Le accuse contro Dominic Cummings: dopo aver avvertito insieme alla moglie sintomi del Covid-19 ed essersi messo in auto-isolamento, si è spostato con la famiglia da Londra per centinaia di chilometri per portare il figlio di 4 anni vicino ai nonni. La difesa del premier: “Ha rispettato regole”. Ma in tanti chiedono le dimissioni
Nel Regno Unito è ancora polemica per la vicenda legata a Dominic Cummings, consigliere di Boris Johnson accusato di aver violato il lockdown imposto dal coronavirus per portare - mentre aveva anche sintomi di Covid-19 - il figlio dai parenti a centinaia di chilometri da Londra. Il premier ha difeso il suo braccio destro, che a sua volta ha ribadito di aver “fatto la cosa giusta”. Da più parti, però, sono piovute critiche su Cummings e Johnson (reo di averlo difeso) e qualcuno ha chiesto le dimissioni del consigliere. Oltre a media, opposizioni, alcuni deputati della stessa maggioranza, funzionari di polizia, un paio di vescovi, contro Cummings e Johnson si sono schierati anche vari consulenti scientifici che consigliano il governo britannico sulle politiche per contenere la pandemia (GLI AGGIORNAMENTI IN DIRETTA - LO SPECIALE).
Le accuse a Cummings
Dominic Cummings, 48 anni, è l’architetto della Brexit e potente consigliere politico capo del premier Tory. È accusato di aver violato il lockdown, che nel Regno Unito è iniziato il 23 marzo. Il 31 marzo, infatti, è stato visto con la famiglia a Durham, nel nordest dell'Inghilterra. Secondo alcune ricostruzioni, dopo aver avvertito insieme alla moglie i sintomi del Covid-19 ed essersi messo in auto-isolamento (anche a causa della positività di Johnson il 27 marzo), avrebbe viaggiato per 500 chilometri da Londra a Duhram, per isolarsi in un'ala della casa dei genitori. Cummings ha respinto le accuse di aver violato le regole, giustificandosi con la necessità di portare il figlio di 4 anni dai parenti per provvedere alla sua assistenza nel caso in cui lui e la moglie si fossero ammalati. Ha detto di aver fatto "la cosa giusta" e di essersi comportato in modo "ragionevole e legale" nel suo viaggio da Londra a Durham. "A chi importa se sembra una cosa buona, si tratta di fare la cosa giusta, non di ciò che pensate voi", ha dichiarato.
La difesa di Johnson
In difesa di Cummings è sceso in campo anche Johnson. Il primo ministro ha definito “legale e responsabile" il comportamento del suo consigliere. Il suo caso, secondo il premier, rientrava fra quelli particolari che autorizzavano a violare la quarantena, oltre alle regole sul lockdown. “Ha agito nel rispetto delle regole" nello spostarsi a Durham, ha aggiunto Johnson. E ha sottolineato di comprendere i problemi di un genitore e di un marito, affermando che Cummings "ha solo seguito gli istinti di un padre". “Visto che la moglie era stata infettata da sospetto coronavirus e vista l'alta probabilità che lo fosse anche lui, era essenziale per Dominic Cummings assicurarsi che il suo bambino potesse essere adeguatamente accudito", ha spiegato anche una nota dell'ufficio del premier. In cui è stato ribadito: “Ha agito secondo le linee guida sul coronavirus” decise dal governo. "Sua sorella e le sue nipoti – si legge ancora – si sono offerte di aiutare e così lui si è trasferito in una casa vicina ma separata da quella della sua famiglia, nel caso il loro aiuto si fosse reso necessario".
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Le polemiche
Ma la difesa di Johnson non è bastata a fermare le polemiche. Anzi. Nel Paese, col passare dei giorni, sono aumentati gli appelli che chiedono le dimissioni di Cummings e gli attacchi a Johnson per averlo difeso. Il Guardian e il Mirror, giornali filo-laburisti che hanno denunciato per primi la vicenda, hanno definito Johnson come "un codardo" e il consigliere come "un imbroglione". Anche alcuni esperti che consigliano il governo britannico sull’emergenza coronavirus, poi, hanno criticato il premier per aver difeso il suo collaboratore. "In pochi minuti, oggi, Boris Johnson ha buttato nel secchio tutti i consigli che avevamo dato su come costruire la fiducia nella popolazione e assicurarsi il rispetto delle misure necessarie per controllare il Covid-19", ha scritto su Twitter il professor Stephen Reicher, membro dello Scientific Pandemic Influenza Group on Behaviours (Spi-B), che offre analisi e consigli agli scienziati del Sage, il panel governativo per le emergenze. D'accordo con Reicher anche altri due membri dello Spi-B, come riporta Sky News: gli psicologi dell'University College di Londra, Susan Michie e Robert West. Secondo i media, inoltre, Cummings avrebbe violato le misure di lockdown più di una volta. All’attacco i laburisti britannici: "Il consigliere principale del primo ministro sembra credere che ci sia una regola per lui e un'altra per il popolo britannico".
La situazione in Uk
Nel Regno Unito la vicenda Cummings sta oscurando l'annuncio sulle prime tappe di una Fase 2, con la riapertura dal primo giugno di qualche scuola: limitatamente per ora all'Inghilterra, alla prima elementare e alla sesta e senza obblighi per gli istituti che ritengono di non poter garantire distanziamento, turni, classi ridotte. Nel Paese, secondo i dati elaborati dalla Johns Hopkins University al 25 maggio, i casi ufficiali di coronavirus sono oltre 260mila e i morti più di 36.800.