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Virus Cina, anche uno studente abruzzese bloccato a Wuhan: “Città spettrale”

Mondo

Il 22enne Lorenzo Di Berardino si trova in Cina per un semestre di studio all’estero. È nella città epicentro del focolaio di coronavirus, posta in quarantena. Al momento non può spostarsi e racconta: “Abbiamo fatto scorta di cibo, rimaniamo tutti chiusi in casa”

C'è anche un giovane italiano, uno studente abruzzese proveniente dalla provincia di Pescara, tra le persone bloccate a Wuhan, metropoli cinese in quarantena (DAL PRIMO CASO AI CONTAGI: LE TAPPE - LE FOTO) perché individuata come il focolaio principale del Coronavirus (I SINTOMI), il virus che ha già causato decine di vittime e fatto scattare misure straordinarie di prevenzione in tutto il mondo (INCUBAZIONE, SINTOMI E COME SI TRASMETTEGLI AGGIORNAMENTI: ITALIANI POTRANNO LASCIARE WUHAN VIA TERRA). Si tratta di Lorenzo Di Berardino, 22 anni, studente del quarto anno di Giurisprudenza, in Cina per un semestre di studio all'estero. Tra quattro giorni, sarebbe dovuto tornare in Italia, ma al momento non sa se potrà lasciare la città cinese da 11 milioni di abitanti (I VIRUS LETALI DEGLI ULTIMI 25 ANNI - CAPODANNO CINESE CON LE MASCHERINE).

“Clima surreale”

Su Twitter lo studente parla del clima surreale che sta vivendo all'interno del campus, in una città praticamente deserta dove le persone camminano coperte dalla testa ai piedi con le informazioni del Governo cinese che arrivano sulla  piattaforma Wechat. Di Berardino al momento non è sottoposto a controlli sanitari. Il giovane descrive Wuhan come un luogo “spettrale”. Al momento sono circa una ventina i connazionali costretti a rimanere in città dal blocco in entrata e in uscita deciso dalle autorità cinesi (PECHINO CANCELLA CELEBRAZIONI CAPODANNO - BURIONI: POSSIBILE TRASMISSIONE DA PAZIENTI SENZA SINTOMI).

Il racconto dello studente

Contattato dall’Ansa, Di Berardino racconta come si vive in queste ore nell'epicentro dell'epidemia del coronavirus. L'universitario è arrivato a Wuhan a settembre con la prospettiva di restarci per un semestre di studio. "Sarei dovuto rientrare in Italia lunedì - spiega contattato su WhatsApp - ma con queste nuove disposizioni la cosa molto probabilmente non sarà possibile. Come tutti gli altri abitanti della città rimaniamo in casa per quanto si può". L'unica uscita all'esterno, spiega, "è stata una scampagnata in un supermarket della città per fare scorta di cibo", testimoniata dal giovane anche con un video postato sul suo profilo Twitter. "E' una città quasi totalmente deserta - racconta -. Le poche persone che si vedono per strada sono coperte dalla testa ai piedi, che poi è anche quello che abbiamo fatto anche noi per evitare in tutti i modi di essere esposti a qualsiasi tipo di rischio" (PASSEGGERI DA WUHAN ATTERRATI A FIUMICINO).

“Per ora non possiamo lasciare la città”

Il giovane spiega di essersi messo in contatto con l'ambasciata italiana di Pechino "ma per il momento non si hanno ulteriori informazioni sulla possibilità di lasciare la città e il paese. Nei prossimi giorni ci dovrebbero essere nuove informazioni. Noi rimaniamo qui in attesa". Per il momento non è stato sottoposto a controlli sanitari "ma in molte zone della città, specialmente all'ingresso di luoghi pubblici - dice - so che si stanno predisponendo dei controlli, specialmente riguardanti la temperatura corporea. Non c'è l'obbligo di portare una mascherina ma la cosa è stata ovviamente caldamente consigliata dalle autorità cinesi e tutti lo stiamo facendo. Hanno anche consigliato determinate tipologie di maschere che funzionano meglio rispetto ad altre per il tipo di virus di cui si tratta". La situazione non è sicuramente facile dal punto di vista psicologico, spiega, ma "con gli altri colleghi internazionali cerchiamo di supportarci a vicenda e di rimanere il più tranquilli possibile e di prendere tutte le precauzioni del caso. Le autorità cinesi si stanno adoperando giorno e notte per tenere la situazione il più sotto controllo possibile e noi stiamo prendendo tutte le precauzioni: rimaniamo il più possibile coperti e al chiuso, usiamo prodotti per disinfettare le mani, insomma facciamo tutto quello che in questi casi è di buon senso fare” (PREPARATIVI DEL CAPODANNO CINESE A MILANO).

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