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Libano, circa 400 feriti durante le proteste di ieri contro il governo a Beirut

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È questo il bilancio dopo la manifestazione di sabato 18 gennaio nella capitale: è stata la giornata più violenta dall'inizio delle contestazioni. Le tensioni tra polizia e dimostranti sono sfociate in una guerriglia, con lanci di petardi e spari di lacrimogeni

Durissimi scontri si sono registrati ieri, sabato 18 gennaio, a Beirut durante una manifestazione contro il governo (LE FOTO). Le tensioni tra i dimostranti e le forze dell’ordine sono sfociate in una guerriglia che, secondo fonti mediche, ha provocato quasi 400 feriti. È stata la giornata più violenta dall'inizio delle contestazioni.

Quasi 400 feriti a Beirut

Il bilancio della Croce rossa libanese e della protezione civile parla di 377 persone ferite e ricoverate in ospedale. Per “riportare la calma” nel centro della capitale, dove migliaia di dimostranti si erano radunati spingendo per avvicinarsi alla super-fortificata zona del Parlamento, il capo di Stato Michel Aoun e il premier uscente Saad Hariri hanno chiesto l'intervento dell'esercito.

Le proteste in Libano e la crisi economica e politica

In Libano le proteste sono scoppiate a metà ottobre. Il Paese è da mesi in uno stato di profonda crisi economica e politica. Il sistema bancario locale, per decenni descritto come il più stabile della regione, ha cominciato a razionare la distribuzione del dollaro americano in un contesto di svalutazione graduale della lira locale. Si registra, poi, un incremento dei prezzi del 30 per cento e un aumento vertiginoso della disoccupazione. Per quanto riguarda la politica, il premier incaricato Hassan Diab - espressione della coalizione di partiti confessionali guidati dagli Hezbollah filo-iraniani - fatica a raggiungere un accordo con i diversi leader politici per un governo che risponda, almeno nelle apparenze, alle richieste della piazza. Diab insiste nel voler presentare un esecutivo ristretto di 18 ministri - circa la metà dei governi precedenti - con esponenti che non hanno assunto in passato incarichi ministeriali. Gli analisti, però, osservano che dietro le nomine proposte da Diab ci sarebbero gran parte dei movimenti politici al potere da decenni e messi sotto accusa dal movimento di protesta.

La manifestazione di sabato

Già nei giorni scorsi le forze dell'ordine erano intervenute diverse volte, dopo che cortei di protesta si erano trasformati a Beirut in azioni di violenza urbana, con attacchi ai bancomat e alle sedi delle banche nei centri nevralgici della capitale. Dopo ripetuti blocchi stradali in diverse zone del Paese, le proteste del sabato erano iniziate in sordina, con gruppi di migliaia di dimostranti arrivati a Beirut dalle città del nord e del sud del Paese e dalla parte centrale della valle della Bekaa, a est del Libano. Dalle prime ore del pomeriggio diversi cortei si erano mossi dalle periferie verso il centro cittadino, dove ci sono le sedi istituzionali e dove da metà ottobre sono stati messi in scena massicci sit-in di protesta anti-governativa. In serata le proteste si sono fatte via via più violente. La polizia è stata accusata di aver deliberatamente attaccato il sit-in in piazza dei Martiri. Ma il ministero degli interni ha smentito. Le immagini degli incidenti mostrano scene concitate e confuse di spari di lacrimogeni e idranti da parte della polizia contro i dimostranti che tentavano di forzare i blocchi, con alcuni dei dimostranti che hanno lanciato sassi e petardi contro gli agenti.

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