Coronavirus, Trump rinuncia a quarantena per Stati New York, New Jersey e Connecticut

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Dopo aver ventilato l’ipotesi e dopo le polemiche suscitate, il presidente Usa ha deciso di non chiudere i confini di quelle aree ma di emanare dei “travel advisory” per dissuadere i viaggi e gli spostamenti per 14 giorni. Nel Paese oltre 2mila morti e 124mila casi

Niente quarantena, ma dei “travel advisory” per dissuadere i viaggi e gli spostamenti. È questa la decisione del presidente Usa Donald Trump, per cercare di contenere la diffusione del coronavirus negli Stati Uniti. Dopo aver ventilato l’ipotesi, quindi, il tycoon ha rinunciato all’idea di mettere in quarantena gli Stati di New York, New Jersey e Connecticut e di chiuderne i confini. I Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (Cdc), accogliendo la decisione del presidente, hanno emanato degli “avvisi di viaggio”, consigliando ai cittadini di evitare i viaggi non essenziali e gli spostamenti nei e dai tre Stati “per 14 giorni con effetto immediato”. Si tratta, di fatto, di limitazioni. Negli Stati Uniti, secondo i dati della Johns Hopkins University, i casi registrati di Covid-19 sono oltre 124mila e i decessi hanno superato quota 2mila (AGGIORNAMENTI - SPECIALE - CASI NEL MONDO - SPIAGGE CHIUSE IN CALIFORNIA).

Dopo le polemiche, niente quarantena

"Una quarantena non sarà necessaria" per New York, New Jersey e Connecticut, ha twittato Trump. Era stato lui stesso a parlare di questa eventualità per due settimane, suscitando diverse critiche. Qualcuno aveva sottolineato il panico che una decisione del genere avrebbe provocato nella popolazione. Ma le parole più dure erano arrivate dal governatore dello Stato di New York. Una quarantena sarebbe una "dichiarazione federale di guerra agli Stati", aveva tuonato Andrew Cuomo, definendo "probabilmente non legale" una sua imposizione. Una quarantena – aveva avvertito - avrebbe delle pesanti ripercussioni sui mercati finanziari e su quella economia che Trump vuole riaprire per Pasqua. Cuomo si era scagliato anche contro lo Stato di Rhode Island, a nord di New York, dove al momento la polizia e la guardia nazionale sono a caccia dei newyorkesi che lì hanno trovato rifugio. Il governatore di New York ha detto di essere disposto a fare causa a Rhode Island se non cambierà la sua politica. Era stato duro anche il governatore del New Jersey Ned Lamont.

Situazione difficile in altri Stati

Intanto, l'emergenza coronavirus dilaga anche nel resto degli Stati Uniti. Nuovi focolai – oltre all'area metropolitana di New York - sono stati registrati in Michigan e in Illinois, dove è morto un bimbo di meno di un anno. Si tratta di un caso raro, il primo negli Stati Uniti, che preoccupa le autorità che hanno avviato delle indagine per capire cosa sia accaduto. In Michigan la realtà è particolarmente difficile a Detroit, dove il sindaco Mike Duggan ha lanciato un nuovo appello a restare in casa. Termometro di una situazione che peggiora nella capitale dell'auto mondiale è la cancellazione, secondo i media locali, del Salone dell'Auto: secondo quanto riportato dal Detroit Free Press, l'edizione 2020, in calendario a giugno, non si terrà perché il centro destinato a ospitare l'evento annuale sarà trasformato in un ospedale da campo almeno per sei mesi.

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