
Coronavirus, le misure per fermarlo: il confronto tra i vari Paesi del mondo. FOTO
La pandemia Covid-19 ha coinvolto tutto il pianeta. Ogni Stato ha adottato provvedimenti diversi, dalle zone rosse alla chiusura delle scuole e delle attività non essenziali. Ecco come Italia, Francia, Spagna, Germania, Uk e Usa stanno affrontando l'emergenza

La pandemia legata al coronavirus ha colpito tutto il mondo. Dalla Cina si è diffusa in oltre 150 Stati. E ogni nazione sta affrontando l’emergenza in modo differente. Ecco come i governi di Italia, Spagna, Francia, Germania, Uk e Usa hanno deciso di contrastare la diffusione dei contagi
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L'Italia da settimane ha predisposto misure di contenimento del contagio: prima limitate ai comuni ritenuti focolaio in Lombardia e Veneto e in seguito estese gradualmente fino a coinvolgere tutto il Paese
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In Europa, la Spagna lo scorso 14 marzo ha dichiarato lo stato di emergenza che rimarrà in vigore per quindici giorni. In Francia le misure sono cominciate a mezzogiorno del 17 marzo. Anche la Germania si sta allineando. Nel Regno Unito e negli Usa invece, le misure più drastiche tardano ad arrivare
I luoghi del mondo in cui si sono registrati più casi. FOTO
In Italia le scuole di ogni ordine e grado sono chiuse fino al 3 aprile del 2020. In Spagna il governo ha raccomandato la chiusura degli istituti, un invito raccolto da tutte le comunità autonome. A casa ci sono quasi 8 milioni di ragazzi
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In Francia le scuole sono chiuse dal 16 marzo e fino a nuovo avviso (a eccezione di alcuni territori d'oltremare come la Polinesia Francese e la Nuova Caledonia). In Germania, dove dall'inizio della settimana del 16 marzo le scuole sono chiuse, le lezioni dovrebbero riprendere dopo le vacanze di Pasqua, ovvero dopo il 20 aprile
La mappa globale del contagio
Fuori dal coro il Regno Unito, che insieme alla Bielorussia è l'unico Paese europeo a non aver ordinato la chiusura delle scuole. Secondo il Guardian, però, diverse scuole hanno fatto sapere di non poter assicurare il servizio a causa della carenza di personale, a casa in auto-isolamento o per assistere familiari bisognosi

Negli Stati Uniti, il 16 marzo la Casa Bianca ha pubblicato le linee guida per far fronte al virus invitando a "seguire le direttive delle autorità locali". La presidenza raccomanda il distanziamento sociale e a evitare assembramenti di più di 10 persone. La Casa Bianca riconosce come “le attività scolastiche possono accelerare la diffusione del coronavirus" e raccomanda ai governatori degli Stati che "hanno prove della trasmissione del virus all'interno della comunità" di chiudere gli istituti

La decisione ricade sui singoli Stati: secondo il portale Education Week, al 17 marzo erano 38 gli Stati ad aver ordinato la chiusura delle scuole pubbliche. Sommando anche le chiusure imposte da singoli distretti in altri Stati, gli istituti fermi sono almeno 74mila, per un totale di 38,8 milioni di studenti a casa (complessivamente i ragazzi iscritti alle scuole pubbliche sono 50,8 milioni). Per il momento rimangono aperte, tra le altre, alcune scuole in California, in Texas, in Colorado e nel Maine

In Italia sono aperti soltanto gli esercizi che vendono beni essenziali. Il governo spagnolo, ha adottato misure simili a quelle italiane per quanto riguarda i negozi che vendono beni di prima necessità, come supermercati e negozi di alimentari: tutti questi esercizi commerciali rimangono aperti

Anche in Francia sono stati chiusi i negozi: rimangono aperti quelli che vendono beni di prima necessità, come alimentari e supermercati, macellerie e panetterie, ma gli avventori devono rispettare la distanza di sicurezza di un metro o indossare una mascherina

Anche in Germania c'è stata la stretta sugli esercizi commerciali: dopo le parole della cancelliera Merkel, che ha parlato di "misure senza precedenti" riferendosi alle mosse del governo di Berlino contro il coronavirus, rimangono aperti soltanto i negozi che forniscono beni essenziali, i quali sono tenuti a garantire "condizioni di igiene, controllo degli accessi ed eliminazione delle code"

Nel Regno Unito, in virtù delle mosse del premier Boris Johnson che il 16 marzo ha chiesto ai cittadini di "evitare contatti sociali" senza però ordinare lo stop ad alcuna attività, la vita prosegue in maniera normale. I negozi possono rimanere aperti, sia quelli che vendono beni alimentari che gli altri

Situazione simile negli Usa, dove non ci sono norme valide sull’intero territorio nazionale sull'apertura degli esercizi commerciali. La scelta ricade sui singoli proprietari o sulle catene a cui appartengono: grandi marchi, come Nike e Apple, hanno annunciato la chiusura dei propri store anche negli Stati Uniti

Da giorni, ormai, gli italiani sono abituati a rinunciare alle proprie abitudini, come il caffè al bar o a una cena fuori: tutti questi esercizi infatti sono chiusi. Anche in Spagna è arrivato lo stop agli aperitivi, o per meglio dire alle tapas: il governo, con il decreto con il quale ha dichiarato lo stato di emergenza, ha ordinato la chiusura per quindici giorni dei locali che somministrano cibo. Allo stesso modo rimangono chiusi teatri, cinema e biblioteche

Anche in Francia sono chiusi ristoranti, bar, e tutti gli esercizi che non rientrano tra quelli che forniscono beni di prima necessità. La Germania, finora, è un passo indietro: bar e ristoranti possono rimanere aperti, ma soltanto fino alle 18 (una misura del tutto simile a quella in vigore in Italia prima della serrata totale della scorsa settimana)

Cinema, pub e ristoranti sono invece aperti nel Regno Unito. Il governo ha scelto di non ordinare la chiusura e di lasciare la decisione ai singoli esercenti: in caso di stop volontario, gli esercenti non hanno possibilità di far ricorso ad assicurazioni o ammortizzatori sociali, motivo per cui molti sfidano il virus e tengono aperto pur di non rinunciare ai ricavi

Negli Stati Uniti, i governatori di una mezza dozzina di Stati hanno già optato per ordinare la chiusura di ristoranti e bar: tra questi ci sono New York, California e Massachusetts e Washington

In Italia le funzioni religiose sono sospese, mentre i luoghi di culto possono rimanere aperti rispettando le misure di distanziamento sociale necessarie a limitare il contagio. La linea adottata dalla Francia è praticamente uguale a quella italiana: luoghi di culto aperti, ma funzioni sospese

In Spagna, invece, le celebrazioni proseguono. Sono state predisposte alcune misure di sicurezza: in particolare l'accesso ai luoghi di culto e la partecipazione alle cerimonie civili e religiose, compresi i funerali, sono subordinati all'adozione di misure organizzative che consistono nell'evitare gli affollamenti. Va rispettata la distanza tra loro di almeno un metro tra le persone. In Germania sono vietati gli assembramenti nei luoghi di culto, come chiese, moschee e sinagoghe

In Uk, di fronte alla decisione di Johnson di non intervenire con direttive di governo, si è mobilitata la Chiesa Anglicana: in una lettera del 17 marzo, l'arcivescovo di Canterbury Justin Welby e quello di York John Sentamu hanno scritto che è giunto il momento di sospendere le celebrazioni fino a nuovo avviso. Anche in Usa le diverse comunità religiose hanno cominciato a prendere provvedimenti in autonomia, pur senza che il governo federale abbia stabilito norme specifiche in materia

In Italia la chiusura dei parchi viene stabilita singolarmente dai Comuni. Al momento, infatti, non vi è alcuna norma specifica a livello nazionale. Anche in questo caso la Francia ha sposato la linea di Roma: non c'è alcuna norma che ordina la chiusura dei parchi, ma alcune città stanno procedendo autonomamente: il sindaco di Parigi, ad esempio, ha annunciato che avrebbe chiuso i giardini pubblici

Leggermente diverso il discorso in Spagna, dove è stato vietato fare jogging all'aperto. Per chi va a correre nei parchi, insomma, scatta la multa. Anche in Germania i parchi rimangono chiusi, compresi i parchi giochi per bambini. Niente stop invece nel Regno Unito, dove come detto i cittadini sono stati solamente invitati a evitare occasioni di contatto sociale. Stessa cosa per gli Usa, dove vanno evitate le occasioni di assembramento con più di dieci persone

L’emergenza sanitaria sta avendo effetti anche sull’apertura dei parlamenti: quello italiano, come spiegato dal ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D'Incà, "non è chiuso, ha un'apertura limitata”. A Madrid, invece, Congresso e Senato spagnoli sono fermi fino alla fine della settimana del 29 marzo, con solo un paio di eccezioni che prevedono comunque il voto elettronico, senza cioè il bisogno di recarsi in Aula

Rallenta anche in Francia l'attività parlamentare: il 17 marzo l'Assemblea Nazionale ha stabilito che proseguiranno soltanto "le discussioni dei testi urgenti e indispensabili legati alla crisi coronavirus" e il controllo sulle azioni del governo, mentre tutte le altre attività sono sospese. Per scongiurare il contagio all'interno delle istituzioni (alcuni ministri sono già risultati positivi al virus) ogni gruppo politico sarà rappresentato, durante i dibattiti, dal presidente e due deputati

Al Bundestag, il parlamento tedesco, da giorni sono sospese le visite dei turisti, ma attualmente non risultano modifiche alle attività parlamentari. Nessun cambio di programma nemmeno a Londra, dove la vita prosegue senza che il governo abbia adottato misure particolarmente impattanti, né a Washington

A unire tutti i paesi c'è lo sport: le gare sono sospese un po' dappertutto, a cominciare dall'Italia dove il calcio è ad esempio fermo fino al 3 aprile. Altrettanto ha fatto la Spagna: il campionato è fermo per le prossime due giornate e la situazione verrà valutata nuovamente il 25 marzo. Sport paralizzato in Francia, dove la Ligue 1 è sospesa fino a nuove decisioni e la finale di Coppa di Lega tra Paris St Germain e Lione, fissata per il prossimo 4 aprile, è stata rinviata

Lo stop agli eventi sportivi coinvolge anche la Germania (niente calcio fino al 2 aprile) e Regno Unito, che si allinea al resto d’Europa e congela i campionati fino al 4 aprile. Anche gli Stati Uniti hanno optato per lo stop: non c'è ancora una data per far ripartire l’Nba, ferma dall'11 marzo, e neppure quella del ritorno sul ghiaccio delle stelle dell'Nhl (il campionato di hockey). Il football americano, invece, aveva già concluso la sua stagione