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Usa 2020, al via la transizione fra Trump e Biden. Ma il tycoon non concede la vittoria

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©Ansa

Il presidente uscente fa sapere di aver incoraggiato il proprio team e il General Service Administration a certificare il risultato delle elezioni e "fare quello che va fatto". Ma precisa che questa decisione non è un riconoscimento della vittoria dell’avversario né fermerà le sue azioni legali, e denuncia presunte minacce e molestie al capo del GSA, che però smentisce. Il team di Biden: mossa cruciale per "un pacifico" passaggio di consegne. Oggi il terzo riconteggio dei voti in Georgia

A quasi tre settimane dall'Election Day del 3 novembre, la fase di transizione dall'amministrazione di Donald Trump a quella di Joe Biden può formalmente iniziare (LO SPECIALE SULLE ELEZIONI USA). Lo ha stabilito il GSA (General Service Administration), l'agenzia Usa chiamata a certificare il verdetto delle elezioni. Una mossa anticipata dal tycoon, che su Twitter ha scritto: "Ho raccomandato all'amministratore della Gsa... di fare quello che va fatto riguardo agli iniziali protocolli e ho detto al mio team di fare lo stesso". Salvo poi precisare che questa decisione non è un riconoscimento della vittoria di Biden né fermerà le sue azioni legali, tra cui quella in Georgia dove inizia oggi il terzo riconteggio delle schede. La decisione di Trump di consentire l'avvio del processo di transizione del potere a Joe Biden non è sufficiente neanche per Vladimir Putin: il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, citato da Interfax, ha riferito che "il presidente attende il risultato finale".

Trump: “Non cederemo mai a schede false e a Dominion”

Trump ha detto di aver invitato il GSA a procedere “nell'interesse del Paese” ma poi, su Twitter, ha attaccato nuovamente il risultato delle elezioni: "Cosa ha a che vedere il via libera del GSA a lavorare in modo preliminare con i dem con l'andare avanti con le nostre varie cause per quella che si rivelerà l'elezione più corrotta della storia americana? Andiamo avanti a tutta velocità. Non cederemo mai a schede false e a 'Dominion' (una delle società che ha gestito il voto per corrispondenza, ndr)".

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Il capo della GSA: “La mia decisione non è stata presa per paura”

Trump, in un altro tweet, ha poi parlato di presunte minacce e molestie dei democratici ai danni del capo della GSA, Emily Murphy, perché certificasse la vittoria di Biden. Murphy ha però smentito questa circostanza: "Contrariamente a quanto riportato o insinuato dai media, la mia decisione non è stata presa per paura o faziosità". "Prendo questo ruolo molto sul serio e alla luce degli sviluppi recenti riguardanti battaglie legali e certificazione dei risultati dell'elezione, trasmetto oggi questa lettera per rendere queste risorse disponibili e servizi disponibili", ha scritto Murphy al presidente eletto. Il Presidential Transition Act del 1963, la legge sulla fase di transizione, non prevede alcun termine per la certificazione del risultato elettorale da parte del GSA, che tradizionalmente agisce dopo che i media attribuiscono la vittoria a uno degli sfidanti. L'ex numero due di Barack Obama si insedierà alla Casa Bianca il prossimo 20 gennaio.

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Team Biden: ok GSA cruciale per "pacifico trasferimento potere"

Intanto il team del presidente eletto Joe Biden fa sapere, in un comunicato, che il via libera del GSA alla fase di transizione è cruciale per "un pacifico" passaggio di consegne: "Il Gsa ha certificato come apparenti vincitori il presidente eletto Joe Biden e la vice presidente eletta Kamala Harris, fornendo all'amministrazione entrante le risorse e il sostegno necessario per portare avanti un morbido e pacifico trasferimento del potere". Ora il team di Biden potrà avere accesso a briefing classificati, incontrare funzionari del governo e coordinare risposte alla pandemia. La squadra del presidente eletto riceverà inoltre i fondi federali necessari per operare. Fino a oggi, come lo stesso Biden aveva lamentato, il suo team non aveva avuto accesso, ad esempio, neppure ai piani per la distribuzione del nuovo vaccino contro il coronavirus, nell'ambito dell'operazione Warp Speed, voluta dal presidente Trump. La mancata certificazione della vittoria aveva inoltre impedito alla squadra di Biden di ottenere supporto di sicurezza informativa, con la protezione delle comunicazioni sensibili, relative ad esempio alla Russia o alla Cina.

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Al via il terzo riconteggio Georgia

Intanto inizierà alle 9 (ora locale) il terzo riconteggio dei voti in Georgia, lo Stato Usa attributo a Biden venerdì scorso con una vantaggio di 12.670 voti, pari allo 0,2% di margine. La campagna di Trump ha chiesto un nuovo conteggio delle schede visto che le leggi dello Stato lo consentono quando il vantaggio è inferiore allo 0,5%. Il riconteggio, spiegano dall'Ufficio del segretario di Stato della Georgia, riguarderà tutte e 159 le contee. I risultati nello Stato dovranno essere certificati entro il prossimo 3 dicembre ma non sono previsti impatti sul verdetto delle presidenziali a favore di Biden.

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