di elogiare il suo movimento, Make America Great Again, dicendo che "il nostro storico, patriottico, bellissimo movimento per Rendere l'America di nuovo Grande è solo all'inizio. Nei prossimi mesi avrò molto da condividere con voi e sono ansioso di proseguire insieme questo nostro incredibile viaggio per la grandezza dell'America e per tutta la nostra gente. Non c'è mai stato nulla di simile".

STATEMENT TRUMP OFFICE

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Trump potrebbe ricandidarsi alla presidenza

La nota di Donald Trump è stata pubblicata subito dopo la notizia della sua assoluzione che ora gli permetterebbe di candidarsi anche alle elezioni del 2024. "2-0" è stato, invece, il tweet di Eric Trump, terzogenito del miliardario newyorkese e molto vicino al padre, che ancora ha accesso al social media e che ha sottolineato come l'ex presidente sia uscito indenne da ben due processi di impeachment. Potenzialmente, quindi, Donald Trump potrebbe candidarsi alle elezioni del 2024: il condizionale è d'obbligo, come del resto indeciso è ancora il ruolo del Grand Old Party che da questo processo esce molto diviso e, nel contempo, dovrà valutare al meglio le mosse future. Il partito conservatore deve, in primis, affrontare le elezioni di metà mandato e poi decidere sul possibile candidato alle prossime presidenziali. Un futuro in cui ora il Gop deve tenere in considerazione anche - e soprattutto - Donald Trump.

WASHINGTON, DC - MAY 07: U.S. President Donald Trump addresses a National Day of Prayer event in the Rose Garden of the White House  May 07, 2020 in Washington, DC. The White House invited faith leaders from across the country to participate in the event which was held during the novel coronavirus pandemic. (Photo by Chip Somodevilla/Getty Images)

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Joe Biden: la democrazia è fragile

"Questo triste capitolo della nostra storia ci ha ricordato che la democrazia è fragile. Che deve essere sempre difesa. Che dobbiamo essere sempre vigili. Che la violenza e l'estremismo non trovano spazione in America. E che ognuno di noi ha il dovere e la responsabilità, come americani e come leader, di difendere la verità e sconfiggere le falsità".

 

Attraverso un comunicato, Joe Biden ha reagito all'assoluzione di Donald Trump dal processo di impeachment. Una risposta arrivata alcune ore dopo il voto del Senato. Ma la portavoce della Casa Bianca l'aveva detto: Joe Biden è il Presidente, non è un opinionista e non guarderà il processo di impeachment. Ma aveva anche aggiunto: i repubblicani si prendano le loro responsabilità.

 

E così è stato: in una breve dichiarazione il Presidente, che si trova a Camp David con la famiglia, ha soltanto ribadito la necessità di difendere la verità, elemento essenziale della vita di ciascun cittadino americano, senza aggiungere commenti personali.

 

 

WILMINGTON, DE - AUGUST 12: Presumptive Democratic presidential nominee former Vice President Joe Biden and his running mate Sen. Kamala Harris (D-CA) arrive to deliver remarks at the Alexis Dupont High School on August 12, 2020 in Wilmington, Delaware. Harris is the first Black woman and first person of Indian descent to be a presumptive nominee on a presidential ticket by a major party in U.S. history. (Photo by Drew Angerer/Getty Images)

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