Elezioni Uk, le conseguenze della Brexit: cosa succede a lavoratori e turisti europei

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Non saranno messi in discussione i diritti acquisiti da chi già vive nel Regno Unito, ma in futuro Londra preferirà coloro che svolgono professioni qualificate. Passaporto e visto elettronico per chi vuol visitare il Paese

Subito dopo il trionfo alle elezioni del 12 dicembre 2019, Boris Johnson ha garantito che la Gran Bretagna uscirà dall’Unione europea il 31 gennaio 2020. Londra dirà addio a Bruxelles attenendosi alle intese già concordate. Dai lavoratori ai turisti, ai rapporti fra Irlanda del Nord e Repubblica d’Irlanda, ecco cosa succederà in seguito alla Brexit votata dai britannici con il referendum nel giugno 2016 (100 ANNI DI ELEZIONI IN UK: INFOGRAFICA - BREXIT, TUTTE LE TAPPE).

Garantiti i diritti acquisiti

I diritti acquisiti dei cittadini europei non vengono messi in discussione. Per chi già vive e lavora nel Regno Unito non cambia nulla, occorre solo registrarsi al ministero dell’Interno sulla base del "settlement scheme", programma attraverso il quale si può fare domanda per continuare a vivere nel Regno Unito oltre il 30 giugno 2021 con lo status di residente permanente o provvisorio, a seconda del periodo di permanenza al momento dell’istanza.

Cosa succede ai lavoratori

La Brexit pone fine al regime di libera circolazione con l’Europa e la Gran Bretagna sulle politiche immigratorie privilegerà i lavoratori qualificati. Ciò vuol dire che baristi, camerieri, parrucchieri, come lo sono tanti giovani italiani che arrivano Oltremanica, dovranno avere già un contratto in tasca prima di partire e potranno fermarsi solo per breve tempo (forse un anno al massimo), senza poter maturare il diritto alla residenza. I lavoratori qualificati come medici o docenti potranno invece ottenere visti di lavoro più lunghi in modo tale da acquisire la residenza permanente.

Cosa succede ai turisti

Non basterà più la carta d’identità per i turisti europei che hanno intenzione di visitare il Regno Unito. Serviranno un visto elettronico simile all’Esta utilizzato dagli Stati Uniti e il passaporto. Per il visto si dovrà ottenere una autorizzazione online prima di partire con almeno tre giorni di anticipo rispetto alla data del viaggio. Arrivi e partenze dei turisti saranno registrati con un sistema di conteggio "In & Out" in maniera tale che chi viaggia per turismo non si fermi oltre i tre mesi. Chi invece vorrà rimanere più a lungo dovrà munirsi di un visto di lavoro.

Cosa succede all'Irlanda del Nord

Per evitare il ritorno a un confine rigido con la Repubblica d’Irlanda a Sud, l’Irlanda del Nord rimarrà legata per altri quattro anni al sistema doganale europeo e al mercato unico, mentre il resto della Gran Bretagna sarà fuori. Dopo questi quattro anni il parlamento locale potrà votare a maggioranza assoluta ed esprimersi sul rinnovo dello status quo per altri quattro o otto anni.

Cosa succede ai conti di Londra e dell'Ue

Londra dovrà pagare a Bruxelles 33 miliardi di sterline, quasi 40 miliardi di euro che vanno a coprire gli impegni già assunti in precedenza. Si tratta di fondi che erano già stanziati per l’Inghilterra e programmi già approvati. I tre quarti dovrebbero arrivare nelle casse dell’Unione europea entro il 2022, ma il Regno Unito potrebbe dover pagare fino al 2060.

I rapporti tra Ue e Uk nel futuro: possibili scenari

Al termine del divorzio, già definito, Ue e Uk dovranno definire nuovi rapporti attraverso negoziati. Sono due gli scenari possibili. Un primo prevede una "hard Brexit" sul modello canadese che allontanerebbe Londra da Bruxelles. Boris Johnson però, grazie alla netta maggioranza ottenuta non sarà ostaggio dell’ala euroscettica del suo partito che vorrebbe una Brexit "durissima" e potrebbe anche scegliere di stringere accordi più definiti con l’Ue in modo da ridurre al minimo le ricadute economiche del divorzio da Bruxelles.

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