Libano, formato il nuovo governo: lo guida Hassan Diab

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A tre mesi dalle dimissioni di Saad Hariri, formato il nuovo esecutivo dopo le forti proteste popolari contro il carovita a la corruzione, scoppiate in varie città del Paese a metà ottobre

Il Libano ha un nuovo governo dopo quasi un mese e mezzo di consultazioni e dopo giorni di violenti scontri a Beirut tra manifestanti anti-governativi e forze di sicurezza. "Il nuovo esecutivo lavorerà per soddisfare le richieste dei dimostranti", ha assicurato il premier Hassan Diab subito dopo l'annuncio, ma la piazza sembra già pronta a riesplodere contro un governo ritenuto ancora troppo legato al sistema.

Venti ministri, sei sono donne e una per la prima volta guiderà la Difesa

Il nuovo esecutivo è formato da 20 ministri con esponenti nominalmente nuovi, ovvero che non hanno assunto in passato incarichi ministeriali. Sei le donne tra cui, per la prima volta, la nuova ministra della Difesa Zeina Acar. Gli analisti osservano che dietro le nomine proposte da Diab ci sono gran parte dei movimenti politici al potere da decenni e messi sotto accusa dal movimento di protesta. La scelta di Hariri di dimettersi e, soprattutto, quella di non voler guidare un nuovo governo, aveva di fatto rotto l'accordo politico-istituzionale raggiunto un anno fa tra il fronte filo-iraniano, incarnato dall'alleanza tra gli Hezbollah e il presidente della Repubblica cristiano Michel Aoun, e l'asse filo-occidentale, rappresentato dallo stesso Hariri e dai partiti cristiani delle Forze libanesi e delle Falangi e dal partito druso di Walid Jumblat. 

Premier vicino agli Hezbollah filo-iraniani 

Il nuovo premier, docente universitario ed ex ministro dell'istruzione, ricordato per aver innalzato le tasse universitarie del 300%, ha ora la missione quasi impossibile di riguadagnare la fiducia della piazza in rivolta, operando al tempo stesso le tanto attese riforme economiche. Queste sono state indicate come "necessarie" per sbloccare gli aiuti finanziari promessi dalla comunità internazionale, in particolare dalla Francia, dagli Stati Uniti e dall'Unione Europea. I fondi stranieri dovrebbero far rifiatare l'economia e, soprattutto, il sistema bancario, in forte difficoltà da quando in estate è cominciata in tutta la regione una improvvisa crisi di liquidità del dollaro statunitense con la svalutazione della lira locale. Negli ultimi giorni, per la prima volta si sono registrati a Beirut ripetuti e violenti scontri tra manifestanti e polizia col ferimento di centinaia di dimostranti e decine di agenti. 

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