Coronavirus, la Spagna prova a ripartire: riaperte alcune attività “non essenziali”. FOTO
Dopo due settimane di chiusura totale, tornano operativi settori come edilizia, industria e alcuni uffici. Rigide le regole, dai dispositivi di sicurezza al distanziamento. Sui mezzi pubblici distribuite 10 milioni di mascherine. Cala il numero dei morti: 517 in 24 ore
Dopo due settimane di serrata totale, oltrepassato il picco dell’epidemia, dal 13 aprile la Spagna prova a ripartire riaprendo alcune attività “non essenziali”. Nel secondo Paese europeo più colpito dal coronavirus dopo l’Italia, però, scende il numero delle nuove vittime: nelle ultime 24 ore ne sono state registrate 517, secondo i dati del ministero della Sanità, per un totale di 17.489 dall'inizio della crisi
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A riaprire, seppur con rigide misure di igiene e sicurezza, sono settori come l’edilizia, l’industria e alcuni uffici. Restano chiusi per il momento scuole, cinema e teatri, ristoranti e bar
Lo speciale di Sky Tg24
La parziale ripartenza è stata voluta dal governo guidato da Pedro Sanchez, ma è stata contestata da molti operatori sanitari e da alcune forze politiche e amministrazioni territoriali, come ad esempio la Catalogna
La mappa del contagio globale
La riapertura prevede misure stringenti nei posti di lavoro come distanziamento, uso di disinfettanti e mascherine. Nelle strade sono stati attivati controlli speciali e sui mezzi pubblici vengono distribuite gratuitamente 10 milioni di mascherine per chi non può andare al lavoro con mezzi privati
Le grafiche con tutti i dati
Sanchez ha chiarito che “non siamo entrati nella fase 2” post-emergenza e che il “confinamento generale” sarà ancora la regola. La “de-escalation”, ha detto, sarà “progressiva e molto cauta”
In Spagna i casi di Covid-19 sono 169.496, mentre le persone guarite 64.727. Da ieri a oggi (13 aprile) i contagiati sono aumentati del 2% e le vittime del 3%, il più basso incremento dall'inizio della pandemia nel Paese