
Il nostro Paese, pur mantenendo il punteggio che gli era stato attribuito nel 2019, ha perso una posizione. I più virtuosi rimangono Danimarca, Nuova Zelanda e Finlandia, mentre in fondo alla graduatoria si trovano Siria e Somalia. L'indagine ha riguardato 180 Nazioni, valutate sulla base di 13 parametri e sulle interviste a esperti provenienti dal mondo del business

È stata stilata la nuova classifica di Transparency 2020 sulla percezione dei livelli di corruzione nel mondo. L'indagine ha riguardato 180 Paesi, valutati sulla base di 13 parametri e sulle interviste a esperti provenienti dal mondo del business

Nella classifica 2020, l'Italia si è posizionata al 52° posto. Pur avendo mantenuto il punteggio dello scorso anno (53, su una scala da 0 a 100), il nostro Paese ha perso una posizione. Tra i membri dell'Unione europea, invece, ci collochiamo al ventesimo posto

Transparency sottolinea tuttavia che "negli ultimi anni l’Italia ha compiuto significativi progressi nella lotta alla corruzione: ha introdotto il diritto generalizzato di accesso agli atti rendendo più trasparente la Pubblica amministrazione ai cittadini, ha approvato una disciplina a tutela dei whistleblower, ha reso più trasparenti i finanziamenti alla politica e, con la legge anticorruzione del 2019, ha inasprito le pene previste per taluni reati"

A livello globale, i Paesi più virtuosi, cioè quelli che hanno fatto registrare i livelli più bassi di percezione della corruzione sono Danimarca, Nuova Zelanda e Finlandia, che occupano i primi tre gradini del podio

La Danimarca, con un punteggio di 88 su 100, occupa il primo posto nel Vecchio Continente e tra i Paesi membri dell'Ue

Rispetto alla media Ue di 64, Copenaghen fa registrare livelli molto più bassi di percezione della corruzione. Male, invece, Bulgaria, Ungheria e Romania, in coda alla graduatoria. Tutti e tre i Paesi hanno totalizzato un punteggio di 44 ciascuno

A livello mondiale, Ungheria, Bulgaria e Romania occupano a braccetto il 69esimo posto. La Bulgaria, però, a differenza delle altre due nazioni, è quella che è migliorata di più negli ultimi otto anni, scalando a livello globale ben 16 posizioni

Stesso discorso per l'Armenia che dal 2012 ha scalato 15 posizioni grazie ad un programma di riforme che ha comportato miglioramenti costanti nella lotta alla corruzione. Con un punteggio di 49, l'Armenia si colloca al 60esimo posto

Tra chi, invece, in Europa ha perso più posizioni dal 2012 c'è la Bosnia Erzegovina, scesa di sette posti nella classifica di Transparency. Tra le principali ragioni di questo risultato ci sarebbe una cattiva gestione della pandemia. Il Paese avrebbe fatto registrate numerose violazioni dei diritti umani e del lavoro nonché presunti appalti illegali nella fornitura di apparecchiature sanitarie

Il report di Transparency sottolinea, però, che anche i Paesi più virtuosi in Europa non sono immuni a episodi di corruzione. Lo scandalo del riciclaggio di denaro da 230 miliardi di dollari che ha coinvolto la filiale estone (75/100) della Danske Bank, il più grande istituto di credito in Danimarca (88/100), ha dimostrato che paesi apparentemente 'puliti' possono essere facili bersagli di attori corrotti. In generale, sono emerse difficoltà nella supervisioni di diversi istituti di credito nordici

Uscendo dall'Europa, a livello mondiale, tra le prime della classe c'è la Nuova Zelanda, con il punteggio di 88 come la Danimarca. La Nuova Zelanda è tornata alle urne lo scorso ottobre confermando con maggioranza schiacciante la premier Jacinta Ardern (nella foto)

All'ultimo posto, con un punteggio di appena 12 su 100, si trova la Somalia. Molto male anche Siria e Yemen, rispettivamente 178esima e 176esimo

Soffre il continente africano. In particolare, con un punteggio medio di 32, l'Africa subsahariana è la regione con le prestazioni più basse in riferimento all'indice stilato da Transparency, che evidenzia i pochi miglioramenti rispetto agli anni precedenti e sottolinea la necessità di un'azione urgente

L'esempio positivo, però, arriva da Seychelles che totalizza ben 66 punti, emergendo come uno dei contesti migliori della regione, insieme al Botswana (60) e Capo Verde (58)

Male, invece, il Sudafrica dove la crisi economica dovuta alla pandemia ha portato proteste e dissenso della popolazione. Sotto accusa, in particolare, l'aumento del costo della vita, la corruzione e l'uso improprio dei fondi di emergenza. A tal proposito, un audit delle spese covid-19 ha rivelato prezzi eccessivi, frodi e corruzione

Passando al continente americano, gli Stati Uniti hanno fatto registrare l'indice più basso dal 2012, realizzando un punteggio di 67 su 100. Grave, secondo Transparency, il licenziamento degli ispettori generali che avevano identificato casi di corruzione e frode nelle operazioni governative. Altrettanto grave, poi, l'intervento personale dell'ex presidente Donald Trump nel fare pressione su funzionari elettorali per il riconteggio dei voti

In Sud America i punteggi migliori nell'indice di Transparency sono stati fatti registrare nel 2020 dall'Uruguay (71 su 100), al ventunesimo posto a livello globale

Agli antipodi la situazione del Venezuela, che arriva da due decenni di corruzione. La stessa corruzione è infatti alla base della crisi umanitaria che sta vivendo il Paese. L'emergenza Coronavirus non ha fatto altro che peggiorare una situazione già fortemente compromessa. Negli ultimi due decenni il Paese avrebbe perso almeno cinque miliardi di dollari a causa della corruzione nel settore sanitario

In Asia, i punteggi migliori li fanno registrare Hong Kong e Singapore, rispettivamente 85 e 77

In fondo alla graduatoria del continente, invece, la Cambogia (21) e la Corea del Nord (18)
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