India contro la legge di cittadinanza "anti-islamica", morti nelle proteste: FOTO
A guidare la contestazione sono perlopiù studenti delle università islamiche, che contestano la legge perché va contro lo spirito secolare dell'India facendo della religione un fattore per ottenere la cittadinanza. L'emendamento esclude musulmani e indiani del Nord-est
In India, l’emendamento alla legge sulla cittadinanza voluto dal governo nazionalista indù di Narendra Modi ha scatenato violente proteste in tutto il Paese, con centinaia di feriti e diversi morti
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La norma punta a regolarizzare gli immigrati provenienti dai vicini Afghanistan, Pakistan e Bangladesh, che sono arrivati nel Paese prima del 31 dicembre 2014 e che appartengono alle religioni indù, sikh e buddiste, Jain, parsi e cristiana
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Dalla nuova legge sono quindi esclusi i mussulmani che denunciano un atteggiamento fortemente discriminatorio
Il governo indiano, difende l’emendamento sostenendo che sia necessario concedere asilo alle minoranze perseguitate nei loro Paesi di origine
Intanto da circa una settimana in diversi Stati del Paese sono scoppiate le proteste che in molti casi sono guidate dagli studenti delle università islamiche
Il bilancio provvisorio al momento conta 6 morti, oltre 200 feriti, e centinaia di arresti
Tra gli atenei interessati dalle proteste quelli di Delhi, Uttar Pradesh (nord), Mumbai (ovest) e Hyderabad (sud)
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Una manifestazione particolarmente numerosa si è tenuta all’Università Jamia Millia Islamia di Delhi, dove gli studenti hanno gridato slogan anche contro la polizia, rea di gravi atti di violenza nelle incursioni nei giorni scorsi all’interno del campus
Secondo diverse testimonianze gli agenti avrebbero lanciato lacrimogeni, picchiato coi manganelli studenti e studentesse e insultato le ragazze barricate nei bagni
All’interno dell’Università Jamia Millia Islamia, la polizia avrebbe anche devastato una biblioteca e una sala adibita a moschea
Alle proteste hanno partecipato anche diversi leader delle opposizioni, come ad esempio Sonia Gandhi
"Il governo di Modi ha dichiarato guerra alla nostra gente", ha detto Sonia Gandhi
Secondo i partiti dell'opposizione la nuova legge mina le basi laiche della costituzione non offrendo la protezione ai migranti musulmani
Nel mentre è stato già presentato un ricorso alla Corte Suprema. I togati, annunciando che dovrebbero discutere il caso entro il 17 dicembre, hanno chiesto ai manifestanti di fermarsi
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Il premier Modi ha cercato di placare gli animi con un tweet in cui dice che nessun indiano sarà toccato dalla nuova legge "che riguarda solo i rifugiati perseguitati per motivi religiosi"
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