Corea del Sud, l'erede dell'impero Samsung arrestato per corruzione

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Lee Yae-Yong, figlio del fondatore Lee Kun-hee scomparso lo scorso ottobre, dovrà scontare due anni e mezzo di carcere. Era stato già condannato a 5 anni in primo grado ma la pena era stata sospesa, nell'ambito del grosso scandalo che ha portato all'impeachment e alla condanna dell'ex presidente sudcoreana Park Geun-hye nel 2017

Lee Jae-yong, alla guida del gruppo Samsung dalla morte del padre e fondatore Lee Kun-hee avvenuta nell'ottobre scorso, è stato riconosciuto colpevole di corruzione e appropriazione indebita, condannato a due anni e mezzo di prigione ed è stato immediatamente arrestato. Lo scrive l'agenzia sudcoreana Yonhap. Con l'arresto di Jae-Yong, l'impero tecnologico della Samsung, tra i principali produttori di smartphone e chip di memoria al mondo, resta senza guida.

Lo scandalo tangenti

Lee Jae-yong era stato incriminato all’inizio del 2017, quando era ancora vicepresidente di Samsung, per corruzione, appropriazione indebita, occultamento di beni all’estero e falsa testimonianza, nell’ambito del grosso scandalo di corruzione che ha coinvolto la presidente sudcoreana Park Geun-hye. L'accusa era di aver versato tangenti per 40 milioni di dollari al fine di ingraziarsi Choi Soon-sil, amica e confidente di lunga data della presidente, per ottenere il favore del governo alla transizione del controllo manageriale di Samsung dal padre Lee Kun-hee. Lo scandalo ha portato all'impeachment e la condanna della presidente sudcoreana Park Geun-hye a 20 anni di carcere. Secondo i magistrati, Choi gestiva per conto della presidente fondi per svariati milioni di euro ricevuti da grandi società e dirigenti di azienda sudcoreani, facendoli passare per donazioni per alcune sue fondazioni. Lee Jae-yong era stato condannato a cinque anni di reclusione nell’agosto del 2017 ma nel febbraio del 2018 una corte di Seul aveva sospeso la condanna tramite la concessione della libertà condizionale. 

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