Navalny dimesso dall'ospedale di Berlino. I medici: "Completa guarigione è possibile"

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Dopo 32 giorni di ricovero, molti dei quali trascorsi in terapia intensiva, il leader dell'opposizione russa ha potuto lasciare l'ospedale tedesco dove era stato ricoverato dopo il presunto avvelenamento a Tomsk. Il Cremlino: "Libero di tornare in Russia, se vuole"

Dopo 32 giorni di ricovero, molti dei quali trascorsi in terapia intensiva, il leader dell'opposizione russa Alexei Navalny il 22 settembre è stato dimesso dall'ospedale la Charité di Berlino dove era stato ricoverato dopo il presunto avvelenamento a Tomsk (FOTOSTORY). Secondo i medici, è “possibile” che si arrivi a una completa guarigione. "Se Navalny vuole tornare in Russia è libero di farlo, come ogni cittadino russo", ha commentato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, citato da Interfax. Peskov ha poi aggiunto di essere felice della notizia che Navalny si stia riprendendo, ma ha sottolineato di non avere "informazioni credibili" sul fatto che sia stato dimesso.

Le eventuali conseguenze da valutare nel corso del tempo

Le condizioni del dissidente russo "sono migliorate al punto che il trattamento medico può essere terminato”, si legge in un comunicato sulla salute di Navalny. "Eventuali conseguenze dal grave avvelenamento nel lungo periodo potranno essere valutate soltanto nel corso del tempo", viene poi specificato nella nota. Navalny era stato ricoverato allo Charitè di Berlino il 22 agosto, dove era stato trasferito dalla Russia per volere di sua moglie. In Germania è stato riscontrato un avvelenamento da Novichok, confermato successivamente dai laboratori di Svezia e Francia.

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E, proprio sul suo avvelenamento, il dissidente ha commentato in un post su Instagram, con ironia: "Preparare in cucina il Novichok, berne un sorso in aereo, cadere in coma, finire all'obitorio di Tomsk, dove la causa della morte sarebbe stata 'ha vissuto abbastanza'. Questo era il mio furbissimo piano. Ma Putin ha avuto il sopravvento. Lui la sa lunga. Risultato: io da fesso ho passato 18 giorni in coma senza ottenere ciò che volevo. La provocazione non è riuscita!". Il commento riguarda le parole che Vladimir Putin avrebbe detto a Emmanuel Macron nella telefonata del 14 settembre. Secondo Le Monde, Putin avrebbe ventilato l'ipotesi che Navalny si sia "auto-avvelenato" per ragioni non chiare. Oppure che la Lettonia possa essere coinvolta nel suo avvelenamento.

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