I Tory hanno superato la soglia di 326 per la maggioranza assoluta. Johnson: "Realizziamo la Brexit". Ue: "Ora Parlamento ratifichi l'accordo". Corbyn non si dimette ma dice: "Non guiderò più i Labour in nessuna elezione"
"Get Brexit done", realizzare la Brexit (LE TAPPE). È l’impegno ribadito dal premier britannico Boris Johnson, dopo che nelle elezioni anticipate (GLI AGGIORNAMENTI - FOTO - IL REPORTAGE - I NUMERI DELLA VITTORIA E COSA CAMBIA) il suo partito conservatore si è assicurato la maggioranza nella Camera dei Comuni: ne ha ottenuti 365 su 650, ben oltre la soglia dei 326 necessari per governare senza necessità di alleanze con altri partiti. Intanto, il leader dei Labour Jeremy Corbyn, pur non annunciando le dimissioni, ammette il risultato "molto deludente" - 203 seggi - e annuncia che non guiderà più il partito "in un'altra elezione" (100 ANNI DI ELEZIONI IN UN'ANIMAZIONE - I CANI AI SEGGI SPOPOLANO SUI SOCIAL). Dall'Ue arrivano le congratulazioni e l'appello del presidente del Consiglio Charles Michel: "Mi congratulo con Boris Johnson e mi aspetto che il Parlamento britannico ratifichi il prima possibile l'accordo" per il negoziato sulla Brexit. L'Ue "è pronta a discutere gli aspetti operativi" delle relazioni future, ha aggiunto, spiegando che i leader oggi avranno una discussione sulla Brexit (I RISULTATI A LONDRA - E IN SCOZIA).
Johnson: “Il lavoro comincia oggi"
Il premier, nel discorso di proclamazione a deputato rieletto nel collegio di Uxbridge, ha ringraziato "il popolo" britannico per aver votato a dicembre e per il risultato", e ha rilanciato le sue promesse elettorali su investimenti nella sanità e in altri settori. L'obiettivo è realizzare la Brexit ma non solo e "cambiare il Paese per il meglio". "Il lavoro - ha detto - comincia oggi".
Corbyn: "Risultato polarizzato dalla Brexit"
Corbyn intanto resta in Parlamento e per il momento si propone di "guidare il Labour in una fase di riflessione" sull'esito del voto, in vista di una prevedibile rinnovamento dei vertici. Nel tradizionale discorso seguito alla sua proclamazione nel collegio di Islington, Corby ha difeso il manifesto elettorale laburista presentato sotto la sua leadership come un programma "di speranza, di cambiamento e contro l'ingiustizia". Nello stesso tempo ha spiegato il risultato elettorale come una conseguenza della "polarizzazione" del consenso determinata dalla Brexit. Non senza aggiungere che tuttavia la Brexit "che Boris Johnson si propone" di realizzare non potrà risolvere i problemi né cancellare le istanze di giustizia sociali nel Paese.
A Londra vincono i Labour
Il partito laburista britannico ha tenuto però a Londra dove ha conquistato 49 seggi su 73. Sia Boris Johnson che Jeremy Corbyn hanno vinto nelle loro circoscrizioni. I Tory hanno perso Putney ma hanno guadagnato Kensington, ottenendo in totale 21 seggi. Fuori invece Chuka Umunna, ex astro nascente del Labour passato in queste elezioni ai LibDem.
Jo Swinson lascia la leadership dei LibDem
Grande delusione anche per i LibDem. La leader Jo Swinson, che non è stata rieletta nel collegio di Dumbartonshire East, ha annunciato le sue dimissioni dalla guida del partito. Lo ha detto la presidente dei liberaldemocratici Sal Brinton, che assumerà la leadership assieme ad Ed Davey fino alle elezioni di un nuovo capo il prossimo anno. "Voglio ringraziare Jo Swinson per la sua guida onesta e coraggiosa", ha scritto Brinton, sottolineando che i Libdem hanno "preso più voti del 2017". Swinson, che aveva cercato di proporsi addirittura come una rivale diretta di Boris Johnson e di Jeremy Corbyn, non solo non è riuscita a far avanzare la sua formazione, ma è stata bocciata anche a livello personale nel collegio di Dumbartonshire East: scalzata per 149 voti da Amy Callaghan, indipendentista scozzese dell'Snp.
In Scozia vittoria degli indipendentisti
Proprio in Scozia a trionfare è stato lo Scottish National Party (Snp) che ha conquistato 48 seggi scozzesi su 59, riportandosi vicino ai livelli record del 2015 quando ne aveva vinti 56. La leader Nicola Sturgeon dopo i risultati ha spiegato che la Scozia "ha detto di nuovo no a Boris Johnson e alla Brexit", rilanciando così la sfida "democratica" per un referendum bis sulla secessione.
Buon risultato per i Verdi: +60% di voti
Buon risultato anche per i Verdi, che hanno aumentato del 60% il numero di voti ottenuti. Secondo il Green Party, è la percentuale più alta di tutti partiti. Con 850.000 preferenze, inoltre, i Verdi hanno superato di oltre 200.000 voti il Brexit party.
Record di donne in Parlamento
E con questo voto il Regno Unito si avvia a segnare un nuovo record nella sua storia sul numero di donne al Parlamento: 218 deputate, un terzo del totale. Il Labour si conferma il partito più al femminile con 104 elette, anche se in calo rispetto al 2017 quando furono 119. Tra i Tory sono invece 86 le deputate, in significativo aumento rispetto alle 67 del 2017.