Libano, proteste contro governo e corruzione a Beirut: un centinaio di feriti. FOTO
Scontri tra manifestanti e polizia nel centro della capitale, tra piazza dei Martiri e la zona che conduce alla sede del Parlamento a piazza dell'Etoile. Gli agenti in tenuta anti-sommossa hanno risposto sparando lacrimogeni e usando gli idranti per disperdere la folla
Si infiammano le proteste anti-governative a Beirut con durissimi scontri tra manifestanti e forze dell'ordine, sfociati nella giornata di sabato 18 gennaio in una guerriglia con almeno un centinaio di feriti
Un clima infuocato che ha spinto il capo di Stato Michel Aoun e il premier uscente Saad Hariri a chiedere l'intervento dell'esercito per "riportare la calma" nel centro della capitale
Migliaia di dimostranti si sono radunati spingendo per avvicinarsi alla super-fortificata zona del Parlamento
Dopo giorni di ripetuti blocchi stradali in diverse zone del paese, il sabato è iniziato in sordina, con gruppi di migliaia di dimostranti giunti a Beirut
I manifestanti sono arrivati nella capitale dalle città del nord e del sud del Paese e dalla parte centrale della valle della Bekaa, a est del Libano
Sin dalle prime ore del pomeriggio diversi cortei si sono poi mossi dalle periferie verso il centro cittadino, dove sorgono le sedi istituzionali e dove da metà ottobre scorso sono stati inscenati i massicci sit-in di protesta anti-governativa
In serata le proteste si sono via via fatte più violente, segno di una rabbia popolare sempre più difficile da contenere
La polizia è stata accusata di aver deliberatamente attaccato il sit-in in piazza dei Martiri. Ma il ministero degli interni smentisce la circostanza
Immagini provenienti dal teatro degli incidenti mostrano scene concitate e confuse di spari di lacrimogeni e idranti da parte della polizia che tenta di respingere dimostranti, alcuni di questi autori di sassaiole e lanci di petardi contro gli agenti
Già nei giorni scorsi le forze dell'ordine erano intervenute più volte dopo che cortei di protesta si erano trasformati a Beirut in azioni di violenza urbana, con attacchi ai bancomat, alle sedi delle banche nei centri nevralgici della capitale
Il Paese è da mesi in uno stato di profonda crisi economica e politica (nella foto gli scontri di sabato 18 gennaio a Beirut)
Il sistema bancario locale, per decenni descritto come il più stabile della regione, ha cominciato a razionare la distribuzione del dollaro americano in un contesto di svalutazione graduale della lira locale (nella foto gli scontri di sabato 18 gennaio a Beirut)
Si registra anche un incremento dei prezzi del 30 per cento e un aumento vertiginoso della disoccupazione (nella foto gli scontri di sabato 18 gennaio a Beirut)
L'innalzamento della tensione giunge mentre il premier incaricato Hassan Diab, espressione della coalizione di partiti confessionali guidati dagli Hezbollah filo-iraniani, fatica a raggiungere un accordo con i diversi leader politici per un governo che risponda, almeno nelle apparenze, alle richieste della piazza (nella foto gli scontri di sabato 18 gennaio a Beirut)
Diab insiste nel voler presentare un esecutivo ristretto di 18 ministri - circa la metà dei governi precedenti - con esponenti nominalmente nuovi, ovvero che non hanno assunto in passato incarichi ministeriali (nella foto gli scontri di sabato 18 gennaio a Beirut)
Gli analisti osservano che dietro le nomine proposte da Diab ci sono gran parte dei movimenti politici al potere da decenni e messi sotto accusa dal movimento di protesta scoppiato a metà ottobre scorso (nella foto gli scontri di sabato 18 gennaio a Beirut)