Boris Johnson, un anno da premier tra la Brexit e il coronavirus. FOTO
Il 24 luglio 2019 il leader del partito Conservatore veniva nominato primo ministro. L’uscita dall’Unione europea, combattuta in parlamento, le elezioni anticipate, la pandemia da Covid-19 che ha colpito anche lui, la nascita di un figlio. Ecco i 366 giorni di fuoco del capo di governo inglese
Il governo di Boris Johnson compie un anno. Il 24 luglio 2019 il leader del partito conservatore diventava primo ministro britannico. Dodici mesi a dir poco burrascosi, dalla Brexit al coronavirus, passando per le elezioni anticipate e la nascita del suo ultimo figlio
Boris Johnson agli italiani: come back, vi rivogliamo qui. VIDEO
Il 24 luglio del 2019 Boris Johnson, leader del partito conservatore, viene nominato ufficialmente capo del governo inglese
Brexit, tutte le tappe dell’addio del Regno Unito all’Ue
Il cambio al 10 di Downing Street è con Theresa May, che non è riuscita a far approvare al parlamento un piano di uscita dall'Ue. Boris Johnson è deciso a portare il Paese alla Brexit nonostante i venti contrari
Coronavirus, Regno Unito: scuole sicure, nessun contagio prof-alunno. Lo dice uno studio
“Nessuno negli ultimi secoli ha vinto la scommessa contro questo Paese – dice Johnson agli scettici sull’effettivo passo definitivo verso l’uscita dall’Unione europea - Non ci riusciranno adesso”
Chi è Boris Johnson
Il primo obiettivo è ampiamente dichiarato: portare a termine quanto richiesto dal referendum del 2016. La promessa fin dall’insediamento è quella di far uscire Londra dall’Ue entro il 31 ottobre 2019, con o senza accordo
L’ipotesi di un’uscita senza accordo però allarma molti e il parlamento prova a opporsi in tutti i modi
Johnson non ci sta a farsi mettere i bastoni tra le ruote e il 28 agosto 2019 ottiene dalla regina il consenso per sospendere i lavori del parlamento per cinque settimane, dal 10 settembre al 14 ottobre
È la strategia del primo ministro per evitare l'approvazione di una legge che impedisca l'uscita senza accordo dall'Unione europea a fine ottobre
Il presidente della Camera dei Comuni, John Bercow, lo accusa di "oltraggio alla Costituzione”. Lo stesso partito conservatore vede le dimissioni della leader scozzese Ruth Davidson, del capogruppo alla Camera dei Lord George Young e persino del fratello minore del premier, Jo Johnson (nella foto, a sinistra)
Poi arriva anche il verdetto unanime della Corte suprema britannica, che dichiara non legale la sospensione del parlamento voluta da Johnson
Ma il premier insiste: uscita dall’Ue il 31 ottobre “altrimenti meglio morto in un fosso”, dice nel suo stile aspro
Il 17 ottobre ottiene la firma con il presidente ormai uscente della Commissione Jean-Claude Juncker per un accordo tra Londra e Bruxelles
Intanto la Camera dei Comuni rinvia il voto per esaminare l’accordo nei dettagli, ma soprattutto per non rischiare una Brexit senza intesa. Johnson è costretto a chiedere una proroga della scadenza del 31 ottobre e invia una lettera non firmata alla Commissione Ue
I 27 Stati Ue concordano di posticipare la data del divorzio di Londra dall’Unione al 31 gennaio 2020
Ma Johnson non vuole più quel parlamento, così riesce a convincere l’opposizione laburista a convocare elezioni anticipate. Il Paese va al voto a dicembre, non succedeva dal 1923
Boris Johnson stravince alle urne: con 365 seggi i Tory ottengono la maggioranza assoluta a Westminster, un record dai tempi di Margaret Thatcher
Lo slogan con cui il rieletto primo ministro ha ottenuto clamor di popolo è “Get Brexit Done”. Promessa mantenuta: il 31 gennaio il Regno Unito esce dalla Ue
Il 29 febbraio 2020 Johnson, ormai separato da due anni dall’ex moglie Marina Wheeler, annuncia ufficalmente il fidanzamento con Carrie Symonds
Ma intanto a frenare gli entusiasmi in Europa arriva il coronavirus e la pandemia che presto raggiunge anche Londra
Nelle prime settimane la linea di Johnson sembra quella di voler minimizzare l’emergenza
“Abituatevi a perdere i vostri cari”, dice il 13 marzo tra lo scompiglio generale. E il suo consigliere scientifico suggerisce di puntare all’immunità di gregge
Quando il Paese raggiunge una stima di 10mila contagiati scuole e università sono ancora aperte
La chiusura di pub, ristoranti, palestre, cinema e scuole arriva solo il 20 marzo. E il 23 marzo Johnson annuncia il lockdown generale
Il 27 marzo Downing Street fa sapere che Johnson è risultato positivo al Covid-19. Ma lui dice di avere solo sintomi lievi e decide di continuare a guidare il governo da casa
Il 5 aprile però viene ricoverato al St. Thomas Hospital e l’indomani viene trasferito in terapia intensiva. Le sue condizioni sembrano gravi e rimane attaccato a un ventilatore polmonare
Verrà dimesso il 12 aprile, ma la guida del governo intanto viene temporaneamente affidata a Dominic Raab
Il 27 aprile Boris Johnson annuncia il suo ritorno a lavoro
Il 29 aprile diventa di nuovo padre: il figlio, avuto con la compagna 32enne Carrie Symonds, si chiama Wilfred Lawrie Nicholas. Ufficialmente è il sesto figlio del premier britannico, ma c'è chi sostiene che nel corso della sua movimentata vita sentimentale ne abbia avuti altri
Nel frattempo la linea del primo ministro sull’emergenza coronavirus è decisamente cambiata: il Regno Unito adotta misure di estrema prudenza
Tuttavia, nonostante Londra sconsigli viaggi all'estero "non essenziali" e la Grecia non consenta voli diretti dal Regno Unito, a inizio luglio il padre 79enne, Stanley Johnson, raggiunge, passando per la Bulgaria, la sua casa greca
Oggi la Gran Bretagna è quasi a quota 300mila contagi, risultando la più colpita in Europa dal Coronavirus e Boris Johnson ha annunciato che il Paese si sta preparando per affrontare la seconda ondata