Giornata mondiale contro la corruzione: un fenomeno che prospera in tempi di crisi

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Istituita dalle Nazioni unite per la prima volta nel 2012, si celebra ogni anno il 9 dicembre allo scopo di sensibilizzare la popolazione su un fenomeno sociale, politico ed economico che priva i cittadini di diritti fondamentali, rallentando e minando il corretto sviluppo della società

Ogni anno a partire dal 2012, il 9 dicembre, si celebra in tutto il mondo la Giornata contro la corruzione. Questa ricorrenza, istituita dalle Nazioni unite, ha lo scopo di sensibilizzare la popolazione su un problema grave che mina il corretto sviluppo di una comunità privando i cittadini di diritti fondamentali. In occasione della Giornata, vediamo come è nata l’idea di portare avanti questa iniziativa, quali sono i numeri della corruzione nel nostro Paese e le iniziative per combattere un fenomeno sociale, politico ed economico che rallenta e compromette la crescita della società.

Le origini della Giornata internazionale

Per scoprire le radici della Giornata internazionale contro la corruzione, bisogna tornare indietro al 31 ottobre del 2003, quando l’Assemblea generale dell’Onu adotta un’apposita Convenzione in risposta alla crescita di questo fenomeno a livello globale. Lo scopo del documento è quello di promuovere – si legge sul portale italiano delle Nazioni Unite – "un approccio globale e multisettoriale per prevenire e combattere il fenomeno". La Convenzione, che entra ufficialmente in vigore nel dicembre del 2005, è uno degli strumenti giuridici più innovativi e vincolanti nella storia della lotta alla corruzione. Prevede sia misure di prevenzione sia di criminalizzazione delle principali forme di corruzione. Tenendo conto della dimensione transnazionale del fenomeno, crea una piattaforma comune attraverso la quale viene rafforzata la collaborazione tra la polizia e la magistratura e favorite le operazioni di estradizione dei colpevoli.

Misure e organi istituzionali

Tra le misure principali e più innovative indicate dalla Convenzione c’è il recupero dei patrimoni trafugati. In base a queste disposizioni, i Paesi sono obbligati a restituire i capitali o i beni ottenuti con la corruzione al Paese ai quali sono stati sottratti. Nella Conferenza degli Stati parte della Convenzione è stato individuato l’organo decisionale per l’applicazione del documento, mentre all’Ufficio delle Nazioni unite contro la droga e il crimine (Unodc) è stato affidato l’incarico di svolgere funzioni di segretariato della Conferenza degli Stati parte. L’Unodc, ad oggi, "gioca un ruolo essenziale nel sostenere i Paesi ad adottare pienamente la Convenzione, migliorare gli strumenti nazionali di contrasto e a creare istituzioni in grado di prevenire e reprimere le più pervasive forme di corruzione".

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Il fenomeno della corruzione in Italia

Per quanto riguarda la situazione italiana rispetto al fenomeno della corruzione, uno dei documenti più recenti e completi è lo studio realizzato dall’Istituto internazionale delle Nazioni unite per la ricerca sul crimine e la giustizia. L’indagine, basata sui dati forniti da forze dell’ordine e autorità giudiziarie, evidenzia le infiltrazioni della criminalità organizzata nell’economia legale e la complessità crescente della zona grigia in cui si muovono i gruppi criminali, sempre più abili a occultare profitti illegali. "Sebbene i mercati illegali rimangano la principale fonte di profitto per i gruppi della criminalità organizzata in Italia, in particolare per Camorra, 'Ndrangheta e Cosa nostra – si legge nel report - vi sono prove crescenti di infiltrazione della criminalità organizzata nell'economia legale".

Alcuni dati del nostro Paese

Secondo quanto emerso dall’indagine, dal 1983 al 2012 il numero di ordini di sequestro da parte delle autorità sarebbe decuplicato, passando da una cifra inferiore ai 50 ordini l’anno a 500. Secondo il database dell'Agenzia italiana per i beni confiscati, in quello stesso arco temporale in Italia sarebbero state sequestrate un totale di 1.708 imprese. Su 12.311 proprietà sequestrate, la categoria più ampia (circa il 40%) è rappresentata dalle abitazioni residenziali. Le proprietà fondiarie, sia per l'edilizia che per l'agricoltura, invece, rappresentano circa il 25% del numero totale. La percentuale di penetrazione economica criminale nel mercato immobiliare copre in media 22 milioni di euro per ogni 100 miliardi di euro di beni edilizi. È interessante notare, poi, come "le regioni con una penetrazione criminale più profonda registrino risultati peggiori rispetto allo sviluppo economico".  Lo studio dell’Istituto evidenzia, inoltre, il ruolo cruciale di attori esterni. In particolare, secondo quanto emerso dall’indagine, diversi attori politici ed economici sarebbero vulnerabili alle pressioni della criminalità organizzata, rappresentando un punto d’accesso all’economia legale. Con la conseguenza principale di un ingresso illecito in appalti pubblici e privati, strategia che rappresenta uno dei core business della criminalità organizzata.

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La corruzione prospera in tempi di crisi

Il fenomeno della corruzione non si ferma nemmeno in tempi di crisi e anche questo periodo di emergenza determinato dalla pandemia non fa eccezione. Nel 2020, miliardi di fondi sono stati mobilitati per l’acquisto di attrezzature mediche e per sostenere l’economia, supportando le imprese più duramente colpite dalla crisi. "La risposta al virus – scrive António Guterres, Segretario generale delle Nazioni unite – sta creando nuove opportunità di sfruttare un controllo debole e una trasparenza inadeguata, dirottando i fondi lontano dalle persone nel momento di maggior bisogno". Quello del Segretario generale, in occasione della Giornata internazionale, è un invito a tutti i leader e governi a essere trasparenti e responsabili e utilizzare tutti gli strumenti forniti dalla Convenzione. "La corruzione al tempo del Covid-19 può compromettere seriamente il buon governo in tutto il mondo e sviarci ancora di più dal nostro impegno a raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile".

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